Quattro lupi avvelenati, il sindaco: "Grave e pericoloso: non è tollerabile". Il presidente della Comunità: "Episodio che non aiuta la discussione ma il problema esiste"
Quattro lupi sono stati trovati morti in Valsugana. Il sindaco di Levico, Gianni Beretta: "Si può pensare quello che si vuole sui grandi carnivori ma questa non è una soluzione tollerabile". Il presidente della comunità di valle, Andrea Fontanari: "Autogiustizia non aiuta sicuramente la causa di cambiare le leggi"
LEVICO TERME. Quattro lupi trovati morti in un colpo solo. Si attendono le analisi ma l'ipotesi più accreditata è quella dell'avvelenamento. Probabilmente è la prima volta in Trentino che si registra un episodio così grave ai danni della specie, ma anche pericoloso in linea generale. Le indagini sono aperte e le autorità intendono procedere con una denuncia, per il momento, contro ignoti.
Le carcasse sono state rinvenute a nord del centro abitato di Barco di Levico in prossimità della pista ciclabile che si snoda in destra idrografica del fiume di Brenta (Qui articolo). Una persona si è imbattuta in tre lupi, un maschio e due esemplari più giovani, e così ha subito allertato il corpo forestale. Poco più lontano è stata trovata la femmina.
"I forestali hanno subito verificato e controllato la zona per escludere la presenza di altre esche", commenta Gianni Beretta, sindaco di Levico Terme. "E' un evento estremamente grave e inaccettabile. Si può pensare quello che si vuole sui grandi carnivori ma questa non è una soluzione tollerabile".
Le analisi, affidate all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, stabiliranno la causa della morte ma l'ipotesi del corpo forestale, molto prudente e attento, è che si sia trattato di avvelenamento. La presenza di un branco di lupi nei pressi della ciclabile era stata testimoniata dalla predazione di una cerva. A preoccupare anche la zona di ritrovamento delle carcasse.
"Non si può pensare di gestire i grandi carnivori così e non si può uccidere un lupo in questo modo", evidenzia il sindaco di Levico Terme. "Inoltre è pericoloso tanto per gli essersi umani quanto per tutti gli altri animali, compresi quelli di affezione. Non si possono lasciare sul territorio esche avvelenate".
La presenza dei lupi è accertata, "il censimento degli ungulati presenta numeri in calo e questo significa che sono attivi", prosegue Beretta. "Ci sono state segnalazioni ma negli ultimi periodi non abbiamo registrato particolari criticità. Questo episodio è inaspettato e ci amareggia: non è questo il metodo".
Scatterà la denuncia, resta da capire che se il Comune intende compiere ulteriori passi. "Non abbiamo ancora verificato questa eventualità - prosegue Beretta - ma sicuramente ci sarà un confronto con il corpo forestale per valutare il da farsi. Quanto acceduto non è giustificabile".
Un fatto che viene condannato ma che apre, per la comunità di valle, una riflessione più ampia. "Un episodio grave che non è normale", spiega Andrea Fontanari, presidente della Comunità Alta Valsugana e Bersntol. "Questa specie di autogiustizia non aiuta sicuramente la causa per arrivare a una soluzione rispetto al dibattito sulla gestione dei grandi carnivori. C'è la massima fiducia nel corpo forestale e nelle forze dell'ordine per monitorare la situazione con la dovuta attenzione: chi di dovere farà gli approfondimenti del caso".
Ci sono state segnalazioni sul territorio "ma c'è un grande lavoro della Provincia. Ci sono state anche prese di posizioni sul tema grandi carnivori di varie zone", continua Fontanari. "Questo episodio è grave ma evidenzia anche la problematica che si percepisce in diverse aree. L'auspicio è che si arrivi a una soluzione più equilibrata di gestione".
L'obiettivo è di rivedere il livello di protezione dei grandi carnivori. "Non è facile ma anche la Comunità europea si muove in questo senso. Il risultato deve essere quello della tutela dell'incolumità pubblica e del patrimonio zootecnico, così come della specie. Un controllo mirato e di contenimento della specie con la persona al centro. Episodi di questo tipo però non aiutano il dibattito", conclude Fontanari.