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Il centro destra spera nel rinvio delle elezioni: giovedì il Tar si esprimerà sul ricorso. E Ilaria Goio potrebbe farsi da parte: Fratelli d'Italia e Lega sempre più distanti

L'ultimo incontro tra le parti, andato in scena lunedì sera, non ha portato ad un accordo totale. Anzi, a nessun tipo d'accordo: in sostanza nessuna novità, tutto da copione, in attesa di tempi migliori. Ma quali? Quelli del possibile rinvio e a questo punto, veramente, viene da pensare che il centro destra faccia "all in" sulla decisione del Tar, che si esprimerà giovedì 6 febbraio sul ricorso presentato da diversi sindaci trentini

Di D.L. - 04 febbraio 2025 - 20:01

TRENTO. La strategia del centro destra per vincere le elezioni a Trento? Che le elezioni vengano rinviate.

 

Nervi tesi, idee confuse, voci che si rincorrono e una coalizione che, nemmeno a meno di tre mesi dalle elezioni, riesce a trovare un accordo. E, allora, il centro destra spera vivamente che il Tar sospenda la tornata elettorale del 4 maggio (dopo il ricorso presentato da diversi sindaci trentini) per potersi "organizzare" (ma ce la farebbe anche con più tempo?).

 

Intanto, però, il rischio concretissimo è quello di ritrovarsi con il "cerino" in mano, visto che se il ricorso sarà respinto, allora le elezioni ci saranno e la coalizione che dal 2018 governa la Provincia non ha il candidato, è "spaccata" e rischia di perdere anche l'unica persona che si è detta disponibile a sfidare Franco Ianeselli, visto che Ilaria Goio, l'imprenditrice proposta da Fratelli d'Italia, potrebbe chiamarsi "fuori" dai giochi visto la situazione di totale incertezza.

 

L'ultimo incontro tra le parti, andato in scena lunedì sera, non ha portato ad un accordo totale. Anzi, a nessun tipo d'accordo: in sostanza nessuna novità, tutto da copione, in attesa di tempi migliori. Ma quali? Quelli del possibile rinvio e a questo punto, veramente, viene da pensare che il centro destra faccia "all in" sulla decisione del Tar.

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale si esprimerà  giovedì 6 febbraio e potrebbe respingere il ricorso, oppure dichiararsi incompetente in materia e, a quel punto, a dare una valutazione dovrà essere la Corte Costituzionale, i cui tempi però non sarebbero certamente compatibili con la tempistica attuale, che prevede il deposito delle liste dal 14 al 18 marzo e le elezioni in 157 comuni del Trentino la prima domenica di maggio.

 

I più si dicono "ottimisti" che il Tar dichiari inammissibile il ricorso, mentre, secondo i sindaci firmatari, con l'attuale primo cittadino di Pergine Roberto Oss Emer quale capofila, le elezioni a maggio sono illegittime, in quanto, cinque anni fa, nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, la tornata elettorale venne spostata da maggio a settembre e, dunque, procedendo con le elezioni a maggio si perderebbero alcuni mesi di consiliatura, che la legge fissa in 5 anni, salvo casi particolari.

 

Ecco, appunto: nel 2020, proprio per fronteggiare la situazione d'emergenza creatasi con la pandemia, vennero emesse - in deroga alla Legge Regionale - "Norme urgenti di rinvio del turno elettorale generale 2020 per l’elezione del sindaco e dei consigli comunali".

 

All'articolo 4 è esplicitato che "I consigli comunali e i sindaci eletti nel turno elettorale generale dell’anno 2020 restano in carica fino al turno elettorale 1 In B.U. 25 giugno 2020, n. 26 – Supplemento n. 3. LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 2020, N. 1 generale dell’anno 2025, in deroga alla durata quinquennale stabilita dall’articolo 46, comma 1, e dall’articolo 58, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2018".

 

A rigor di logica il ricorso avrebbe dovuto essere presentato all'epoca, quando la deroga venne promulgata e ad impugnarla avrebbe dovuto essere l'allora Governo Conte II. Certo è che tale provvedimento, essendo la legge elettorale prerogativa della Regione, avrebbe avuto un profondo e clamoroso significato politico con l'autonomia stessa del Trentino Alto Adige che, di fatto, sarebbe stata posta profondamente in discussione.

 

Certo è che basterebbe la sospensiva del Tar per provocare un profondo scossone e, allora, il rischio concreto sarebbe quello di non andare al voto nemmeno in autunno, ma addirittura nel 2026.

 

Gli unici ad essere contenti sarebbero i partiti di centro destra, a cui non sono bastati mesi e mesi per organizzarsi e convogliare attorno ad un unico candidato o candidata, ma continuano a prendere tempo, a non avere le idee chiare, a cercare di dimostrare più propria "forza" all'interno della coalizione che la compattezza della stessa. Con il rischio che anche Ilaria Goio decida che, a queste condizioni, non vale la pena correre.

 

Il centro sinistra, dal canto suo, attende, prepara l'apertura della campagna elettorale ma, al momento, Ianeselli e i partiti che lo sostengono (le liste saranno sei) prendono tempo, non avendo - di fatto - un avversario "forte" (per modo di dire) con cui confrontarsi.

 

Un confronto pre elettorale così "all'acqua di rose" non si vedeva dai tempi il cui il centro destra non era nemmeno minimamente competitivo nella città di Trento. Ma viene da chiedersi: oggi lo è, oppure è tornato all' "anno zero"?

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