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"Serve accompagnare la transizione digitale nel settore" il presidente di Confesercenti Paissan sulla crisi del commercio: "Futuro? Agire su caro affitti, spese fisse e mobilità"

Il presidente di Confesercenti Mauro Paissan: "Non si può difendere ideologicamente il commercio tradizionale, ignorando il 'treno' inarrestabile rappresentato da quello digitale, perché vorrebbe dire non fare i conti con la realtà. Fondamentale ripensare, dove possibile, i modelli di business con il contributo di interventi mirati della pubblica amministrazione. Mobilità e transizione energetica le sfide del futuro"

Pubblicato il - 01 febbraio 2025 - 20:02

TRENTO. Agevolare e accompagnare la transizione del mondo del commercio al digitale, ragionando concretamente sull'integrazione tra la modalità tradizionale e l'universo degli e-commerce, ma anche ripensare la città per renderla nuovamente "fertile" per le imprese commerciali e puntare al ridimensionamento dei costi di gestione, da quelli "strutturali" a quelli energetici nell'ottica di una maggiore sostenibilità economica.

 

Queste in estrema sintesi, a detta del presidente di Confesercenti Trentino Mauro Paissan, le strade da intraprendere per risollevare un mondo del commercio che sia a livello nazionale che locale sta attraversando una profonda crisi. E a tal proposito i numeri parlano chiaro: come sottolineato dal presidente provinciale dei commercianti Ivan Baratella (QUI ARTICOLO), tra il 2014 e il 2024 in provincia di Trento hanno abbassato la saracinesca 630 negozi, mentre a livello nazionale si parla addirittura di 140 mila. Le cause principali? Tra tutte la crescita smisurata degli e-commerce, i costi fissi di gestione delle attività, dagli affitti alle bollette e, guardando alle città come Trento, anche concause quali la difficoltà di accesso al centro e la scarsità di parcheggi.

 

E proprio partendo da queste osservazioni Mauro Paissan, intervistato da il Dolomiti, elabora una profonda riflessione: dall'analisi del momento alle possibili soluzioni, fino a lanciare uno sguardo su quella che potrebbe essere "la Trento del futuro" in relazione al mondo del commercio.

 

"Il fatto che il settore attraversi delle difficoltà evidenti e strutturate è chiaro ormai da parecchio tempo – dichiara Paissan – e l'ascesa dell'e-commerce è sicuramente una delle cause, tenendo conto anche che il Covid ha giocato un ruolo fondamentale nell'abituare i consumatori a rivolgersi ad un determinato tipo di modalità d'acquisto".

 

Modalità che, a detta del presidente di Confesercenti, non avrebbe senso contrastare ma che è necessario "comprendere meglio" per sfruttare le sue potenzialità: "Non si può difendere ideologicamente il commercio tradizionale, ignorando il treno inarrestabile rappresentato da quello digitale, perché vorrebbe dire non fare i conti con la realtà. È quindi fondamentale, fra le tante azioni che si possono mettere in campo sia da parte delle associazioni di categoria che delle pubbliche amministrazioni, aiutare chi può convertirsi ad un modello integrato a compiere questa transizione, valorizzando i punti di forza dei negozi tradizionali e trasformando in una risorsa quello che oggi viene visto come un problema".

 

Il tema fondamentale, secondo questa analisi, è il seguente: è vitale riuscire a metabolizzare i cambiamenti di quest'era rispetto alla precedente, comprendendo come canalizzare eventuali risorse, anche a livello provinciale. "Questo – specifica Paissan – puntando sia sul sostegno economico, per incentivare gli esercenti a rivedere la propria impostazione, ma anche sulla formazione. Si tratta di una transizione da effettuare gradualmente e che va progressivamente accompagnata, immaginando che tra vent'anni i nuovi imprenditori si troveranno di fronte a difficoltà minori".

 

Al di là di questo ragionamento in prospettiva, per il presidente di Confesercenti è fondamentale ragionare, per quanto riguarda ad esempio le città come Trento, anche sulle concause che contribuiscono a mettere in difficoltà il settore del commercio: tra tutte l'accessibilità al centro, il caro affitti e l'aumento delle spese legate soprattutto al caro energia.

 

"Questo ragionamento è già iniziato lo scorso anno assieme al Comune – spiega Paissan – e c'è la volontà di fare un'analisi approfondita coinvolgendo anche enti come l'università, e profili competenti dal punto di vista tecnico, per capire come poter ospitare in modo efficace le attività commerciali nel centro storico, questo partendo dai dati effettivi e strutturando una visione basata su competenze specifiche, ma naturalmente è un percorso non immediato e che richiede tempo".

 

Ma cosa fare dunque, nel frattempo? Oltre al tema dell'accompagnamento della transizione digitale, sottolinea Paissan, è necessario agire – tenendo conto che a resistere nei centri sono principalmente i grandi brand internazionali e le multinazionali, che comunque riflettono anche loro sull'opportunità di mantenere i loro negozi in centro – sul tema del caro affitti, magari ragionando su canoni calmierati, e sul facilitare l'accesso al centro degli utenti tenendo conto anche della difficoltà di trovare parcheggi. "Questi ultimi due aspetti – viene osservato – sono fondamentali per non contribuire a disincentivare le persone all'acquisto nei negozi fisici, spingendole verso l'online".

 

Alla luce di questi ragionamenti, chiediamo al presidente di Confesercenti di guardare al futuro, provando ad immaginare una "Trento del domani" non gravata dalla crisi del commercio, e di individuare le principali azioni da intraprendere in tal senso.

 

"Credo che vada fatto uno sforzo su più fronti a partire dagli imprenditori commerciali che non possono aspettarsi solo soluzioni dall'alto – spiega Paissan – e che devono provare a ripensare in chiave contemporanea, naturalmente dove questo è possibile, i loro modelli di business. Parallelamente la pubblica amministrazione deve aiutarli in ciò con degli interventi mirati che tengano conto dell'evoluzione dei tempi e che sostengano le imprese affinché non scelgano di chiudere o di lasciare il centro storico".

 

Ad essere necessario è poi un ripensamento del piano di viabilità e mobilità "prendendo esempio da altre città, soprattutto all'estero, dove è più facile utilizzare i mezzi pubblici che spostarsi con la propria auto".

 

"Naturalmente non può avvenire dall'oggi al domani – specifica Paissan – e nel momento in cui i cittadini saranno messi nelle condizioni di usufruire di determinati servizi servirà anche chiedere loro uno sforzo concreto affinché si affidino ad una mobilità responsabile. In questa direzione già ora si stanno compiendo dei passi, ma ci troviamo in una fase di transizione che potrà considerarsi ultimata solo tra qualche decennio, quando credo che assisteremo ad una Trento che avrà un disegno urbanistico e di mobilità molto più efficace e sostenibile".

 

Ultimo ma non per importanza, il tema dei costi energetici. "Su questo fronte va fatta una profonda riflessione nell'ottica di un piano efficace di riorganizzazione delle comunità energetiche – conclude Mauro Paissan – e questo servirà non solo per garantirci una migliore sostenibilità energetica, ma anche per consentire alle imprese una maggiore sostenibilità economica, non gravata dalle imponenti spese a cui oggi sono soggette".

 

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