Cosa sognano i giovani per le Alpi del futuro? Un'indagine indica come arginare la fuga degli under30 dalle montagne
Un'indagine condotta dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (Cipra) sulla qualità della vita delle persone giovani nelle Alpi mostra come le loro necessità scavalchino i confini nazionali e siano molto concrete: dai trasporti pubblici efficienti alla tutela della salute mentale, dal bilancio tra vita e lavoro alla presenza di spazi comunitari gratuiti
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Spazi comunitari gratuiti, supporto mentale accessibile in modo rapido ed economico, trasporto pubblico efficiente, considerazione delle esigenze della popolazione locale rispetto alle esigenze dei turisti, alloggi a prezzi accessibili, un equilibrio tra vita e lavoro che permetta di avere abbastanza tempo libero per gli hobby che ci rendono felici e un'efficace azione politica efficace per affrontare le crisi climatiche: questi sono gli elementi che rendono alta la qualità della vita dei giovani che vivono nelle Alpi, secondo loro.
Un’indagine realizzata dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi sulla qualità della vita delle persone giovani nelle Alpi, infatti, ha determinato quali sono gli indicatori (selezionati all’interno di un insieme molto vasto) più importanti nel rappresentare la qualità della vita degli abitanti della regione alpina di età compresa tra i 16 e i 30 anni.
La qualità della vita è un tema complesso e multidimensionale e la sua interpretazione varia molto da un individuo all'altro, il che rende l'acquisizione di indicatori per misurare la qualità della vita particolarmente difficile.
Il progetto, denominato Alpine Compass, mirava a mettere in luce l'aspetto transnazionale dei giovani nelle Alpi. Infatti i giovani di tutte le regioni alpine si trovano ad affrontare sfide molto simili, di natura geo-sociale, che spesso non vengono affrontate adeguatamente a causa della frammentazione delle politiche nazionali.
Alpine Compass ha infatti dimostrato che i giovani rispondono alla domanda in modo simile e che le loro richieste sono abbastanza semplici (ma comunque poco ascoltate dalle istituzioni).
Le indagini hanno evidenziato la grande importanza dell'equilibrio tra lavoro e vita privata, la facilità di accesso alla natura e l'importanza di un legame profondo con l'ambiente. Gli intervistati, inoltre, hanno espresso preoccupazioni per il cambiamento climatico e la necessità di forti legami sociali, nella forma di buone connessioni sociali e di presenza di un forte sostegno da parte della comunità.
Per molti intervistati, un’alta qualità della vita è determinata anche dal sentirsi bene emotivamente e fisicamente in un determinato luogo, quindi, all’atto pratico, è determinata da un basso inquinamento, buone infrastrutture per spostarsi facilmente da un luogo all'altro e presenza luoghi di incontro per interagire con gli altri.
Ciò che potrebbe essere migliorato è, per la maggioranza, un migliore accesso alle montagne attraverso un maggior numero di trasporti pubblici, ma anche attraverso un maggior numero di attività all'aria aperta proposte a scuola. Per una persona che vive in un piccolo paese tra una grande città e una stazione sciistica, i trasporti pubblici sono molto necessari, perché dopo una certa ora di notte non c'è modo di raggiungere questi luoghi senza un'auto.
Nelle città, uno degli aspetti che potrebbero essere migliorati, a detta di molti, è legato alle alte temperature estive: molti ritengono necessarie delle soluzioni migliori per rinfrescare la città in estate. Altri temi popolari, connessi alle “metropoli” alpine sono legate alla presenza di auto (che andrebbe diminuita) e di piste ciclabili (che andrebbero aumentate) per garantire una maggior sicurezza e qualità dell’aria.
Infine, la maggior parte delle persone intervistate si è dichiarata preoccupata per il futuro, sia in termini di opportunità lavorative che di impatti della crisi climatica.
Il resoconto completo dell'indagine si può consultare, in inglese, qui.