Flop del liceo Made in Italy in Trentino: troppi pochi iscritti. Gerosa: "L'idea non va accantonata ma serve ulteriore riflessione" e si pensa alle 'classi articolate'
Il Liceo A. Rosmini di Trento, il Liceo B. Russel di Cles, l'Istituto di istruzione M. Curie di Pergine Valsugana e l'Istituto di istruzione M. Martini di Mezzolombardo sono le quattro istituzioni scolastiche trentine che avrebbero dovuto avviare, a settembre, il percorso del Liceo del Made in Italy ma purtroppo i numeri non lo consentiranno. Ora sembra che una possibilità al vaglio dell’assessorato e del dipartimento sia quella delle classi articolate, che non sono una novità nel sistema scolastico Trentino. Ad intervenire anche Maurizio Freschi presidente della Consulta Provinciale Genitori e vicepresidente del Consiglio del Sistema Educativo Provinciale
TRENTO. Il liceo Made in Italy non partirà in Trentino. Almeno per ora. A confermarlo sono i numeri delle iscrizioni nelle quattro scuole che avevano aderito al nuovo percorso. Purtroppo, sono solo 16 gli iscritti, anche se i dati non sono ancora ufficiali, ma le iscrizioni si sono chiuse venerdì sera.
La via trentina del liceo Made in Italy è stata, quindi, definita da alcuni “un flop”. Un risultato simile a quello già registrato a livello nazionale con il nuovo indirizzo, per il quale, nel primo anno di attivazione, c’erano stati soltanto 375 iscritti in tutto il Paese. La formazione di nuove classi prime si è rivelata particolarmente difficile in molte scuole.
Il Liceo A. Rosmini di Trento, il Liceo B. Russel di Cles, l'Istituto di istruzione M. Curie di Pergine Valsugana e l'Istituto di istruzione M. Martini di Mezzolombardo sono le quattro istituzioni scolastiche trentine che avrebbero dovuto avviare, a settembre, il percorso del Liceo del Made in Italy (LMI).
Era stato spiegato dalla Provincia che si trattava di un nuovo indirizzo pensato per “fare la differenza in quei settori economici che caratterizzano il Trentino, come il turismo e l’agricoltura”.
Le difficoltà incontrate a livello nazionale dal liceo Made in Italy avevano portato l’assessora all'Istruzione, Francesca Gerosa, a cercare una soluzione "trentina". Per questo, era stato avviato un tavolo di lavoro composto dai dirigenti scolastici degli istituti in cui è attivo un percorso liceale delle scienze umane – opzione economico-sociale.
Qualche mese fa, era stata proprio l’assessora a dichiarare: “Saranno i ragazzi a scegliere quale percorso intraprendere, ma io sono contenta perché ho potuto dare un’opportunità in più” (QUI L'ARTICOLO). Una scelta sembra essere stata fatta, e quella di non iscriversi al nuovo indirizzo.
Alcuni segnali di difficoltà si erano già visti. Già alla fine dello scorso anno, infatti, a differenza di quanto era stato annunciato in precedenza, era stata data la notizia che il nuovo percorso non sarebbe partito al liceo Filzi di Rovereto, che aveva deciso di rimandarne l’introduzione.
Ora non resta che attendere di capire, visto il numero ridotto di iscritti sparsi sul territorio, quale sarà la strada che la Provincia vorrà adottare per andare avanti.
"L'IDEA DEL LICEO MADE IN ITALY NON VA ACCANTONATA"
“Il percorso che ha portato alla costituzione del Liceo del Made in Italy in Trentino è stato lungo e articolato, ma soprattutto partecipato, con il coinvolgimento delle scuole interessate e del Dipartimento. Siamo orgogliosi del lavoro fatto, perchè quella che è nata è a mio avviso una proposta interessante e seria, proprio perché sviluppata dal basso, pur partendo da una programmazione nazionale, che in Trentino ha trovato un’ottima declinazione”. E' il commento arrivato dalla vicepresidente e assessore all’istruzione Francesca Gerosa.
Nonostante i dati delle iscrizioni, ha spiegato “che non si discostano dalle tendenze nazionali e che quindi non mi sorprendono, in questi mesi c’è stato molto interesse e curiosità da parte degli studenti e delle loro famiglie, sia a TrentinOrienta che nelle giornate di porte aperte organizzate dalle scuole, e questo ci fa pensare che l’idea del Liceo Made in Italy, non vada accantonata, ma serva avviare un’ulteriore riflessione e pianificazione per il futuro.
La Politica deve lavorare per creare opportunità, non per limitarle, e ritengo positivo aver dato la possibilità di valutare, insieme agli altri, anche questo nuovo percorso, senza alcuna preclusione o decisione imposta dall'alto, e come Trentino abbiamo fatto sistema per metterci il nostro pensiero”.
Ora sembra che una possibilità al vaglio dell’assessorato e del Dipartimento sia quella delle classi articolate, che non sono una novità nel sistema scolastico Trentino “In settimana - prosegue Gerosa - analizzeremo complessivamente i dati delle iscrizioni di tutte le scuole, e qualche approfondimento sui numeri e sui percorsi in generale dovrà essere fatto. Ricordo peraltro che nel nostro ordinamento sono previste anche le classi articolate, nelle quali ci sono materie comuni a tutti gli studenti e alcune specifiche di indirizzo. La nostra attenzione la prossima settimana, e per questo ci sarà un confronto tra il Dipartimento e le scuole interessate, andrà ai ragazzi che hanno scelto degli indirizzi, l’LMI ma non solo, i cui percorsi non rispondono ai requisiti numerici per partire”.
A parlare di "dati che non sorprendono" e che rispecchiano quelli nazionali è stato anche Maurizio Freschi, presidente della Consulta Provinciale Genitori e vicepresidente del Consiglio del Sistema Educativo Provinciale. "Come sottolineato in precedenza, anche nella seduta del Csep, la valutazione ultima del reale interesse spettava a studenti e famiglie. In ogni caso, è positivo aver consentito a chi fosse realmente interessato di iscriversi. Questo approccio democratico offre un riscontro oggettivo sull’utenza e previene possibili recriminazioni, qualora qualcuno fosse stato escluso dalla possibilità di esprimere il proprio interesse per un percorso già attivo nel resto del territorio nazionale".