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Lella Costa, Verdi e Giovanna d'Arco. A Pergine la classe di sora Lella

Seconda giornata del festival che avrà il suo clou al Teatro nella sera di una signora attrice tra impegno mai senza ironia. Ma prima appuntamento ad Arte Sella con le favole del Teatro dei Venti a Villa Strobele. Poi di nuovo pomeriggio intenso a Pergine con il Faber di Serena Sinigaglia e la prima nazionale di Babilonia Teatri con Foresti, tre lingue, i corpi e la musica elettronica

Di Carmine Ragozzino - 29 giugno 2024 - 17:07

PERGINE. Seconda giornata di Pergine Festival e c’è n’è per tutti i gusti, purché siano gusti disponibili a cambiare gusto alla bisogna per scoprire quel che non si conosce. Il Festival della comunità e delle collaborazioni in zona (e fuori zona) oggi dà spazio ad Arte Sella, o meglio occupa un pezzo dell’affascinante spazio artistico naturalistico dell’omonima valle per allestirvi un palcoscenico che domattina renderà ancora più suggestiva Villa Strobele. “In cima alle favole” è infatti un’installazione sonora a tutta curiosità che si deve alla fantasia senza freni del Teatro dei Venti che ha lavorato con un “materiale” (umano) del tutto particolare: gli anziani ospiti della casa di riposo. Anziani chiamati (e la risposta sembra essere stata entusiasmante) a raccontarsi e raccontare. Gli artisti, poi, hanno elaborato la memoria e la riproporranno in forma di spettacolo dalle 10.30.

 

 Si tornerà a Pergine alle 18 per un pomeriggio nel nome di Faber (Fabrizio De André), della sua poesia cantata e del sentimento di gratitudine con il quale Serena Sinigaglia (una signora regista ma non solo) restituisce alcune delle sue pagine più significative. Vinile, voce e pubblico per una chicca in programma alle 18 per far sì che le anima salve non siano solo il titolo di un capolavoro ma qualcosa di molto, ma molto, attuale.

 Alle 19.30, all’Ex Rimessa Carrozze sono protagonisti i curatori del festival: Babilonia Teatri. Il loro “Foresti”, tratto da “La notte poco prima delle foreste” di B.M. Koltès, è una prima nazionale che contamina e alterna tre lingue (francese, italiano e dialetto) tra linguaggio dei segni e musica elettronica (e già qui l’intrigante domina). Due voci (maschio e femmina) che si corrono dietro e corrono dietro alle note suonate dal vivo. E tutto corre dietro al corpo, ai corpi che a loro volta parlano. Lo spettacolo è parte del progetto sull’accessibilità NO LIMITS che percorre tutto il festival.

 

 Infine alle 20.45 al Teatro Comunale il festival vira sulla popolarità di un’artista che alla prosa nazionale ha dato sempre coerenza, impegno ma anche tanta, ma tanta, qualità. Si parla di Lella Costa che stavolta si trasforma in Giovanna (D’arco). Con “Giovanna. La pulzella, la fanciulla, l’allodola” Lella Costa offre la sua versione più ammirata e ironica. Di Giovanna D’Arco in teatro e fuori s’è detto e recitato di tutto ma sora Lella troverà certamente qualcosa di inedito e curioso per una donna che ha segnato la storia (dal proto femminismo in poi). Il testo è ricamato dai brani di Verdieseguiti al

pianoforte a quattro mani dai giovani compositori e pianisti Betsabea ed Elia Faccini.

 

 "Giovanna d’Arco - spiega Lella Costa - è una delle 99 donne valorose che canto nel mio spettacolo, Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione - scrive Lella Costa -. Lì ho scelto di immaginare in poche frasi il suo spavento di bambina. In questo reading con Gabriele Scotti abbiamo fatto invece un lavoro di tessitura delle tante biografie che l’hanno ritratta, anche molto differenti e discordanti tra loro. Tra queste, l’Allodola del drammaturgo Jean Anouilh".

 

 A concludere la prima domenica di festival, dalle ore 21.30 la musica si espande in Piazza Fruet, spazio temporaneo estivo e hub del festival, con Luciano Forlese e PROPAGANDA nell’ambito della rassegna Abbassa!

 

 

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