Declassamento del lupo, accettato il ricorso delle associazioni: “Ora parte l'iter, chiediamo l'annullamento della decisione del Consiglio dell'Ue”
Il ricorso legale al Tribunale dell'Unione europea, presentato da cinque associazioni, è stato accettato: ecco i motivi presentati per chiedere l'annullamento della decisione del Consiglio
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TRENTO. Declassamento dello status di protezione del lupo: accettato al Tribunale dell'Unione Europea il ricorso presentato da cinque associazioni per chiedere l'annullamento della decisione del Consiglio dell'Ue. Come riportato (Qui Articolo), negli scorsi mesi dall'Europa era arrivato il via libera per il passaggio del lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”, una modifica che renderebbe di fatto più semplice adottare piani di controllo. Un secondo via libera era arrivato poi a Berna (Qui Articolo): l'organo del Consiglio d'Europa aveva infatti votato a favore della richiesta Ue in dicembre.
Le associazioni animaliste ed ambientaliste hanno fin da subito criticato duramente la decisione, chiedendo un passo indietro alle autorità europee. Cinque di queste (le italiane Green Impact, Earth e Lndc Animal Protection, l'ungherese Nagy Tavak e la francese One Voice) hanno presentato il ricorso ora accettato dal Tribunale dell'Unione Europea, citando “prove scientifiche, finanziate dall'Ue, contro il declassamento del lupo”. Secondo le associazioni infatti la mancanza di supporto scientifico alla decisione è stata riscontrata “anche da un Rapporto scientifico su ecologie e genetica dei grandi carnivori appena pubblicato e finanziato dall'Ue”.
L'iter legale partito punta in poche parole “all'annullamento della decisione del Consiglio Ue e atti successivi alla Convenzione di Berna sul declassamento del lupo”. I motivi presentati nel ricorso sono sintetizzati nell'informativa pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione, tra questi le associazioni riportano:
-la sottovalutazione di una serie di rapporti di rilevanza internazionale, anche prodotti da enti accademici, i quali indicano la popolazione di lupi in Europa non sia al riparo da rischi significativi;
-il Consiglio Ue ha deciso di proporre alla Convenzione di Berna il downlisting (declassamento) del lupo grigio (Canis lupus), richiamando i medesimi dati scientifici che, nel 2022, avevano condotto l’Unione Europea a votare in senso contrario a una proposta analoga avanzata dalla Svizzera;
-la violazione dei principi di proporzionalità e precauzione, eccesso o sviamento di potere, difetto di istruttoria con riferimento all’inosservanza del principio della "best available science", nonché violazione dei principi espressi dalla Corte di Giustizia circa le deroghe al regime di protezione del lupo comune;
-la violazione dei principi della normativa EU Habitat relativa alla necessità di assicurare una "stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale";
-la decisione impugnata si pone anche in contrasto con le Linee guida stabilite dalla Raccomandazione n.56 (1997) adottata dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna. Tale Raccomandazione prevede che le modifiche agli Allegati I e II della Convenzione debbano essere effettuate in maniera coerente e fondata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili.
Le associazioni di dicono molto soddisfatte per l'accettazione del ricorso: “Qualora il processo davanti dal Tribunale dell'Ue dovesse concludersi con l'annullamento della decisione del 2024 del Consiglio Ue sul declassamento del lupo – dicono – tale annullamento avrebbe un diretto impatto sulla proposta dell'Ue presentata successivamente alla Convenzione di Berna nel dicembre dello scorso anno, svuotandola così di valenza ed efficacia”. Le varie realtà non-profit registrate nell'Unione Europea che vogliano partecipare al ricorso con un atto di intervento, ricordano le associazioni, possono contattare l'indirizzo wolveseuropeancourtcase@greenimpact.it.
In conclusione le associazioni fanno riferimento, come anticipato, alla recente pubblicazione di un ulteriore rapporto scientifico (“2025. Sviluppo di una metodologia per la definizione dei Valori di riferimento favorevoli per i grandi carnivori in Europa”) che “dimostra ancora una volta l'assenza di base scientifica della decisione sul declassamento del lupo”.
“Il rapporto – scrivono – è stato commissionato dalla stessa Commissione europea nel 2023 e pubblicato solo pochi giorni fa. Il rapporto mira a sviluppare nuove linee guida europee per la definizione dei valori di riferimento favorevoli (Fvr), necessari per valutare lo stato di conservazione favorevole delle specie selvatiche nel contesto specifico dei grandi carnivori (orso bruno, lince eurasiatica, lupo, ghiottone, sciacallo dorato). In riferimento al lupo il rapporto richiama la recente letteratura scientifica che indica di introdurre nuovi parametri legati all’ecologia e alla genetica per poter valutare l’effettiva dimensione delle popolazioni di lupi presenti in Europa e la loro conservazione del lungo periodo. Il rapporto fa riferimento alle migliori metodologie scientifiche per la definizione del valore Fvr, che attualmente suggeriscono che almeno la metà delle popolazioni europee di lupo sono caratterizzate da un’insufficiente diversità genetica, tra queste in particolare quelle Scandinave, Iberiche e Italiane. Il target della conservazione della diversità genetica rientra anche negli impegni sottoscritti dall’Unione Europea nell’ambito della Convenzione UN sulla Biodiversità (UN CBD) e sottoscritti nella COP di Montreal – 2022 (goal A7 target 4 Kunming- Montreal, CBD)”.