Lupi, svolta nella gestione. Quote massime di abbattimenti per Regione (in Trentino 3-5 esemplari, in Alto Adige 1-2, in Toscana fino a 22) ma solo con politiche di prevenzione
Per la prima volta si stabilisce una quota massima di prelievi suddivisa su base regionale, provinciale per Trento e Bolzano, in base ai dati del censimento nazionale del 2021, che stimava la presenza in Italia di circa 3.300 lupi. La quota ammessa di prelievi in deroga è tra il 3 e il 5%, dunque tra 100 e 160 lupi. Il contributo è di Mauro Fattor docente al Master Fauna e Human Dimension dell'Università dell'Insubria, membro dell'associazione teriologica italiana, collaboratore di National Geographic Italia e giornalista professionista dal 1990 (ex caporedattore dell'Alto Adige)

TRENTO. Una svolta, in termini di approccio gestionale. Parliamo di lupo e del rapporto tra Ispra, Regioni e Province autonome.
Questa mattina, martedì 18 febbraio, Ispra in videocollegamento con gli uffici tecnici delle amministrazioni regionali, ha presentato i nuovi protocolli tecnici, fortemente voluti dal Ministero per l’Ambiente, che definiscono su quale base nel 2025 le Regioni e le Province autonome potranno chiedere abbattimenti in deroga nel caso di lupi confidenti, pericolosi o in caso di attacchi ripetuti ad aziende zootecniche.
L’idea di fondo è quella di standardizzare un approccio, un percorso, con le relative procedure per velocizzare al massimo il tempo di risposta di Ispra alle richieste di prelievo. Tradotto: Ispra non è il collo di bottiglia che tanti hanno evocato a sproposito negli anni passati ma, al contrario, vi dice a priori come dovete muovervi per istruire in modo utile e intelligente una richiesta di deroga. Vengono dunque chiariti i paletti entro i quali una richiesta di deroga diviene ricevibile. Che non è poco.
Oltre all’aspetto della condivisione delle procedure, che pure è importante, c’è anche un aspetto sostanziale, che è la vera svolta. Per la prima volta si stabilisce una quota massima di prelievi suddivisa su base regionale, provinciale per Trento e Bolzano, in base ai dati del censimento nazionale del 2021, che stimava la presenza in Italia di circa 3.300 lupi. La quota ammessa di prelievi in deroga è tra il 3 e il 5%, dunque tra 100 e 160 lupi, una quota estremamente prudenziale, con le relative quote locali in base alle effettive consistenze territoriali. Tanto per essere chiari: il Trentino nel 2025 potrà prelevare 3-5 esemplari, l’Alto Adige 1-2, il Piemonte 10-17, l’Emilia-Romagna 9-15, la Toscana 13-22 e via dicendo. Tutto ciò da subito, anche se il Piano d’Azione nazionale, fermo dal 2015, non è ancora stato approvato. L’altra notizia è che si cercherà di rimetterlo in pista al più presto e di sottoporlo in tempi relativamente rapidi alla Conferenza Stato-Regioni.
Va ricordato che si tratta di prelievi che riguardano in modo puntuale esclusivamente animali pericolosi, confidenti o particolarmente dannosi.
Sono ancora numeri contenuti, non si può dire che si tratti dell’utilizzo pieno di uno strumento gestionale che necessariamente troverà spazio anche nella legislazione nazionale, visti i numeri della popolazione italiana di lupo, però la reazione delle Regioni è stata sostanzialmente positiva. Per la prima volta in Italia, dopo la tutela assoluta accordata alla specie a metà degli anni Settanta, viene pianificata a priori una quota di prelievo sostenibile. Questo significa solo aggiungere flessibilità alla gestione.
Non è apertura della caccia, non è l’abbandono di una politica rigorosa di tutela della specie.
Su questo punto Ispra è stata estremamente chiara, qualunque cosa accada in Europa con la procedura di abbassamento dello status di protezione, l’obbligo per gli Stati è e sarà sempre quello di mantenere uno stato favorevole di conservazione della specie e il controllo spetta ad Ispra e al Ministero per l’Ambiente. E questo vale per tutti e su base territoriale. Messaggio chiaro anche alla Provincia di Bolzano che aveva cercato di ottenere abbattimenti in deroga facendo leva sulle buone consistenze di lupo in Trentino. Niente furbate. Questo obbliga un po’ tutti a mettersi con decisione o a rafforzare le politiche di prevenzione e costituisce un primo passo importante, anche e soprattutto a livello di messaggio politico, per cercare di ragionare in modo intelligente e costruttivo su quello che potrebbe accadere di qui a un anno quando, verosimilmente, il nuovo status di protezione passerà a livello europeo.