IL VIDEO SERVIZIO. Il lupo e l'uomo storia di un rapporto strettissimo. Rao: ''La paura? Nasce nel medioevo con la diffusione del cristianesimo, religione pastorale''
Mercoledì 9 febbraio siamo stati al Muse all'incontro ''E l'uomo incontrò il lupo'' con Luca Giunti e Riccardo Rao. Ecco cosa è emerso
TRENTO. Da specie sacra al Dio Apollo a nutrice di Romolo e Remo, da bestia “infernale” per Dante a spirito totemico per diversi popoli: il lupo - fin dall’antichità - è uno degli animali più carismatici del nostro immaginario. Al Muse se ne è parlato con due ospiti d’eccezione: Luca Giunti, guardiacaccia e autore del libro “Le conseguenze del ritorno”, e Riccardo Rao, professore di Storia medievale all’Università di Bergamo e autore de “Il tempo dei lupi”.
Il tema è di quelli che accendono il dibattito ma al di là delle polarizzazioni ''lupo sì'' o ''lupo no'' nell'incontro di mercoledì scorso, quel che si è voluto approfondire è proprio la figura del lupo, partendo dalla domanda Chi è? Un predatore che popola le nostre montagne, sicuramente. Ma anche e soprattutto un animale che nutre il nostro immaginario, e che da sempre è ombra della nostra specie. Un animale dalla forte valenza “culturale”, quasi un simbolo.
Come spiega Laura Scillitani, Communication Manager LIFE WolfAlps EU – MUSE, l’incontro è stato ''un viaggio nel tempo e nello spazio tra leggende vecchie e nuove, falsi miti e nuove sfide per la coesistenza. Con l’aiuto dei due relatori, abbiamo cercato di analizzare il rapporto che lega umani e lupi nella storia. Il lupo è infatti un animale politico, che nei secoli ha rivestito a volte il ruolo di simbolo di potenza e natura selvaggia e altre quello di empia creatura demoniaca e bestia assetata di sangue. Prima specie a essere domesticata, a partire dal Medioevo ha subito una persecuzione sistematica che ha portato alla sua estinzione in larga parte dell’Europa. Negli anni Settanta, in Italia, restavano poche centinaia di individui nelle montagne dell’Appennino centro-meridionale. Oggi la specie è tornata a popolare quasi tutta la penisola, portando sempre con sé il suo bagaglio simbolico, fatto di antiche e mai sopite paure e nuove adorazioni”.