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Quattro lupi e una volpe avvelenati in Trentino, Ispra: "I casi contro la fauna aumentano in tutta Italia: incontreremo Regioni e Province autonome"

In pochi giorni sono morti quattro lupi e una volpe a causa di esche avvelenate. Ispra: "Il bracconaggio è una minaccia anche per la salute pubblica". In Trentino non ci sono cani anti-veleno? "Non possiamo indirizzare scelte politiche ma c'è un piano nazionale da rispettare"

Di Luca Andreazza - 05 febbraio 2025 - 06:00

TRENTO. Quattro lupi e una volpe morti avvelenati in pochi giorni in Trentino. Episodi gravi che destano grande preoccupazione perché attività illegali, particolarmente subdole, ma anche estremamente pericolose per i selvatici, così come per gli animali domestici e per gli esseri umani. Un atteggiamento che denota una certa fragilità verso la fauna.

 

I bocconi avvelenati sono tra le più serie minacce per la conservazione del lupo e della fauna in genere. Non sono colpiti solo gli animali che mangiano l'esca, ma anche tutti quelli che si alimentano di carcasse e che vengono quindi a loro volta avvelenati dai resti degli animali uccisi.

 

I quattro lupi in Valsugana sono stati rinvenuti in prossimità della pista ciclabile (Qui articolo) mentre la volpe è stata trovata nella zona boschiva di Gambor, nei dintorni di Arco. Il sindaco di Levico Terme, Gianni Beretta, ha subito condannato l'episodio, così come il primo cittadino arcense, Alessandro Betta, che ha firmato un avviso per invitare "la popolazione a prestare particolare attenzione nella frequentazione, con bambini animali, dell’area citata e anche in quelle del restante territorio comunale" (Qui articolo).

 

Per entrambi i casi si attendono i risultati delle analisi ma l'ipotesi più accreditata è quella dell'avvelenamento. In particolare per i quattro lupi i dubbi sembrano pochi e le autorità intendono procedere con una denuncia, per il momento, contro ignoti.

 

"La percezione è che ci sia una recrudescenza di queste situazioni e si registrano, purtroppo, numerosi casi in tutta Italia", commenta Piero Genovesizoologo e responsabile dell'area conservazione e gestione della fauna dell'Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. "Il bracconaggio è una minaccia anche in termini di salute pubblica. La dispersione di sostanze velenose può potenzialmente colpire in maniera indiscriminata tutti: può avere ripercussioni su altre specie animali, comprese quelle domestiche".

 

La Provincia di Trento, attraverso l'intervento dell'assessore Roberto Failoni, ha condannato l'episodio ("Il bracconaggio è illegale, pericoloso e non appartiene alle comunità che si ritengono civili" - qui articolo) ma è stato sollecitato dalle associazioni "Io non ho paura del lupo", Wwf del Trentino, Enpa e Lipu a potenziare la comunicazione, l'informazione e la formazione. Un altro aspetto critico è la gestione delle bonifiche ambientali: "A oggi, la Provincia di Trento, al contrario di altre regioni alpine, non dispone di nuclei cinofili anti-veleno, moderni strumenti indispensabili per localizzare e rimuovere con precisione eventuali esche o residui tossici. La mancata istituzione di queste unità operative rappresenta una gravissima lacuna che va colmata con la massima urgenza" (Qui articolo).

 

Azioni che rientrano anche nel piano nazionale. "Il nostro è un supporto tecnico e di analisi della correttezza delle procedure, come l'applicazione del piano Pacobace nei casi dell'orso", dice Genovesi. "Non rientra nelle nostre prerogative e competenze quello di indirizzare le scelte politiche. E' chiaro che sollecitiamo, non solo in Trentino, l'implementazione di quelle misure che possano mitigare i contrasti con la fauna selvatica".

 

Un'indicazione è "quella di investire in campagne di sensibilizzazione, informazione e formazione per una maggiore consapevolezza sull’importanza della convivenza con la fauna selvatica, così come rafforzare le attività di monitoraggio e controllo che possono contribuire a mitigare i conflitti con gli animali e prevenire atti di bracconaggio o avvelenamento". Una situazione che desta una forte attenzione a Roma. "L'intenzione è di convocare un confronto con le Regioni e le Province autonome per analizzare a fondo e con urgenza questa crescita a livello nazionale di attività illegali e pericolose", conclude Genovesi.

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