La Lega spinge ancora per Bisesti, che continua a dire no. "Facciamo in fretta" aveva avvertito otto mesi fa. Centro destra ancora al palo: gli elettori sono furibondi
Il Carroccio ha fatto un gran "pastrocchio" e, non sapendo che pesci pigliare (ma rifiutando anche le proposte altrui), ha portato la questione a Roma, dove decideranno nei prossimi giorni e, probabilmente, danno la partita già per persa. E. intanto Camilla Girardi, il cui nome era stato accostato alla coalizione (non da Il Dolomiti), smentisce categoricamente: "Il mio nome messo in prima pagina, ma io non ho mai parlato con nessuno. E, in ogni caso, avrei cortesemente rifiutato"
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TRENTO. Se prima era "quasi" una certezza, adesso è certificato: è tutto assolutamente paradossale.
E chi, più di otto mesi fa, aveva invitato tutti a fare in fretta, a non ripetere gli errori commessi a Rovereto, ad avviare le operazioni per cercare di "strappare" Palazzo Thun alla sinistra, è proprio colui che il centro destra oggi vorrebbe "sacrificare" nella corsa - ormai completamente impari e impossibile - con Franco Ianeselli. La contesa elettorale del 4 maggio sembra già segnata, quando mancano appena tre settimane alla presentazione delle liste.
A giugno 2024, pochi giorni dopo la débacle roveretana, dove il centro destra si presentò diviso al primo turno e poi si alleò (per forza) al ballottaggio, subendo però una pesantissima sconfitta da Giulia Robol, ma anche dopo l'eccellente risultato conseguito alle elezioni europee (le cui dinamiche sono però completamente diverse), il capogruppo della Lega in Consiglio Provinciale Mirko Bisesti invitò l'intera coalizione a darsi da fare in tempi brevissimi per individuare il nome del candidato sindaco del capoluogo.
Parole che si sono letteralmente perse nel vento perché, nei mesi successivi, il centro destra (qualcuno, a questo punto, potrebbe dire: ma centro destra "de che"?) non solo non è riuscito ad individuare un nome che potesse unire la coalizione, ma non ha fatto altro che litigare, discutere, ritrovarsi (poche volte, tranne nelle ultime settimane), comunicare tramite note ufficiali e interviste, eccetera, eccetera.
Bisesti non ha mai fatto mistero del fatto che, a fronte di una proposta costruttiva, fatta per tempo e con la coalizione compatta, lui ci sarebbe stato. A fronte di tutte le garanzie del caso, l'ex assessore provinciale si sarebbe buttato nella mischia. Adesso no, è troppo tardi.
E, allora, dopo settimane di confronti senza "sale", la Lega, non volendo dire "sì" alla proposta di Fratelli d'Italia, che sul tavolo ha messo il nome di Ilaria Goio (debole, francamente, ma almeno disponibile a farsi carico di quello che adesso è diventato esclusivamente un "onere") e non sapendo minimamente che pesci pigliare (altro paradosso, forse il più grande di tutti), ha deciso di portare la questione nella Capitale e di passare la "palla" ai vertici. Che poi, è bene chiarirlo, a discutere della questione non sono stati e non saranno mai Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, nemmeno i loro "vice" e forse neppure i responsabili degli Enti Locali.
Il motivo? Numeri alla mano Trento "conta" quanto un municipio di Milano (forse addirittura meno), non vi è più tempo per organizzare una campagna elettorale credibile e la sfida contro Ianeselli, che cinque anni fa stravinse al primo turno, rifilando oltre 24 punti percentuali all'avversario Andrea Merler, è impari. La corsa a sindaco di Trento viene data ormai per persa e, dunque, l'interesse a riguardo che c'è a Roma è relativo. Molto relativo, alla luce soprattutto del fatto che la coalizione che da sette anni governa la Provincia non è riuscita a trovare un minimo accordo in otto mesi.
La Lega, dunque ha fatto un gran "pastrocchio": dopo aver lanciato e "pompato" per settimane e settimane il nome di Mauro Giacca (che non ha mai detto "sì", ma nemmeno "no": è stato questo il suo errore, non certamente il primo, a livello di comunicazione), alla fine ha dovuto riscontare la mancata disponibilità del presidente del Trento Calcio e, a quel punto, anziché dimostrarsi disponibile, ha deciso di complicare le cose.
Il Carroccio locale ha detto "no" alle altre proposte e continua - a tutt'oggi - a proporre il nome di Mirko Bisesti che, in questo momento, deve "resistere" alle pressioni del suo stesso partito e non sa più quale lingua utilizzare per dire "no, no e ancora no". Paradossale? Financo assurdo, oppure qualcuno vuole mandare il consigliere provinciale allo "sbaraglio" e incontro ad una "figuraccia"? Forse, non è da escludere (altro paradosso, ormai abbiamo perso il conto).
Intanto, nel "calderone" di nomi usciti in queste settimane - segno tangibile di una grande confusione e seri problemi a livello comunicativo - ci è finito, suo malgrado, anche quello dell'imprenditrice trentina Camilla Girardi, presidente di Federauto Trentino, vicepresidente dell’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino e, da qualche mese, coordinatrice del comitato tecnico di Federauto Italia dedicato al territorio ed agli enti locali.
Ebbene, la diretta interessata, il cui nome è stato "sbattuto" in prima pagina a sua totale insaputa da diversi media (non da Il Dolomiti), ci tiene a smentire categoricamente non solamente di non essere in corsa per il ruolo di candidata sindaco, ma di non essere mai stata contatta dalla coalizione o da qualche suo rappresentante.
"Sono molto lusingata che qualcuno abbia pensato a me - spiega Camilla Girardi - ma i numerosi e importanti impegni con l'associazione che presiedo e con la mia azienda m'impediscono di prendere in considerazione qualsiasi proposta di questo tipo. E poi, detto per inciso, a me non è mai stato chiesto nulla. Anzi, non ho proprio sentito nessuno e mi sono stupita del fatto che sia stato fatto pubblicamente il mio nome. Trattasi, dunque, di una non "non notizia" destituita di ogni fondamento".
L'ennesimo passo falso di una campagna elettorale che non mai cominciata. Ma, alla fine, dopo la "figuraccia" che si prospetta il prossimo 4 maggio, qualcuno risponderà del "teatrino" indecoroso per la democrazia e per la città di Trento a cui si sta assistendo?
I primi ad essere furibondi sono proprio gli elettori di centro destra del capoluogo e in tanti si chiedono: "Ma veramente è questa la considerazione nei confronti della città?". E, nella Lega, intanto, c'è già chi è pronto a chiedere le dimissioni del segretario Diego Binelli. Che, questa partita, al pari di quella che si sta giocando a Riva del Garda, l'ha gestita non male. Malissimo.