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Un infermiere su cinque vuole lasciare, "L'indagine conferma le criticità che evidenziamo da anni", la Cisl: "Il quadro è sconfortante e riguarda tutta la sanità"

Il segretario della Cisl Fp, Giuseppe Pallanch, commenta l'indagine dell'Ordine degli infermieri: "La visione verticistica, dirigenziale e autoreferenziale conferma i limiti. Una situazione che dovrebbe imporre una riflessione alla politica. Una criticità che sarebbe stata superata con gli Stati generali del comparto. Torniamo a chiedere ascolto, coinvolgimento e protagonismo nei processi dei dipendenti"

Pubblicato il - 17 febbraio 2025 - 11:29

TRENTO. "L'indagine dell'Ordine non fa altro, purtroppo, che confermare tutte le criticità che evidenziamo da anni". Questo il commento di Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp. "Il rafforzamento  dei contratti che deve continuare e il riconoscimento del carico di lavoro, del sistema di competenze e di responsabilità sono priorità. Basta lavoro a cottimo, un'assistenza basata sui minuti e esternalizzazioni poco coerenti. Ma bisogna prestare attenzione alla variabile indipendente che è legata al personale che è stremato e oggi è necessario il coinvolgimento e l’ascolto dei dipendenti".

 

L'analisi dell'Ordine evidenzia come un infermiere su cinque è pronto a lasciare il lavoro (Qui articolo). "Questa dinamica riguarda però tutto il personale sanitario e non", dice Pallanch. "C'è ancora molto da fare perché circa 8 mila lavoratrici e lavoratori chiedono ascolto e meritano risposte".

 

Ormai da tempo il sindacato di via Degasperi chiede di affrontare alcuni temi alla base del sistema. "Ci spiace costatare che rimane inascoltata da parte di Azienda sanitaria e assessorato la richiesta di partecipazione di chi lavora all’interno della sanità". 

La Cisl parla di "un quadro sconfortante dove ormai il sistema di relazioni sindacali è completamente limitato agli aspetti puramente formali". 

 

Tra i nodi un personale che non sembra riconoscere l'autorevolezza dei vertici. Non si riconosce né allenatore né l'appartenenza alla società. E questo segnale di solitudine in cui operano è molto grave e preoccupante".

 

Un cambio di paradigma per rendere il lavoro più attrattivo. "La visione verticistica, dirigenziale e autoreferenziale conferma i limiti. Una situazione che dovrebbe imporre una riflessione alla politica. Una criticità che sarebbe stata superata con gli Stati generali del comparto. Torniamo a chiedere ascolto, coinvolgimento e protagonismo nei processi dei dipendenti".

 

Dall'incertezza nell'organizzazione dei turni al carico di responsabilità e di stress correlato nelle corsie e alle aggressioni, tante le questioni che per il sindacato sono irrisolte. "Il risultato è che le professioni sanitarie e tutte quelle legate alla sanità sono sempre meno attrattive. Non bastano i benefit a caso per rendere attrattiva un'occupazione a fronte di una responsabilità e di una difficoltà sempre maggiore".

 

Necessario, per la Cisl, stare più vicini alle persone che operano in questi settori così importanti. "Servono risposte strutturali perché le decisioni non possono perdere di vista il criterio di garantire cura e una assistenza, a cui siamo abituati in Trentino, alle persone fragili con bisogni assistenziali e sanitari sempre più complessi. Dobbiamo però prenderci cura di chi ci cura", conclude Pallanch.

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