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Trump, assalto all'ambiente: licenziati migliaia di esperti nei parchi e piazza Nesvik (uccisore di lupi e grizzly) all'istituto natura. Selvaggi: ''Torna il 'white men, dead bears'''

L'analisi del direttore generale della Lipu su quanto sta succedendo negli Usa. Trump ha licenziato 1.000 dipendenti del National Park Service, 3.000 del Forest Service, 1.000 Park Ranger e 400 dell'Agenzia protezione ambiente: ''Si vuole riportare in auge una concezione pre-ecologica della realtà nella quale l'egemonia non è dei diritti, della scienza, della relazione ma è della forza, dei fucili, della frontiera. Insomma non il solito attacco alle leggi ambientali''

Di L.P. - 20 febbraio 2025 - 10:20

MILANO. ''La scorsa settimana Donald Trump ha licenziato 1000 dipendenti del National Park Service, 3000 del Forest Service, 400 dell'Epa (l'Agenzia per la protezione dell'ambiente) e 1000 Park Ranger. Inoltre, ha annunciato (12 febbraio) la nomina di Brian Nesvik alla direzione dello U.S. Fish and Wildlife, l'istituto federale per la natura che fu di Rachel Carson e che per primo scoprì i danni del Ddt sulla vita selvatica. Nesvik, militare di carriera (Guardia nazionale) e già direttore del Dipartimento Caccia e Pesca del Wyoming, "ha una lunga storia di uccisioni indiscriminate di grizzlies e di lupi, abbattuti con i mezzi più vari tra cui l'investimento con veicoli" (Sierra Club)''. Comincia così la riflessione di Danilo Selvaggi direttore generale della Lipu – BirdLife Italia sull'ennesimo disastro targato Trump, questa volta in casa propria.

 

Il presidente americano sta smantellando alcuni dei fiori all'occhiello del paese (tra questi c'era anche l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale l’U.S.A.I.D. che certamente necessitava di una revisione ma per più di 60 anni è stato un progetto di sviluppo e 'salvataggio' internazionale di primissimo piano, qui quanto era stato fatto per il Friuli dopo il terremoto del 1976), e se a livello internazionale si comporta come un ignorante bullo di periferia che insulta senza costrutto, come fatto in questi giorni con Zelensky tacciato di essere un dittatore o con l'Ucraina in generale accusata di aver iniziato lei la guerra, lancia piani demenziali come quello di invadere la Groenlandia o trasformare Gaza in una spiaggia in patria lancia l'assalto a tutto ciò che in qualche modo centra con la natura. 

 

Le politiche ambientaliste e quelle di contrasto alla crisi climatica in atto sono già state schernite a più riprese e quanto sta facendo con parchi e sistemi di tutela della natura ha il sapore dell'assalto alla diligenza. ''La nomina di Besvik - spiega ancora Selvaggi nella sua disanima - che andrà confermata dal Senato, è stata accolta con entusiasmo da cacciatori, agricoltori e vari amministratori statali, anche in relazione alla possibile revisione della legge federale sulle specie protette (Esa, Endagered species act), in modo da dare più poteri diretti agli stati, ad esempio proprio nella gestione dei grizzlies. La rimozione di migliaia di operatori naturalistici e la loro sostituzione con funzionari "Maga", mirata all'abbassamento del sistema pratico di tutele ambientali, anticipa quello che, a breve, dovrebbe essere lo smantellamento del sistema cognitivo e normativo di conservazione della natura negli Stati Uniti e, al tempo stesso, il via libera a una potente serie di interventi estrattivi, di gas, petrolio eccetera, dentro il (o a ridosso del) territorio protetto''.

 

L'attacco all'intelligenza è evidente e Selvaggi lo sottolinea: ''Smantellamento cognitivo e normativo. Le due cose (conoscenze scientifiche e leggi) assieme. Soprattutto, racconta la mentalità alla base del "Fare l'America di nuovo grande" sotto il profilo naturalistico: riportare in auge una concezione pre-ecologica della realtà nella quale l'egemonia non è dei diritti, della scienza, della relazione ma è della forza, dei fucili, della frontiera. White men, dead bears. Insomma - sottolinea il direttore generale della Lipu - non il solito attacco alle leggi ambientali. Qualcosa di diverso. Per far fronte a questa inedita offensiva politica e culturale, le organizzazioni ambientaliste statunitensi stanno organizzando un sistema di risposta legale ma anche forme di resistenza di tipo civile. Al tempo della prima amministrazione Trump funzionò. Questa volta è molto più difficile, pur non impossibile''.

 

''Il compito al quale sono chiamati gli ambientalisti americani - e non solo loro - è grande - conclude Selvaggi -. È il compito di chi deve difendere una visione del mondo e un secolo di storia, da Yellowstone e Yosemite ad oggi, ma anche un'occasione importante per crescere e affrontare i dilemmi del futuro, che sono tanti e intricati, a prescindere da Donald Trump''.

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