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La proposta del pastore Albino diventa una mozione in Provincia. Dallapiccola: ''La Pat assuma stagionalmente personale che si occupi della guardiania''

Dopo l'articolo de il Dolomiti la proposta del pastore del Lagorai è diventata una mozione presentata in Aula dal Patt. Intanto una lettrice ha segnalato al nostro quotidiano che un progetto simile esiste già sulle Alpi bergamasche. E' alla quinta edizione e l'anno scorso ha coinvolto 50 giovani volontari e 9 alpeggi con risultati straordinari da ogni punto di vista

Di Luca Pianesi - 27 agosto 2020 - 05:01

TRENTO. Si chiama Pasturs ed esiste già in Lombardia, sulle montagne del bergamasco, e sta rappresentando una grande risorsa per facilitare la convivenza tra grandi carnivori e pastori. A segnalarcelo una lettrice che dopo aver letto il reportage de il Dolomiti firmato da Lucia Brunello e da Claudia Schergna nel Lagorai sulle tracce dei lupi e la proposta del pastore Albino Stroppa di creare dei ''guardiani dei predatori'' che aiutino chi conduce le greggi a prevenire gli attacchi dei grandi carnivori e dia supporto all'attività di pastorizia. 

 

La proposta di Albino è stata letta, evidentemente, con attenzione anche dai consiglieri provinciali del Patt che hanno depositato una mozione a firma Dallapiccola, Demagri, Rossi per ''attivare un servizio di custodia e guardiania gestito direttamente dalla Provincia''. ''E’ necessario ribaltare il concetto di responsabilità relativa alla custodia - spiega l'ex assessore competente Michele Dallapiccola riprendendo proprio le parole di Albino -: chi ha il compito istituzionale di gestire il lupo, deve custodirlo affiancandosi a chi per propria scelta di vita lavorativa si occupa invece della custodia del proprio gregge. E’ in questo senso che la provincia potrebbe attivare un servizio supplementare di presidio del territorio attraverso l'assunzione stagionale o temporanea di personale che si occupi della guardiania''.

 

''All'uopo - prosegue il testo della mozione - potrebbero venire utilizzati ragazzi iscritti alle liste del servizio civile o direttamente collegati a istituzioni museali. Il periodo di permanenza in alta quota a fianco di greggi e grandi carnivori potrebbe configurarsi come un’occasione per raccogliere anche dati scientifici. In questo caso si ribalterebbe anche il concetto di spesa per custodia trasformandola in un investimento. La ricaduta diretta di quanto stanziato si trasformerebbe infatti in posti di lavoro proprio per categorie sociali da quel punto di vista particolarmente fragili. Senza contare che un'estate lavorativa in malga o in montagna è estremamente interessante e formativa''.

 

Insomma, dopo tante chiacchiere e spot senza alcun costrutto (si ricorderà il provvedimento preso dalla giunta Fugatti di attivare le forze dell'ordine per gestire il fenomeno. Queste avrebbero dovuto allungare i loro controlli a zone periferiche e in caso di incontro con lupi vicino alle case avrebbero dovuto chiamare il 112 o un numero di cellulare: un progetto talmente assurdo che era durato quelle settimane di sperimentazione per poi essere accantonato nel silenzio generale) finalmente la politica si muove con un'idea nuova che parte dal basso e può dare risposte vere al settore. Una proposta che potrebbe ricalcare quanto sta succedendo da anni nel bergamasco.

 

Il progetto Pasturs è molto simile alla proposta di Albino Stroppa e del Patt. La scorsa estate (era la quarta edizione) erano stati coinvolti 50 volontari e 9 alpeggi e la soddisfazione era stata tantissima tra i partecipanti. ''L’avventura dei volontari è cominciata a metà giugno - si legge sulla pagina del progetto che coinvolge la Cooperativa Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, Parco delle Orobie Bergamasche e WWF, con la collaborazione di Regione Lombardia - quando si è tenuto il corso di formazione che è servito a farli entrare nel giusto clima e metterli al corrente delle più importanti tematiche e modalità di comportamento da tenere in alpeggio. Dopo queste due giornate di formazione, i volontari hanno trascorso da 1 a 3 settimane in alpeggi della provincia di Bergamo, aiutando i pastori nel loro lavoro''.

 

''In particolare - si spiega - i volontari si sono occupati della sorveglianza del gregge, di montare e smontare le recinzioni elettrificate, hanno aiutato i pastori nella gestione dei cani, sensibilizzato i turisti sulle tematiche di biodiversità oltre ad essere stati di aiuto nelle faccende quotidiane (cucinare, accendere il fuoco, fare il fieno, aiuto nella gestione delle pecore malate ecc.). Inoltre, gli studenti universitari hanno avuto la possibilità di effettuare un tirocinio e di rendere l’esperienza protagonista della loro tesi di laurea''.

 

Insomma qualcosa di concreto e serio che sta riducendo al minimo i conflitti tra uomo e grandi carnivori e mostra una strada virtuosa, da tutti i punti di vista, da seguire. I progetti di tutela di lupi e orsi in Trentino sono stati ammirati in tutto il mondo (pur con le criticità che nel tempo si sono venute a creare) e premiati ad ogni livello. Purtroppo una parte della politica locale ha dimostrato di essere più interessata a lamentarsi (dichiarando senza alcuna base scientifica che gli orsi sono troppi, per esempio) e a fomentare paura e conflitti che a provare a fare qualcosa per affrontare i problemi. Ora un'idea sul tavolo c'è, grazie a un pastore, che ha vissuto sulla sua pelle la questione, e a chi in politica lo ha saputo ascoltare. Esistono già esempi simili da riprodurre, integrare e migliorare. Non ci sono più scuse

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