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"Orso in paese, la Provincia spiega che è colpa dei rifiuti di un privato? Scarica la responsabilità sui cittadini ma in 20 anni poco si è fatto per educarli"

I referenti della Lav: "Constatare dopo 20 anni di gestione provinciale che le abitudini delle persone non sono mai cambiate, non è altro che un chiaro sintomo di fallimento totale. È il naturale esito dello scarso impegno della Provincia per educare la cittadinanza affinché sia preparata a condividere gli spazi con i plantigradi"

Foto archivio
Di S.D.P. - 20 febbraio 2025 - 18:11

TRENTO. "A poche ore dalla nostra denuncia pubblica dell’ennesimo caso di orso attirato in aree abitate a causa della malagestione dei rifiuti, la Provincia autonoma di Trento ha tenuto a replicarci con grande solerzia, la stessa che dovrebbe avere nell’implementazione delle misure per prevenire gli incidenti con i plantigradi". A parlare sono i referenti della Lav (Lega anti vivisezione), che nelle scorse ore hanno elaborato un comunicato stampa per rispondere alla Provincia.

 

Tutto ha avuto inizio dopo che l'amministrazione ha informato (attraverso il piccolo report mensile dedicato ai grandi carnivori) che lo scorso 7 gennaio un giovane orso si è avvicinato alle case a Lagolo, attirato dai rifiuti. Dopo la vicenda la Lav era intervenuta sottolineando l'importanza di garantire "strumenti basilari" come i cassonetti anti-orso e poco più tardi a intervenire era stata la Provincia, che in un comunicato ufficiale replicava: "L'Amministrazione provinciale non è in grado di monitorare quotidianamente tutte le utenze private, il che rende fondamentale la collaborazione dei cittadini nel corretto smaltimento dei rifiuti".

 

"Anche nel corso dell’inverno, durante le operazioni di presidio della zona, il Corpo forestale trentino ha richiamato residenti ed ospiti a prestare la massima attenzione sulla gestione dei rifiuti nelle aree in cui i plantigradi sono presenti" (QUI ARTICOLO). Nelle scorse ore, come detto, un nuovo intervento della Lav: "La Provincia ha specificato che l’orso in questione ha rovistato in un bidone per l’umido di un privato, scaricando la responsabilità sui cittadini". 

 

"Tuttavia, constatare dopo vent’anni di gestione provinciale della coesistenza con gli orsi che le abitudini delle persone non sono mai cambiate, che continuano a comportarsi come se questi animali non fossero presenti sul territorio, non è altro che un chiaro sintomo del fallimento totale della Provincia. È il naturale esito del suo scarso impegno per educare la cittadinanza affinché sia preparata a condividere gli spazi con gli orsi".

 

 

RIPORTIAMO DI SEGUITO IL RESTO DELL'INTERVENTO

 

In seguito, la Provincia esalta il proprio sistema di gestione dei rifiuti, sottolineando che il piano di adeguamento alla presenza dell’orso è stato avviato addirittura 14 anni fa. Ad ogni modo, a riprova dell’inaccettabile pressapochismo gestionale, in Orsi Problematici in Provincia di Trento, rapporto tecnico pubblicato nel 2021 dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e dal Museo delle Scienze di Trento, si legge che “il Servizio competente della Provincia sta procedendo a sostituire i bidoni forniti sino ad ora (…) con grandi campane in metallo con apertura a chiavetta, di fatto dei veri e propri bidoni a prova di orso, a differenza dei primi”.

 

Inoltre, la sostituzione dei bidoni dell’organico in Trentino non sarà conclusa prima del 2028: evidentemente la Provincia ritiene troppo costoso sborsare il prima possibile pochi milioni di euro per garantire la sicurezza dei propri cittadini, nonostante spenda volentieri cifre analoghe ogni anno sparando neve artificiale per affollare le montagne trentine di turisti. 

 

“È emblematica la fotografia scattata lo scorso 16 agosto a un bidone situato proprio a Lagolo, frazione di Mandruzzo in cui il 7 gennaio è stato avvistato l’orso che rovistava dalla spazzatura – dichiara Federico Crisetig, Area Animali Selvatici LAV – da un lato dimostra che nella zona ci sono ancora cestini pubblici accessibili agli orsi e dall’altro palesa l’inconsapevolezza dilagante tra i cittadini riguardo alla corretta gestione dei rifiuti, due enormi carenze imputabili esclusivamente alle manchevoli politiche dell’amministrazione provinciale”. 

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