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Caso Pedri e assoluzione Tateo, la Fenalt: "Prendiamo atto della sentenza, rimane il disagio denunciato dai lavoratori del reparto ginecologia"

Fenalt nel processo sulla vicenda dei presunti maltrattamenti si era costituito parte civile e spiega: "Rimane aperto il tema dell’oggettivo ritardo con cui sono state riscontrate dall’Azienda sanitaria trentina le segnalazioni provenienti dai lavoratori"

Pubblicato il - 01 febbraio 2025 - 19:40

TRENTO. “Prendiamo atto dell'esito del procedimento penale originato dalle denunce di un nutrito gruppo di lavoratori e lavoratrici (medici, infermieri e ostetriche) che hanno prestato, o ancora prestano, servizio nel reparto di ginecologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento. Resta la documentazione del disagio denunciato dai lavoratori del reparto di ginecologia”. A dirlo è Fenalt il sindacato che nel processo sulla vicenda Sara Pedri si era costituito parte civile, prendendo atto dell’esito del procedimento che ha visto ieri l'assoluzione con formula piena dell'ex primaria Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu (QUI L'ARTICOLO).

 

Il sindacato con i propri legali attende il deposito delle motivazioni che avverrà entro 90 giorni. “Sulla decisione – spiegano da Fenalt - può aver inciso la difficolta di inquadrare i fatti denunciati nello schema del reato di maltrattamenti, di cui all’articolo 572 del codice penale, dacché manca nel nostro ordinamento una norma che dia rilevanza penale autonoma alle condotte inquadrabili nel fenomeno del mobbing in ambiente lavorativo”.

 

Rimane per il sindacato aperto il tema “dell’oggettivo ritardo con cui sono state riscontrate dall’Azienda sanitaria trentina le segnalazioni provenienti dai lavoratori, dal momento che, come è noto, gli atti dell’inchiesta interna, prima ancora degli atti di indagine penale, restituivano una situazione di oggettivo disagio che si protraeva da anni in quel reparto”.

 

Da qui l'intenzione di vigilare “sull’ottemperanza degli obblighi assunti dall’Azienda nei protocolli di prevenzione e contrasto al fenomeno del mobbing, sottoscritti in concertazione con le organizzazioni sindacali”.

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