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"Il congresso del Patt? Autoreferenziale", Risveglio Tirolese contro le Stelle Alpine: "Si sono allineati al governo provinciale, non sono più protagonisti sul territorio"

L'intervento di  Franco Beber e Paolo Monti sul congresso che si sta tenendo in queste ore: "Il Patt ha smesso di essere sé stesso e perciò oggi c’è necessità di una nuova forza politica"

Pubblicato il - 02 febbraio 2025 - 11:14

TRENTO. Un congresso “autoreferenziale” e “un invito a pranzo per gli amici fedeli al fine di battere un colpo per far sapere all’esterno che ancora qualcosa c’è. Tutto qui, nulla di più". Queste le parole contenute in una nota del movimento “Risveglio Tirolese" a firma del  presidente Franco Beber e del portavoce Paolo Monti in merito al congresso del Patt che si sta tenendo oggi. 

 

“L'ennesima occasione perduta per operare una seria e salvifica rifondazione, il congresso è stata la kermesse della continuità, che ha visto riconfermati i vertici e, soprattutto, la strategia politica” scrivono i due rappresentanti del movimento. 

 

Alla guida del Patt si sono candidati   l'assessore provinciale Simone Marchiori e la consigliera provinciale Maria Bosin mentre Franco Panizza punta alla carica di presidente onorario. A non essere presenti al concresso l'assessore Mario Tonina e il consigliere Walter Kaswalder, leader degil Autonomisti Popolari. Assenze decise per i metodi usati per arrivare al congresso e per la scelta di Marchiori di ricandidarsi. 

 

“Il Patt continuerà ad essere lo scrigno di un simbolo glorioso, le due Stelle alpine, utilizzato per mungere la vacca elettorale (in verità sempre più magra), finché la vacca di latte non ne darà proprio più: a quel punto assisteremo al si salvi chi può, all’abbandono della nave, alla totale cessazione di ogni ostilità tra le diverse anime, sempre per l’appunto animate dal sacro fuoco della passione per il possesso del simbolo da sventolare in campagna elettorale” ha spiegalo Risveglio Tirolese. 

 

Simbolo forte perché evocativo dell’Asar e del Pptt, che crearono valore politico tramite le battaglie per la difesa dell’identità di un popolo e per l’Autonomia. “Il Patt, al contrario – continuano Beber e Monti - ha da tempo smesso questi panni, vestendo sempre più disinvoltamente quelli del conformismo e dell’opportunismo politico, stringendo alleanze con tutti, mai da protagonista, sempre accodandosi a chiunque, una volta alla sinistra, un’altra volta alla destra nazionale. Per essere al governo, a tutti i costi. Ma con quale peso? In cambio di cosa, di quale vantaggio per l’identità tirolese, l’Autonomia ed il territorio? Il Patt ha rinunciato, da tempo, alla sua mission politica, cioè ad essere protagonista sul proprio territorio impegnandosi a dar vita al tanto necessario partito identitario, territoriale e di raccolta di tutti i Trentini, fuori dai poli nazionali, per la difesa e la valorizzazione dell’identità tirolese e della speciale Autonomia, oggi entrambe pericolosamente giacenti sul piano inclinato che conduce diritto all’estinzione”.

 

Per il movimento “Risveglio Tirolese” da anni il Patt non prende posizione su nulla “totalmente allineato al governo provinciale sulla vendita del patrimonio storico-identitario (caserme delle Viote e castel Madruzzo). Dal partito non è stata formulata alcuna proposta in tema di insegnamento della storia trentino-tirolese nelle scuole nel mentre l’insegnamento della lingua tedesca, pur in presenza di un governo provinciale a guida Patt, ha fatto passi indietro. Dal partito nessuna proposta né men che meno soluzione per l’emergenza orsi e lupi e per la salvaguardia dell’agricoltura e degli insediamenti di montagna, nessuna vicinanza ai problemi della cooperazione trentina, oggi in fortissima difficoltà, nessuna preoccupazione per il degrado urbano, nessuna presa in carico dei problemi derivanti da immigrazione e tutela della gente trentina”.

 

Da tempo, concludono il presidente Beber e il portavoce Monti, “il Patt ha smesso di essere sé stesso e perciò oggi c’è necessità di una nuova forza politica che, richiamandosi in continuità con l’Asar ed il Pptt, riprenda in mano i temi dell’autonomismo identitario, regionalista ed euro-regionalista, e senza la quale il Trentino inevitabilmente regredirà a marginale provincia del Veneto”.

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