Tutti i report climatici, così come le analisi socioeconomiche sul turismo montano, proclamano la fine ormai prossima dello sci nella gran parte delle stazioni attive. Ma allora come è possibile che molte comunità residenti in quelle stazioni, spesso prive dei servizi di base, si dicano favorevoli agli stanziamenti di denaro pubblico a favore di impianti sciistici destinati ad un fallimento pressoché certo?
A fine 2023 sono scadute molte importanti concessioni idroelettriche per l’uso delle acque di montagna: l’inazione politica alla base di tale situazione permette alle aziende concessionarie di non pagare buona parte dei canoni che dovrebbero versare ai territori montani. Ma questo non è la sola conseguenza che le terre alte devono subire
I Piani di Artavaggio, nelle Prealpi lecchesi, sono una ex stazione sciistica a 1600 m di quota che ha saputo spontaneamente rinascere come apprezzata meta del turismo sostenibile. Dallo scorso anno, tuttavia, un progetto di riportarvi lo sci su pista minaccia di degradare il successo ormai acquisito e di banalizzare il luogo assoggettandolo di nuovo a un modello turistico impattante e anacronistico
Mentre in Svizzera i report federali certificano l’importanza del trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia per lo sviluppo economico territoriale, l’Italia continua a presentare grossi ritardi al riguardo, che comportano notevoli perdite di denaro e danni ambientali ai territori alpini coinvolti
La Valle Maira e le Valli di Lanzo, in Piemonte, si alleano in una Società Consortile di promozione del turismo sostenibile che rappresenta un modello più unico che raro di collaborazione tra territori montani, e un interessante caso di studio per molti altri
Il saldo naturale della popolazione italiana è sempre più negativo, e al riguardo spicca in particolar modo quello dei territori montani e delle aree interne. Una situazione che rischia di vanificare qualsiasi sforzo a sostegno delle comunità residenti
Si discute spesso sulla necessità di superare la cronica antitesi tra città e montagna. Ma c’è una dinamica che già le accomuna e non è affatto piacevole: l’espulsione dei residenti, in favore di realtà a trazione turistica