A22, scoppia il caso. Team K: “Sabotaggio completo. Fallimento annunciato”. Pd: “Percorso tutt’altro che trasparente”. Demagri: “Cosa accadrà ai dipendenti?”
Secondo il Team K, il governatore Kompatscher "non ha saputo – o voluto – opporsi con decisione". Il Movimento Casa Autonomia esprime preoccupazione per il futuro dei dipendenti di A22, visto che la gara "potrebbe essere vinta di qualcun altro". Il Partito Democratico trentino: "Toni trionfalistici di fine anno ampiamente superati dalle molte incognite emerse in un percorso che in questi anni è stato tutt’altro che trasparente"
BOLZANO. "Le questioni in sospeso relative all'Autostrada del Brennero saranno risolte in tempi brevi e la gara per l'assegnazione della concessione sarà finalmente avviata": questa è stata l'assicurazione ricevuta dai presidenti delle Province di Bolzano, Arno Kompatscher, e di Trento, Maurizio Fugatti, che a Roma hanno incontrato il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini. Ma la gara ora, diventa un caso. Mancano infatti garanzie che la norma della "prelazione" sia applicata al bando e la società A22 vuole tutelarsi. Mentre si cerca di fare chiarezza intorno alle complicate questioni tecniche, la politica regionale salta sulle barricate, puntando il dito in particolare contro i presidenti.
In provincia di Bolzano è il numero uno del Team K, Paul Köllensperger a definire l'epilogo della vicenda addirittura disastroso. “La costituzione di una società in-house interamente pubblica era l’unica via percorribile per garantire il controllo della A22 da parte dei territori. Oggi i nodi vengono al pettine a ennesima conferma della gestione fallimentare di questa partita da parte del Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti”. Secondo il Team K è da tempo che Fugatti sta lavorando “più per gli interessi del Veneto e dei soci fuori regione che per quelli del Trentino-Alto Adige (...) sabotando dall’inizio il percorso della società in-house, rallentando e boicottando le decisioni necessarie per la sua costituzione”. “Il risultato? Il nostro territorio rischia di perdere il controllo su un’infrastruttura fondamentale, a tutto vantaggio di altri attori che hanno sempre spinto per un modello diverso da quello deciso in Consiglio regionale. Se oggi siamo arrivati a questo punto, è per responsabilità politica diretta di Fugatti e di chi lo ha lasciato fare”, dichiara il consigliere Paul Köllensperger. E colui che l'ha lasciato fare, tra gli altri, sarebbe proprio Kompatscher.
“Ancora una volta ha invocato la soluzione migliore per poi adeguarsi servilmente a quella peggiore. Se la concessione dell’A22 sarà messa a gara, è anche per colpa di chi non ha saputo – o voluto – opporsi con decisione”, conclude Köllensperger.
Le preoccupazioni non mancano nemmeno per la trentina Paola Demagri, consigliera del Movimento Casa Autonomia, secondo la quale “lo stesso Presidente altoatesino è tornato più volte su questo argomento cercando di minimizzare le insidie che potrebbero nascere dentro a un simile procedimento tecnico”. "Certo" prosegue Demagri “ad un ascoltatore neanche troppo smaliziato salta subito agli occhi che per stessa affermazione del Presidente si ammette che questa gara potrebbe vincerla qualcun altro. Nel tal caso, come giustificativo all'eventuale figuraccia politica, va comunque affermando che secondo il bando, chiunque vincesse la gara si troverebbe obbligato ad effettuare gli investimenti richiesti dal Trentino Alto Adige. Anche riguardo all'impossibilità di redistribuire dividendi cerca parole miti. Ammesso e non concesso che queste spiegazioni possano bastare ci si chiede che fine farebbe l'istituzione A22 insieme soprattutto ai suoi dipendenti”, conclude Demagri.
Alessio Manica e Andrea de Bertolini, capigruppo provinciale e regionale del Partito Democratico, si uniscono al coro dei preoccupati, ricordando che anche da parte loro la scelta, a suo tempo, della via dell’affidamento in house. “Chi ci governa attualmente l’ha volutamente abbandonata e lo ha fatto in funzione di un altro percorso, quello del project financing che appare tutt’altro che sicuro e tutelante per il Trentino”. I rappresentanti del Pd concludono: “Non possiamo che essere profondamente preoccupati, assistendo a quanto rapidamente i toni trionfalistici di fine anno siano stati in queste ultime settimane ampiamente superati dalle molte incognite emerse, o elementi volutamente sottaciuti, in un percorso che in questi anni è stato tutt’altro che trasparente”