Salita del Menador, un tunnel (con banchina per i ciclisti) per salvare le storiche gallerie. Luserna: ''Persi decenni ma finalmente c'è una soluzione''
Il progetto della Provincia prevede un tunnel a corsia unica in discesa. Bocciati il semaforo, la strada a doppio senso o l'allargamento delle storiche gallerie. Il piano sulla strada del Menador
TRENTO. Le storiche gallerie restano intatte e diventano a senso unico a salire mentre a scendere verrà realizzato un tunnel con banchina a disposizione dei ciclisti. Questo il nuovo volto della strada del Menador. L'ipotesi è quella di partire con i cantieri nel 2023 e nel giro di un anno e mezzo arrivare all'apertura dell'opera.
Questa la soluzione raggiunta nella riunione in piazza Dante tra la Provincia di Trento con il presidente Maurizio Fugatti, con il dirigente generale del Dipartimento infrastrutture, Luciano Martorano, e con il sostituto dirigente del Servizio opere stradali e ferroviarie, Carlo Benigni, e i sindaci di Folgaria, Lavarone, Luserna, Caldonazzo, Levico e Calceranica.
Dopo l'interruzione estiva dei cantieri, richiesta dalle amministrazioni comunali per approfondire le ipotesi di intervento ma anche per sfruttare la stagione e il traino del passaggio del Giro d'Italia (Qui articolo), i lavori di sistemazione per allargare alcuni tratti della strada sono ripresi il 5 settembre scorso.
"La galleria a doppia corsia sarebbe stata troppo impattante - commenta Gianni Zaiga Nicolussi, sindaco di Luserna - il semaforo invece avrebbe comportato criticità difficilmente superabili come è stato evidenziato negli studi ad hoc. Questo compromesso invece consente di mettere in sicurezza la strada provinciale 133 di Monterovere e di mantenere inalterato il tratto storico, un punto fondamentale. Poi il nuovo bypass permette ai mezzi dei soccorritori di poter raggiungere le varie località in modo più semplice e più sicuro. Inoltre finalmente viene rifatto il guardrail tra i tunnel".
A preoccupare i territori, in particolare, la sorte delle gallerie: "Un patrimonio storico, culturale e paesaggistico: si rischia di ottenere l'effetto contrario a quanto desiderato se si dovesse intervenire in modo troppo impattante" (Qui articolo), "Sono arrivate praticamente integre dalla realizzazione oltre 100 anni fa e devono essere preservate: sono un valore aggiunto incalcolabile" (Qui articolo).
Altissima la preoccupazione anche tra i cittadini, tanto che sui social era stata ben presto lanciata l'idea di candidare il Menador a patrimonio Unesco: un iter e un riconoscimento che avrebbe bloccato quello che è ritenuto da più parti uno scempio.
Il time out estivo è stato utilizzato per trovare una soluzione capace di salvaguardare le storiche gallerie, costruite a fine Ottocento, questa opera è diventata nel tempo una scorciatoia strategica tra gli altipiani cimbri e la Valsugana per collegare rapidamente il fronte italo-austriaco tra il 1915 e il 1918; un percorso poi adibito a uso militare di rifornimento per le truppe durante la Grande Guerra. L'antica salita del Menador, allora detta strada del Kaiserjäger è stata praticamente ritagliata a mano nella roccia, comprese le anguste gallerie lunghe anche un centinaio di metri.
Si è partiti dalle tre ipotesi sul tavolo, circa 9 milioni sul tavolo e tre ipotesi che vengono valutate dalle strutture provinciali: allargamento a 5,5 metri; senso unico a salire e realizzazione di un bypass a scendere e un semaforo per regolare il doppio senso di marcia (Qui articolo).
Dal confronto è emerso che il percorso storico a salire sarà mantenuto, preservandone le caratteristiche di valore paesaggistico e di attrattiva turistica che contraddistinguono la strada, mentre per la corsia a scendere si prevede di realizzare una galleria a senso unico, che consentirà di snellire il traffico, mantenendo una banchina a disposizione delle biciclette.
L'ipotesi di una galleria a doppio senso nel tratto più critico della strada, per una lunghezza di circa 400 metri, o gli allargamenti della sede stradale, avrebbero comportato degli interventi alternativi al percorso a sbalzo, pregiudicando le caratteristiche attuali della strada, che tuttavia ha necessità di essere messa in sicurezza. Un'altra soluzione, quella di un senso unico alternato, regolato da un semaforo, avrebbe invece portato dei rallentamenti non accettabili nei tempi di percorrenza (attesa di circa 7/8 minuti), con la formazione di code (anche di 150 metri) dei mezzi a motore e delle biciclette che intraprendono la salita.
"Si è aspettato tanto e forse servirà qualche risorsa in più rispetto a quanto inizialmente preventivato, alla luce anche dei rincari della materie prime di questi mesi. Ora però c'è un piano - prosegue Zaiga Nicolussi - la prospettiva è quella di andare a cantiere verso la metà del 2023 e completare i lavori in un anno e mezzo. Inoltre la realizzazione del tunnel non necessita di chiudere la strada, se non nelle fasi iniziali e finali dei cantieri. Il transito è garantito, quindi si riducono i disagi che avrebbe comportato una chiusura integrale e prolungata".
Sostanzialmente è stata riconosciuta la bontà di un piano ormai datato (Qui articolo), rivisto e adeguato rispetto ai giorni nostri. "Si sono persi certamente decenni, anche le amministrazione di valle negli anni hanno approvato mozioni per chiedere la messa in sicurezza della strada. Ma ora è importante aver trovato una condivisione sul progetto. Questa soluzione permette di rispondere anche alle esigenze dei pendolari, studenti e lavoratori, così dei turisti. Speriamo che la progettazione finale venga portata a termine nel più breve tempo possibile affinché la Provincia possa andare a bando. Aspettiamo l'affidamento dell'appalto per poter ritenere questa partita conclusa", conclude Zaiga Nicolussi