Foreste, "oro verde" in espansione ma risorsa sfruttata poco e male: "Occorre una corretta gestione del patrimonio boschivo"
L'allarme lanciato dal presidente di Uncem nel convegno che ha aperto l'edizione 2025 di "Costruire", il salone dell'abitare in montagna: "Il bosco è in fortissima, talora preoccupante, espansione e occorre intervenire equilibrando le esigenze di conservazione con le prerogative altrettanto pressanti legate alla presenza antropica, dei prati e dei pascoli"
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LONGARONE. I boschi del Veneto crescono a un ritmo di oltre 2 mila ettari l’anno, ma la loro gestione non tiene il passo, lasciando inespresse le potenzialità di una risorsa, "l'oro verde", che potrebbe essere strategica per economia e ambiente: questo, in massima sintesi, il tema al centro del convegno inaugurale dell’edizione 2025 di “Costruire”, il salone dell’abitare in montagna che si è svolto a Longarone Fiere ed è promosso da Uncem in collaborazione con il Gal Prealpi e Dolomiti.
Dai vari interventi è emersa la necessità di una pianificazione più efficace, alla luce del fatto che il patrimonio boschivo veneto fa parte di quell’ampia fetta di foreste che coprono oltre un terzo della superficie nazionale. A evidenziarlo è stato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale con delega all’ambiente e al dissesto idrogeologico: “Il bosco guadagna ogni anno nel nostro territorio oltre 2 mila ettari, mentre negli ultimi 30 anni la temperatura è salita di circa 1,7 gradi; il combinato dei due fenomeni evidenzia da solo come la corretta gestione del patrimonio boschivo, che deve diventare sempre più una risorsa per le comunità locali, rappresenti una leva fondamentale non solo di equilibrato sviluppo economico, ma anche di gestione ambientale”.
Sulla stessa linea anche il professor Davide Pettenella, del dipartimento Tesaf dell’Università di Padova, che ha messo l’accento sulla necessità di una gestione più moderna ed efficace: “In un contesto mondiale caratterizzato da numerose crisi di diversa natura, - ha detto Pettenella - la foresta rappresenta oggi una risorsa più attuale che mai, sia in termini costruttivi (il legno rappresenta un materiale altamente flessibile, oltre che fondamentale per la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni in atmosfera) che energetici; per questo occorre procedere rapidamente verso una forte semplificazione della normativa e accorciare la filiera”.
Di filiera e pianificazione ha parlato anche Alessandra Stefani, presidente del Cluster Nazionale Italia Foresta Legno, sottolineando come la Strategia Forestale Nazionale debba essere il punto di partenza per un coordinamento più efficace tra le istituzioni.
Un altro aspetto rilevante riguarda il ruolo della tutela del patrimonio boschivo. Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, ha sottolineato l’urgenza di passare dalle parole ai fatti: “La strategia forestale nazionale assegna alle regioni 400 milioni di euro in 10 anni, ma finora si è fatto troppo poco, e la pianificazione riguarda ad oggi meno del 20% del territorio. È tempo di muoversi con maggiore decisione, magari in seno alla conferenza stato-regioni, partendo dal presupposto che il bosco è in fortissima, talora preoccupante, espansione e occorre intervenire equilibrando le esigenze di conservazione con le prerogative altrettanto pressanti legate alla presenza antropica, dei prati e dei pascoli”.
A raccogliere l’invito è stato il senatore Luca De Carlo, presidente della commissione agricoltura del Senato, che ha posto l’attenzione sul divario tra la percezione pubblica del tema e la realtà: “Occorre ridisegnare il modo con cui, soprattutto nelle aree urbane e metropolitane, viene percepita la narrazione che riguarda il mondo agricolo e forestale, a volte ben lontana dalla realtà quotidiana, fatta di aspetti concreti e di equilibri non semplici da trovare”.