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Lupi avvelenati, l'appello delle associazioni: "Si facciano indagini serie e veloci, la Provincia si costituisca parte civile: occorre dare un segnale forte"

Le associazioni ambientaliste chiedono alla Provincia di Trento di costituirsi parte civile e alla procura indagini rapide ed efficaci: "Solo un lavoro investigativo approfondito potrà assicurare che i responsabili di questo gesto ignobile vengano identificati e sottoposti alla giustizia. Fondamentale poi istituire un corpo specializzato di cani antiveleno per prevenire nuovi episodi"

Pubblicato il - 06 febbraio 2025 - 09:56

TRENTO. L’avvelenamento di 4 lupi a Levico (QUI L'ARTICOLO) ha scatenato la dura reazione delle associazioni ambientaliste, che con un comunicato ufficiale hanno chiesto un intervento deciso delle istituzioni.

 

Le Associazioni Enpa del Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, Io non ho paura del lupo, Lipu sezione di Trento, Pan Eppaa, Mountain Wilderness e Wwf Trentino sollecitano la Provincia di Trento a prendere una posizione più netta e la procura ad agire con determinazione per individuare i responsabili.

 

"Ci appelliamo - recita il comunicato - all’assessore Roberto Failoni chiedendo che la Provincia di Trento si costituisca parte civile in questa grave vicenda. Il coinvolgimento diretto delle istituzioni è un passo necessario per dimostrare un impegno concreto nella difesa del nostro patrimonio naturale e per affermare il principio che la tutela dell’ambiente è un dovere condiviso e inderogabile".

 

"Contestualmente, ci rivolgiamo con determinazione alla procura di Trento, invitandola a mettere in campo tutte le risorse possibili per garantire indagini efficaci e tempestive. Solo un lavoro investigativo approfondito potrà assicurare che i responsabili di questo gesto ignobile vengano identificati e sottoposti alla giustizia. Chiediamo che vengano adottate tutte le misure necessarie per fare piena chiarezza sui fatti, proteggere il nostro territorio da futuri episodi simili e tutelare la reputazione della società trentina, che non può e non deve essere associata ad atti barbari di questa natura, ora giunti all’attenzione della cronaca nazionale e internazionale".

 

"Questo crimine - proseguono le associazioni - è un attacco diretto non solo alla natura, ma anche al senso di responsabilità collettiva che ci lega come comunità. Non possiamo permettere che simili episodi vengano banalizzati o ignorati: è necessario un segnale forte e inequivocabile da parte di tutti gli attori coinvolti".

 

"In conclusione, ribadiamo quanto sia fondamentale istituire un corpo specializzato di cani antiveleno per prevenire e individuare tempestivamente esche avvelenate, rafforzando così le azioni di contrasto contro questi crimini".

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