La Lega si tiene stretta Riva del Garda (dove vince per 140 voti) ma il disastro è totale: i trentini bocciano Fugatti e la sua amministrazione
L'unica piazza conquistata da chi governa la Provincia da due anni è stata vinta per un pugno di voti nonostante un apparentamento e 11 liste schierate contro le 5 di Mosaner. In molti Comuni c'era voglia di cambiamento ma la paura di finire nella mani di qualcuno come chi amministra la Pat ha prevalso e così anche Rovereto e Arco, dopo Trento sono restate al centrosinistra autonomista
TRENTO. Il Trentino volta le spalle alla Lega e boccia l'amministrazione Fugatti in Provincia. Il ballottaggio traccia un quadro, se possibile, ancor più fosco per la maggioranza in consiglio provinciale e l'abbraccio, di ieri sera, del segretario (e assessore all'istruzione) Mirko Bisesti alla candidata sindaca di Riva del Garda aveva qualcosa di malinconico, di chi ha capito che questa vittoria se la dovrà tenere ben stretta perché più unica che rara. Tanto da condividerla subito con il Capitano Salvini che, forse ignaro dell'esito delle amministrative negli altri 157 comuni che hanno votato tra settembre e ieri in Trentino (e se vogliamo anche in Alto Adige dove Bolzano e Merano hanno confermato i sindaci uscenti respingendo la Lega) ha voluto condividere questo successo ''Straordinario''.
E dire che anche in riva al lago, nonostante un apparentamento da far storcere il naso anche ai più appassionati di Realpolitik e una dote di voti altissima portata da Malfer e i suoi (anche dal Patt) che al primo turno si erano fermati al 27,94% (a soli 5 punti da Santi e 7 da Mosaner), l'hanno dovuto sudare questo successo, eccome. Mosaner, dato per spacciato all'inizio della contesa, se l'è giocata fino all'ultimo perdendo per poche centinaia di voti rischiando di rovinare anche l'unica festa annunciata per il blocco provinciale sui circa 150 comuni che sono andati a votare.
Il bilancio, infatti, è impietoso con tutti i principali centri che hanno respinto quella Lega che due anni fa aveva vinto in scioltezza le elezioni provinciali. Ma due anni di giunta Fugatti hanno fatto paura a tutti mettendo a nudo l'insipienza di una classe dirigente che non c'è, di politici improvvisati, di assessori e consiglieri provinciali che imbarazzano per modi e contenuti. In una settimana pre-elettorale che ha visto Fugatti rimangiarsi la sua legge sulle chiusure domenicali dei negozi, vedersi respingere quella sul requisito dei 10 anni per le case Itea, venire denunciato per maltrattamento di animali per la vicenda orsi, vedersi impugnate tre norme dell'assestamento di bilancio e accompagnare Zaia a fare campagna elettorale a favore della Valdastico, a Rovereto. Un capolavoro, quest'ultimo, paragonabile forse solo alla promessa in conferenza stampa, a pochi giorni dal voto per Trento, che avrebbe portato Vasco Rossi a cantare a Mattarello, salvo poi essere smentito dallo stesso Blasco.
Strano ma vero, Fugatti e i suoi candidati sono stati battuti ovunque: Trento doveva essere partita aperta, ma così non è stato; a Rovereto c'era da giocarsela, ma Valduga ha vinto con quasi il 65%. Ad Arco sembrava fatta, ma nemmeno per sogno, Betta si è confermato con oltre il 60% dei consensi. Riva ha ceduto ma la vittoria è arrivata, per Santi, con la bellezza di 11 liste a suo sostegno contro le 5 di Mosaner e il successo è stato determinato da 140 voti. Un'inezia che deve far riflettere il centrosinistra.
Con questa Lega dei Bisesti, dei Savoi, dei Fugatti, se non si fanno errori come a Riva, dove ha prevalso il polotronismo del Patt che per paura di restare tagliato fuori ora governerà seduto al fianco di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, si può vincere ovunque. Ultimo ma non meno importante il caso di Avio. Qui il Comune resta in mano alla destra ma Fracchetti, sostenuto dalla Lega e da Forza Italia, ha ottenuto un faticosissimo 53,31%, contro, indovina-indovinello, proprio il Patt che qui ha fatto una scelta coraggiosissima e in linea con ideali e principi del Partito autonomista, al contrario che a Riva: correre da solo guidato da Pilati sfiorando addirittura il successo (il 46,69% è un risultato incredibile per una lista unica).
Insomma, anche in quei Comuni dove comunque c'era voglia di cambiamento, come in partenza erano Rovereto e Arco, alla fine la paura del governo di questa Giunta leghista è bastata a far vincere il centrosinistra. Ma il centrosinistra autonomista dovrà sapersi organizzare per tempo e presentarsi rinnovato e con un progetto chiaro e definito agli elettori, perché non è detto che basterà (forse sì ma meglio non farci affidamento) la paura che Fugatti e soci possano governare per un altro mandato la Provincia a scalzarli da lì.