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Tensione per la nomina del procuratore generale della Corte di cassazione. L'avvocata laica Eccher non vota con la maggioranza e si esprime per un altro nome

Il vertice della Corte di cassazione cambia per il pensionamento di Luigi Salvato. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avrebbe voluto una scelta unanime La maggioranza della V Commissione è per Pietro Gaeta ma l'avvocata trentina Claudia Eccher si è espressa a favore di Pasquale Fimiani. Sarà il plenum a decidere

Pubblicato il - 17 febbraio 2025 - 13:30

ROMA. C'è tensione per la nomina del nuovo procuratore generale della Corte di cassazione, il plenum sarà chiamato a decidere per il vertice della magistratura requirente, posto che sarà vacante per il pensionamento di Luigi Salvato. In pole position c'è Pietro Gaeta mentre in corsa c'è anche Pasquale Fimiani. L'invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di una scelta unanime è quindi caduto nel vuoto. 

 

Sono, infatti, due le proposte presentate in V Commissione: Pietro Gaeta, che arriva al plenum, con la maggioranza di 5 voti. Per l'avvocato generale della Cassazione si sono espressi tutte le correnti dei togati ma anche Ernesto Carbone, componente laico eletto da Italia Viva. E poi c'è sul tavolo il nome di Pasquale Fimiani, un altro avvocato generale. 

 

In questa direzione ha votato l'avvocata trentina, componente laica in quota Lega, Claudia Eccher. Nessuna preferenza invece per Alfredo Pompeo Viola (procuratore generale aggiunto della Cassazione), la cui nomina è stata annullata, e il pg di Genova Mario Pinelli.

 

A raccontare di una certa tensione nel Csm sono il dubbio e Dagospia. La scelta di Eccher di discostarsi dalla maggioranza delle preferenze, ma anche dalle indicazioni del Colle, è riconducibile alla chat tra Gaeta e Luca Palamara, ex presidente dell'Anm e l'ex "zar delle nomine". 

 

Queste chat, a corrente alternata, vengono usate per punire o assolvere magistrati che, a turno, si sono ritrovati a bussare alla sua porta per consigli o aiuti. La vicenda di Gaeta, si legge, non è chiarissima e riguarda una sola conversazione, divisa in più messaggi, non inviati dall'avvocato generale. Conversazioni che però emergono a pochi giorni da una votazione importante per la magistratura.

 

Secondo l’interpretazione dei laici di centrodestra, Gaeta, magistrato in quota Md (la corrente più invisa alla maggioranza), avrebbe chiesto un appuntamento a Palamara. Non direttamente, ma attraverso la mediazione di un altro magistrato. E i due quotidiani riportano anche le conversazioni. 

 

"Ciao Luca - scriveva il 26 aprile 2018 Pina Casella, sostituto procuratore generale della Cassazione in quota Unicost, la stessa corrente di Palamara - sono in ufficio con Piero Gaeta che vorrebbe salutarti come già sai. Io ritorno a Roma il 2. Riesci quella settimana a passare dalle nostre parti per un caffè?". "Sì, assolutamente sì, con piacere", la risposta di Palamara.

 

L’incontro venne poi rimandato, ma i messaggi continuarono fino a quando non fu possibile programmare l’incontro: il 16 maggio. "Siamo a pranzo al francese - scriveva Casella - ti aspettiamo per il caffè come d’intesa".

 

"Alle 15.15 sono da voi", rispondeva l’ex presidente Anm. La promozione di Gaeta arrivò quando Palamara non era più al Csm a febbraio 2019. Era comunque il più titolato, l’unico nome possibile da scegliere e infatti superò all’unanimità la prova del plenum, che lo scelse come avvocato generale. Non c’è dubbio che non servisse l’aiuto di Palamara. Anche non ci sono prove che ci sia mai stato questo aiuto. Ma la storia si tinge di un altro elemento perché a sostenere l’accusa nel procedimento disciplinare a carico di Palamara è stato lo stesso Gaeta, che poi propose e ottenne la radiazione. Da qui il disagio espresso da Eccher.

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