Un successo la mostra ''Le maschere arcaiche'' a Conegliano per un carnevale tra storia e tradizioni
All’apertura della mostra c'erano già 130 visitatori, non solo da Conegliano ma anche dalle cittadine limitrofe, che si sono dimostrati molto incuriositi ed interessati all’allestimento e ai temi storico-culturali e comunitari che la mostra racconta
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BELLUNO. E’ stato un vero successo il primo finesettimana della mostra “Maschere Arcaiche - esplorazione dei riti tradizionali delle vallate dolomitiche nella raccolta di Gianluigi Secco” che sarà visitabile fino al 4 marzo, all’Oratorio dell’Assunta nella centralissima Piazza Cima di Conegliano, ed è frutto della collaborazione tra il Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco di Belluno e il centro di cultura contemporanea/Conegliano con il patrocinio del Comune di Conegliano.
Prima dell’inaugurazione della mostra nella giornata di sabato 8 febbraio alle 18, presso l’Aula Magna del Campus San Francesco di Conegliano, ha avuto luogo una conferenza nella quale l’antropologo ed etnografo Cesare Poppi, affiancato dalla libraia Vera Salton, ha introdotto il pubblico nel contesto e nella storia di queste pratiche viventi e tramandate nelle comunità dolomitiche.
L’introduzione della conferenza è stata fatta da Antonio Gheno presidente di Borgo Piave Etc aps, associazione che ha il Museo Secco, che ha fatto una panoramica su come ha preso forma il Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco nell’anno 2023, su come i volontari dell'associazione hanno tessuto da gennaio 2024 i contatti con i vari gruppi e comunità che tuttora portano avanti le mascherate arcaiche nei vari paesi dolomitici, di come nei mesi i vari gruppi si sono confrontati attraverso incontri periodici e di come sia nata l’idea di poter candidare le mascherate arcaiche dolomitiche come patrimonio immateriale Unesco.
Terminata la conferenza, si è passati all’apertura della mostra che tra la serata di sabato e la domenica ha visto già 130 visitatori, non solo da Conegliano ma anche dalle cittadine limitrofe, che si sono dimostrati molto incuriositi ed interessati all’allestimento e ai temi storico-culturali e comunitari che la mostra racconta, facendo numerose domande per approfondire quanto visto e dicendosi interessati a voler visitare anche il Museo Secco a Borgo Piave di Belluno.
L’esposizione infatti costituisce un assaggio di quello che è il museo bellunese presentando una coppia di manichini, le stampe di Franco Fiabane, 6 volti lignei e alcune foto storiche che sono una minima parte della collezione che Gianluigi Secco aveva creato a fine anni 80 insieme ad un gruppo di amici artisti tra i quali Vico Calabrò, Olga Riva Piller, Claudio Nevyjel e Franco Fiabane e che aveva poi portato in giro per l’Italia e l’Europa fino al 2019 proprio per far conoscere ai popoli le maschere arcaiche dolomitiche.
Gianluigi Secco, già conosciuto in trasmissioni televisive quali “A marenda coi Belumat”, è stato un formidabile studioso di tradizioni locali, ricette, riti, credenze, canti, balli e giochi inizialmente dell’area dolomitica e poi veneta che negli anni ha raccolto ed archiviato, anche in forma digitale, diventando pioniere nell’uso dei moderni mezzi tecnologici.
La mostra rimarrà aperta tutti i sabati e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Sono poi previste due aperture straordinarie nei pomeriggi lunedì e martedì grasso dalle 14 alle 18. Il programma completo si può consultare sui social www.instagram.com/cculturacc. Per ogni info: cculturacc@gmail.com.