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La Battaglia di villa Angerer, i comitati ambientalisti al sindaco: “Non ratifichi l’accordo, si salvi un bene comune”

Il destino dell'edificio ottocentesco, pezzo pregiato del patrimonio immobiliare della Pat, è ancora incerto ma il tempo stringe. Per sabato 26 è stata indetta una manifestazione che riunirà comitati e persone contrarie alla riqualificazione, mentre il giorno prima sarà il turno dell’amministrazione di illustrare il suo progetto in un evento che si terrà nel parco dell’ex Sanaclero

Foto Sara Parisi
Di Tiziano Grottolo - 24 ottobre 2019 - 22:47

ARCO. Si sta giocando una vera e propria partita a scacchi attorno a villa Angerer il cui esito è ancora incerto. Da una parte c’è l’amministrazione comunale che promuove, in accordo con la Pat, il suo progetto di riqualificazione dell’edificio dall’altra i comitati ambientalisti contrari all’opera.

 

La posta in gioco è molto alta, stiamo parlando di uno dei pezzi pregiati del patrimonio immobiliare provinciale: Villa Angerer, altrimenti nota come ex Sanaclero, maestosa struttura che sorge tra le frazioni di Vigne e Chiarano.

 

Un complesso architettonico che la stessa Soprintendenza per i beni architettonici nel 2004 ha definito “di interesse storico-artistico e botanico, in particolar modo per il vasto parco giardino annesso, caratterizzato dalla presenza di specie pregiate e secolari tipiche del clima mediterraneo e subtropicale. Espressione significativa dell’espansione urbana di fine Ottocento ad Arco legata al mito del Kurort, Villa Angerer con il suo ampio e pregiato parco costituisce l’episodio più rilevante assieme alla residenza imperiale dell’Arciduca Alberto d’Asburgo e il relativo arboreto”.

 

Nel corso degli anni però l’immobile, di proprietà della Provincia, è stato trascurato e lasciato esposto alle intemperie, infiltrazioni e vandalismi hanno fatto il resto (pare siano state sottratte anche due preziose stufe d’epoca). Ora l’edificio versa in stato di totale abbandono e degrado tanto da costringere le passate amministrazioni a chiudere l’accesso, per via alcune parti giudicate pericolanti.   

 

Un po’ a sorpresa all’inizio del mese di agosto la Giunta comunale ha approvato l’accordo preliminare per il “Recupero e valorizzazione del compendio Villa Angerer” (lo trovate QUI) che prevede a grandi linee la creazione di una struttura ricettivo-alberghiera, con il coinvolgimento di un gruppo di imprenditori, e forse l’installazione di una clinica per la longevità da affidare al luminare del settore Luigi Fontana.  

 

Questo progetto ha spinto i comitati sul piede di guerra, che fra le loro frecce al loro arco posso contare sulla petizione che ha raggiunto 1600 sottoscrizioni e sul “mal di pancia” di alcuni consiglieri comunali di maggioranza, oltre che sull’ampia rete di realtà che si battono per questo tema come: il Comitato Sviluppo Sostenibile, il Comitato Salvaguardia Olivaia, Wwf, Fai, Italia Nostra e l’associazione Rotte Inverse.

 

Da parte sua l’amministrazione ha già incassato il sostegno della Pat, anche il presidente Mauizio Fugatti ha ratificato lo stesso accordo, inoltre il sindaco Betta, sottolinea come in trent’anni nessuno sia mai riuscito ad avanzare una proposta concreta per il recupero dell’area, “questo è un treno che passa una volta sola – ha affermato in più occasioni – villa Angerer sta crollando e finalmente c’è una possibilità che può dare un futuro all’opera portando al contempo lustro sulla comunità e ricadute positive per l’economia locale”.

 

Su questo progetto però i comitati hanno avanzato dure critiche parlando apertamente di un “ecomostro” in arrivo, fra le misure più contestate c’è il cambio di destinazione che passerà da “Area per attrezzatture pubbliche e di interesse generale (attività civile e amministrative attrezzatture scolastiche e culturali ospedaliere sanitarie assistenziali pubbliche o private di interesse comune, sportive” ad “Area per attrezzatture ricettive alberghiere”. Secondo l’opinione dei comitati questo cambio di destinazione escluderebbe di fatto la possibilità che all’interno dell’ex Sanaclero possa arrivare la clinica della longevità: “Si dice una cosa ma se ne pianificai un’altra” tuonano gli ambientalisti.

 

Dopodiché, nel mirino dei comitati è finita anche l'ipotesi di ristrutturazione del Sanaclero, uno dei volumi maggiori del compendio, “Nella variante dell’anno scorso il comune aveva previsto un intervento edilizio di risanamento conservativo – spiega Marina Bonometti, una delle portavoce delle associazioni ambientaliste altogardesane – ma questa possibilità è stata modificata con l’accordo firmato ad agosto, che ha valore di variante al Prg, prevedendo la possibilità di ristrutturare, ciò significa poter abbattere e ricostruire”.

 

Unico vincolo formale è legato alla facciata giudicata di pregio e che quindi si dovrebbe cercare di preservare, a meno che non dovessero insorgere delle criticità durante l’intervento ad esempio strutturali, o se venisse riscontrato uno stato di degrado tale da comprometterne la stabilità, in questo caso anche la facciata potrebbe essere demolita.

