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Cultura

Parlando di cambiamenti climatici siamo tutti incoerenti, ma non è un buon motivo per ignorare il problema

L'editoriale / Dare forma a una trama politico-sociale rinnovata è possibile solo attraverso idee supportate da solide basi scientifiche: per questo, nonostante le nostre incoerenze, sarebbe un errore abbandonarle

di
Pietro Lacasella
16 gennaio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Parlando di cambiamenti climatici siamo tutti incoerenti. Chi più e chi meno, questo è palese, ma è proprio l’incoerenza a farsi arma affilatissima, pronta a essere impugnata nel dibattito pubblico da chi nega o comunque sottovaluta il problema.

 

“Proprio tu parli di clima che vai a lavorare in automobile”; “proprio tu parli di clima che mangi carne”; “proprio tu parli di clima che ti scaldi a metano”, …

 

Ritornelli analoghi ricorrono con grande frequenza, perché sono innegabilmente efficaci. La coerenza è infatti un'utopia in una realtà sociale ancora saldamente strutturata su un modello teso al consumo. A qualsiasi persona, anche quando è spinta dai migliori propositi, può capitare di nuotare controcorrente rispetto ai principi verso cui mira. I motivi sono diversi e spesso sovrapponibili: obblighi lavorativi, necessità scolastico/universitarie, problemi di salute, fragilità emotiva, difficoltà familiari.

 

Insomma, non è sempre facile camminare a braccetto con le proprie idee, ma questa non può essere una giustificazione per abbandonarle, come auspica chi scava nelle vite altrui alla ricerca di contraddizioni che mettano a tacere la propria coscienza.

 

È invece importante cancellare lo stigma che accompagna le contraddizioni; è necessario accettarle, prenderne consapevolezza per provare ad addolcirne i contorni più appuntiti e, soprattutto, per affinare la capacità di discernere.

 

Le contraddizioni non si possono infatti porre tutte sullo stesso piano: il filosofo statunitense Henry Greyson Shue ha formulato la distinzione tra “emissioni di lusso” ed “emissioni di sussistenza”.

 

Questa suddivisione non solo serve a evidenziare le diverse sfumature insite nella parola incoerenza, ma aiuta anche a comprendere che l’azione dei singoli individui ha una validità ridotta se non viene inserita all'interno di una trama politico-sociale rinnovata a cui è possibile dare forma solo attraverso idee supportate da solide basi scientifiche: per questo, nonostante le nostre incoerenze, sarebbe un errore abbandonarle.

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