Caso 4 lupi avvelenati, le associazioni: "Getta un'ombra sul Trentino. La Provincia e l'assessore Failoni condannino questo crimine. I responsabili vengano individuati"
Le associazioni "Io non ho paura del lupo", Wwf del Trentino, Enpa e Lipu dopo il caso dei 4 lupi avvelenati: "A oggi, la Provincia di Trento, al contrario di altre regioni alpine, non dispone di nuclei cinofili anti-veleno, moderni strumenti indispensabili per localizzare e rimuovere con precisione eventuali esche o residui tossici: gravissima lacuna"

TRENTO. Un atto illegale, un crimine che getta un'ombra gravissima sul Trentino. Un episodio, quello dei 4 lupi avvelenati in Valsugana, che solleva interrogativi sulla gestione della fauna selvatica. A intervenire le associazioni "Io non ho paura del lupo", il Wwf del Trentino, Enpa del Trentino e la sezione Trento della Lipu.
Il terribile avvelenamento è avvenuto nella zona di Barco di Levico in prossimità della pista ciclabile: quattro gli esemplari rinvenuti ormai morti (Qui articolo).
Si attendono le analisi ma l'ipotesi più accreditata è quella dell'avvelenamento, questo quanto emerge dalle prime analisi condotte dalla squadra del corpo forestale. Ma i dubbi sembrano pochi e le autorità intendono procedere con una denuncia, per il momento, contro ignoti.
"Un grave episodio che solleva interrogativi sulle strategie di gestione della fauna selvatica e della sicurezza ambientale in Trentino" commentano "Io non ho paura del lupo", Wwf del Trentino, Enpa e Lipu. "Si tratta di un atto illegale che mette a rischio la biodiversità, ma compromette anche la qualità e la sicurezza degli ecosistemi locali".
L’avvelenamento, oltre a causare la morte degli animali direttamente colpiti, "rappresenta una minaccia per l’intera catena alimentare e per la salute pubblica. La dispersione di sostanze velenose nell’ambiente può infatti avere ripercussioni su altre specie animali, domestiche e selvatiche, così come sugli esseri umani".
In questo contesto, "sollecitiamo una chiara presa di posizione da parte dei sindaci dei Comuni coinvolti e della Provincia di Trento. In particolare, chiediamo all’assessore Roberto Failoni, di esprimersi con fermezza per condannare un crimine gravissimo che getta un’ombra sull’intero Trentino. E' necessario che le istituzioni condannino con fermezza questo crimine orribile e avviino un’indagine approfondita per individuare i responsabili, garantendo che simili episodi non si ripetano".
A il Dolomiti il sindaco di Levico Terme, Gianni Beretta, ha spiegato che si tratta di un evento "estremamente grave e inaccettabile. Si può pensare quello che si vuole sui grandi carnivori ma questa non è una soluzione tollerabile" mentre il presidente della Comunità di valle, Andrea Fontanari, ha commentato che l'episodio va condannato perché "non aiuta il raggiungimento del risultato di modificare le norme ma che esiste un problema con i grandi carnivori" (Qui articolo).
Un aspetto critico, proseguono le associazioni, è la gestione delle bonifiche ambientali. "A oggi, la Provincia di Trento, al contrario di altre regioni alpine, non dispone di nuclei cinofili anti-veleno, moderni strumenti indispensabili per localizzare e rimuovere con precisione eventuali esche o residui tossici. La mancata istituzione di queste unità operative rappresenta una gravissima lacuna che va colmata con la massima urgenza".
È inoltre fondamentale "investire in campagne di sensibilizzazione e formazione rivolte alla popolazione locale - continuano "Io non ho paura del lupo", Wwf del Trentino, Enpa e Lipu - per promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della convivenza con la fauna selvatica in cui anche noi, come associazioni, proveremo a fare la nostra parte. Tali azioni, combinate con un potenziamento delle attività di monitoraggio e controllo, possono contribuire a mitigare i conflitti uomo-animale e prevenire atti di bracconaggio o avvelenamento".
Infine le associazioni ribadiscono e ricordano che "la tutela del lupo, specie protetta a livello nazionale ed europeo, non è solo un obbligo legislativo, ma anche una responsabilità etica e ambientale. La conservazione della biodiversità è un elemento chiave per garantire la stabilità degli ecosistemi e il benessere delle future generazioni. Invitiamo le istituzioni a intervenire prontamente, rafforzando gli strumenti normativi e operativi per la tutela dell’ambiente e per garantire giustizia in questo caso specifico", concludono "Io non ho paura del lupo", Wwf, Enpa e Lipu.