I lupi? La Provincia di Vicenza vuole abbatterli e parla di 'danni al turismo' e rischio 'attacchi a bambini'. ''Le istituzioni lavorino a prevenzione e informazione corretta''
L'associazione ''Io non ho paura del lupo'' interviene dopo le uscite pubbliche di vice presidente e presidente della Provincia: ''Se la Provincia intende affrontare il problema delle malghe abbandonate lo faccia su basi concrete e documentate, anziché inseguire narrazioni ideologiche che ignorano le vere cause dello spopolamento montano, tra cui le difficoltà del settore zootecnico e l'eccessiva burocrazia che grava specialmente sui piccoli allevatori''
VICENZA. Ha parlato di ''gestione chirurgica'' dei lupi che si attuerebbe con ''l'abbattimento''. ''Questo - ha aggiunto - anche per evitare di arrivare agli indennizzi per cui in un anno la Regione Veneto spende dai 400 agli 800 mila euro; soldi che invece andrebbero usati per prevenire. E chiediamo un risarcimento danni anche per gli animali d’affezione, non solo per quelli da reddito''. L'intervista del vicepresidente della Provincia di Vicenza pubblicata oggi sul Giornale di Vicenza sta facendo discutere.
Come sta facendo discutere (in un quadro tra il comico e il tragico visto il contenuto del testo) una lettera ufficiale della Provincia di Vicenza inviata a fine anno al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il titolo era ''Allarme lupo, Nardin: “Urgente un piano di contenimento”'' e nel testo frasi del tipo ''la preoccupazione è tanta, i lupi hanno preso confidenza con gli spazi umani e si sono verificati, anche se non a Vicenza, attacchi a bambini. Un punto di non ritorno a cui non vogliamo e non dobbiamo arrivare. Bisogna ristabilire un equilibrio che permetta una convivenza pacifica''. E ancora roba del tipo: ''L’eccessiva presenza dei lupi sta avendo conseguenze gravi sotto il profilo sociale ed economico. Dal punto di vista sociale, aumenta la percezione di insicurezza. Dal punto di vista economico, il fenomeno incide su due importanti fonti di reddito del territorio vicentino, quella turistica e quella agricola dell’allevamento''. E quindi ancora una volta la richiesta di poter procedere all'abbattimento di alcuni esemplari.
''Come Associazione fondata da abitanti di montagna, impegnata da anni nella conservazione del lupo e nella promozione della coesistenza con le attività umane, riteniamo doveroso esprimere la nostra posizione'', spiegano dall'associazione 'Io non ho paura del lupo' tra le più titolate a parlare e composta da esperti e appassionati con grande cognizione di causa. ''In primis vorremmo ricordare alla Provincia di Vicenza che il lupo è oggi una specie particolarmente protetta e che le istituzioni hanno il dovere di tutelarne la conservazione''. Una piccola ma semplice considerazione che dovrebbe bastare da sola a chiudere il discorso ma ci sono tutte le altre questioni sollevate dai rappresentanti della Provincia di Vicenza che necessitano di correzioni.
''Uno dei punti sollevati nella lettera riguarda il presunto impatto negativo del lupo sul turismo, un'affermazione priva di fondamento - comunicano dall'associazione -: per quanto noto, ad oggi non esiste alcun dato concreto che dimostri un calo del turismo a causa della presenza del lupo. Al contrario, il lupo rappresenta un simbolo di un ecosistema sano e un valore aggiunto per il turismo naturalistico, come dimostrano i milioni di euro generati a livello globale da questa forma di turismo in costante crescita, anche in Europa''.
''Un altro punto critico della lettera riguarda il presunto "aumento nella confidenza di tali animali con gli spazi umani", un'affermazione non supportata da alcun dato scientifico. La presenza occasionale del lupo nei pressi di strutture umane non è sintomo di confidenza, come ribadito anche dalla tabella di classificazione di comportamenti del lupo e relativa valutazione del rischio di abituazione dell’animale (pag.7) redatta dalla Large Carnivore Initiative for Europe nei documenti gestionali destinati alle istituzioni, ma è bensì il risultato di dinamiche ecologiche complesse che meritano un'analisi seria, non semplificazioni. La richiesta di un "indice di sopportabilità" della popolazione di lupi - spiegano dall'associazione - appare un concetto arbitrario e difficilmente applicabile nei termini espressi dalla Provincia nella sua lettera, oltre che in contrasto con le normative italiane ed europee. Questo non significa che gli abbattimenti siano un tabù: non lo sono nemmeno per la nostra Associazione. Tuttavia, qualsiasi intervento deve essere preceduto da una solida politica di prevenzione, monitoraggio, ricerca scientifica e sensibilizzazione pubblica, aspetti che oggi risultano gravemente carenti in Provincia di Vicenza e, più in generale, in molte aree del Paese''.
''Se la Provincia intende affrontare il problema delle malghe abbandonate - chiarisce 'Io non ho paura del lupo' - lo faccia su basi concrete e documentate, anziché inseguire narrazioni ideologiche che ignorano le vere cause dello spopolamento montano, tra cui le difficoltà del settore zootecnico e l'eccessiva burocrazia che grava specialmente sui piccoli allevatori. Inoltre, nelle recenti dichiarazioni pubblicate dal Giornale di Vicenza, un rappresentante della Provincia ha parlato genericamente di danni provocati dai lupi in tutta la Regione Veneto, senza fornire informazioni dettagliate. Riteniamo indispensabile un approfondimento su questi dati, soprattutto per chiarire l'origine di tali danni e valutare le gravi carenze nella prevenzione, che da oltre un decennio caratterizzano alcune aree del Veneto. In molte di queste zone, a causa di resistenze ideologiche, si continuano a lasciare gli animali incustoditi e privi di sistemi di protezione, nonostante la disponibilità di strumenti forniti dalla Regione, generando così un costo per la collettività che potrebbe essere contenuto, iniziando ad indennizzare solo coloro che usano mezzi di prevenzione, come da direttive europee''.
Nella lettera si parla anche di paura: il senso di insicurezza diffuso tra la popolazione è spesso alimentato proprio da questo tipo di allarmismo, basato su ideologie che demonizzano i grandi carnivori anziché su un'analisi razionale della situazione. ''La Provincia - completano dall'associazione - potrebbe confrontarsi con altre realtà italiane che convivono con il lupo da decenni, in numeri di molto superiori ai circa 90 esemplari stimati nel vicentino per apprendere le migliori strategie di coesistenza utili alla comunità. Inoltre vorremmo invitare la Provincia a fare una valutazione su come, negli ultimi anni, il “tema lupo” sia stato proposto alle comunità vicentine a livello mediatico. In conclusione, ribadiamo la nostra fiducia nell’operato istituzionale confidando in un cambio di rotta e ci rendiamo disponibili a collaborare con la Provincia e le altre istituzioni per sviluppare un approccio equilibrato basato sulla scienza, sul dialogo e sulla coesistenza, piuttosto che su proclami ideologici''.
La questione non si riduce a un semplice "abbattimenti sì - abbattimenti no", ma richiede un percorso condiviso e guidato da esperti, per garantire la tutela delle attività economiche e la conservazione del lupo. ''Questo predatore - la conclusione - è una componente essenziale dell'ecosistema italiano e vicentino: imparare a convivere con esso non è solo un dovere morale, ma una scelta strategica per il futuro del nostro territorio''.