La proposta di riqualificazione del rifugio sul Monte Tranquillo del collettivo Cas premiata dal Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Il collettivo Cas, acronimo di "Chi Apre Serra", presente all'ingresso dei rifugi abruzzesi, è stato premiato dal Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, nel corso dell’ultimo evento della celebrazione del centenario del Parco, dedicato alle nuove idee di business. Il progetto presentato dal gruppo mira alla ristutturazione del rifigio stazzo sul Monte Tranquillo, e così, alla valorizzazione del territorio che lo ospita
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Al Palazzo del Consiglio Regionale de L'Aquila si è tenuta la premiazione delle migliori proposte di progetto del concorso "Nuove idee di business del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise", l’ultimo evento della celebrazione del centenario del Parco.
Tra i progetti premiati vi è anche quello di ristrutturazione del rifugio stazzo del Monte Tranquillo, al confine tra Lazio e Abruzzo. Il progetto, nato dall’idea di cinque ragazzi che costituiscono il collettivo Cas, mira alla rimessa in funzione della struttura storica, provando a valorizzare le aree interne dell' appennino abruzzese tramite un turismo lento e sostenibile.
Il nome del collettivo per la resilienza e la rinascita delle aree interne, Cas, è l’acronimo di “Chi Apre Serra”, la frase che si trova incisa all'ingresso dei rifugi d'Abruzzo e che è un motto che invita chiunque entri a lasciare ogni cosa come è stata trovata, o a migliorarla.
Il collettivo Cas fa proprio questo principio, impegnandosi a lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato, partendo proprio da un rifugio, ed è alimentato dalla passione per la montagna e per le tradizioni del territorio dei suoi costituenti.
“Con la proposta del progetto di riuso del rifugio montano dello stazzo di Monte Tranquillo vorremmo che si ponesse l’attenzione su come esso raffiguri i nostri legami con il territorio e con le tradizioni - raccontano i membri del collettivo - e che si prendesse atto del fatto che lo stato in cui attualmente versano molte strutture montane del Parco non ne valorizzi l’importanza e non rappresenti un biglietto da visita degno dei luoghi che viviamo ogni giorno”.
Così, spinti dalle passioni comuni che li “legano indissolubilmente al territorio” e forti dell’esperienza “in diversi rifugi montani in tutta Italia”, hanno deciso di rimettere in piedi uno stazzo montano.
“L'intervento proposto, suddiviso in tre step, è volto a conservare la morfologia e i caratteri generali dello stabile - spiegano -. Si parte dal ripristino delle funzioni di base, fino ad arrivare, compatibilmente con gli strumenti normativi vigenti ed il rispetto per la montagna, ad un rifugio che possa garantire un punto d'appoggio preferenziale per studiosi, fotografi e amanti della natura; un hub montano da cui avere un punto di vista preferenziale su boschi, animali e tutto ciò che lo circonda”.
Un aspetto del progetto su cui è stata posta particolare attenzione è quello del consumo energetico: “Abbiamo pensato il progetto con l’obiettivo di mantenere al minimo ogni tipo di dispendio, ciò è stato possibile adottando soluzioni che garantissero la tenuta dell’involucro stesso. Con minimi apporti energetici, quali fotovoltaico, camino interno ed eventualmente impianti microeolici, sarà possibile ottenere un comfort e un benessere non raggiungibili allo stato attuale”.
Per il primo anno, l’obiettivo è quello di rendere nuovamente utilizzabile il rifugio come bivacco di emergenza, in modo da riportarlo al suo scopo iniziale, data la posizione strategica in un crocevia di diversi sentieri (anche di pellegrinaggio).
“Pensiamo che il riuso dello stabile in modo innovativo e funzionale a lungo termine, ci permetterà di rinnovare l’immagine del territorio, attraverso la promozione di una serie di attività ad ora non realizzabili in maniera organizzata” raccontano i membri del Cas “La valorizzare il patrimonio naturalistico, attraverso la divulgazione consapevole e l’attrazione di un turismo lento e sostenibile, sarà nostra cura e obiettivo”.