LE FOTO di Sara Parisi. Villa Angerer: ecco la struttura "contesa" fra ambientalisti e Comune di Arco

 

D’altra parte si sa che il diavolo si nasconde nei cavilli e la ristrutturazione potrebbe fare gola a chi investe nell’edificio dal momento che, secondo quanto riferito dagli ambientalisti, la norma prevederebbe la possibilità di un ampliamento del 20% dei volumi a questi potrebbero aggiungersi vari bonus tecnici che porterebbero a un ulteriore incremento delle cubature: “Attualmente i volumi sono circa 17mila metri cubi con tutte queste previsioni se ne potrebbero realizzare almeno altri 15mila, una colata di cemento enorme”.

 

A preoccupare ulteriormente c’è pure l’edificabilità del parco anche se va evidenziato come sia gli edifici che le aree verdi siano sottoposti a vincolo di tutela da parte della sovraintendenza per i beni culturali, pertanto servirebbe un parere di quest’ultima prima di procedere: “Se venisse concesso il via libera un terzo del parco può essere reso edificabile siamo esterrefatti”.

 

Ai nuovi volumi andranno quasi certamente affiancati piscine e parcheggi interrati, volumetrie tarate su una struttura in grado di offrire una novantina di camere per accogliere circa 200 persone più il personale e i fornitori “la viabilità e la vivibilità dell’area sarebbero stravolte dal traffico” accusano i comitati.

 

Fra le critiche che vengono spesso mosse alle associazioni ambientaliste c’è quella di muoversi sempre dopo che l’amministrazione ha avanzato delle proposte, ma queste osservazioni vengono respinte con forza al mittente: “Se le cose si decidono nel chiuso di un palazzo è difficile poter intervenire tempestivamente, a nostro avviso poteva e doveva essere fatto un altro tipo di percorso – riprende Bonometti – le persone non sono state coinvolte per decidere del futuro di Villa Angerer e del suo parco”.  

 

Dal punto di vista degli ambientalisti le istituzioni potrebbero intervenire direttamente nel recupero di questi volumi senza dover per forza coinvolgere dei privati e concentrandosi sul recupero dell’esistente, i costi di una simile operazione però non sono nemmeno mai stati quantificati ma possiamo dire che si tratterà di somme davvero importanti. “La Provincia ha già recuperato castelli medioevali, crediamo pertanto che possa avvalersi di tecnici in grado di salvare ciò che è salvabile e ripristinare la bellezza di questo complesso storico”.

 

Fra le proposte avanzate c’è quella di ampliare l’offerta turistica dal punto culturale, mettendo in rete il parco (che però al momento è chiuso) con le altre aree verdi del territorio. Ma il vero sogno nel cassetto resta il recupero della villa storica per trasformarla nel museo Kurort che racconti la storia dei sanatori che si intreccia con il passato glorioso della città di Arco. Unico appunto che si potrebbe muovere è che anche questo progetto andrebbe a modificare seriamente la viabilità della zona, detto questo resta senz’altro un’ipotesi affascinante. “Se invece il progetto verrà affidato a dei privati temiamo che la fruibilità pubblica dell’area verrà fortemente limitata è per questo che ci siamo mobilitati e continueremo a farlo fino a quando non saremo ascoltati”.

 

E forse un risultato è già stato raggiunto, alcuni consiglieri hanno già espresso forti dubbi sul progetto, fra questi l’intero gruppo del Patt, capeggiato dal vicesindaco Bresciani, e  Ulivieri di Abc-Futura  che ha chiesto espressamente di accogliere le osservazioni dei Comitati ambientalisti e di Italia Nostra e di inserirle direttamente nella norma della variante. Inoltre l’ordine del giorno, del 28 ottobre, durante il quale si sarebbe dovuto discutere del progetto è stato posticipato segno che all’interno della maggioranza ci sono pareri contrapposti e forti resistenze.

 

“Il dibattito è aperto – concludono i comitati – chiediamo al sindaco Betta e al consiglio comunale di non ratificare l’accordo perché vogliamo che Villa Angerer resti un bene pubblico, mantenuta nelle sue dimensioni e resa fruibile al pubblico”. Nel frattempo per sabato 26 è stata indetta una manifestazione che riunirà comitati e persone contrarie alla riqualificazione, mentre il giorno prima sarà il turno dell’amministrazione di illustrare il suo progetto in un evento che si terrà nel parco dell’ex Sanaclero e al quale dovrebbe prendere parte anche l’assessore provinciale all'urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina.

 

Per gli ambientalisti sarebbe meglio “fermare le bocce” e valutare con calma prima di prendere questa importante decisione, magari aspettando le ormai prossime elezioni del 2020, demandando l’onere alla prossima amministrazione. D’altro canto però la struttura ottocentesca è seriamente compromessa e potrebbe non avere più molto tempo: come affermato in più occasioni dal sindaco Betta, l'accordo raggiunto fra istituzioni e privati, potrebbe essere davvero l’ultima speranza di vedere, nel bene e nel male, l’edificio ancora al suo posto.

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