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Che fine ha fatto la nuova seggiovia dei Piani di Artavaggio? Un piccolo ma emblematico 'giallo' che coinvolge una delle località più apprezzate delle Prealpi lombarde

I Piani di Artavaggio, nelle Prealpi lecchesi, sono una ex stazione sciistica a 1600 m di quota che ha saputo spontaneamente rinascere come apprezzata meta del turismo sostenibile. Dallo scorso anno, tuttavia, un progetto di riportarvi lo sci su pista minaccia di degradare il successo ormai acquisito e di banalizzare il luogo assoggettandolo di nuovo a un modello turistico impattante e anacronistico

di
Luca Rota
07 febbraio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

«Sulle Alpi sono innumerevoli i progetti basati su modelli alternativi di sviluppo, sulla cosiddetta economia verde e sulla economia dolce. Crescono le proposte per una fruizione moderna della montagna invernale, e assistiamo alla conversione di centrali dello sci in oasi naturali (come il Dobratsch, in Carinzia, come ai Piani di Artavaggio, ma gli esempi potrebbero continuare)» (Marco Albino Ferrari, Assalto alle Alpi, Einaudi, 2023).

 

Nei mesi scorsi numerose associazioni e tanti cittadini si sono mobilitati, anche con eventi in loco, contro il paventato progetto di una nuova seggiovia – con relativo impianto di innevamento artificiale – ai Piani di Artavaggio, affascinante località della Valsassina (provincia di Lecco, Prealpi Lombarde) tra i 1600 e i 2000 m di quota dalla storia alquanto emblematica.


Foto di ©Roberto Garghentini, per gentile concessione dell’autore.

Infatti, dopo la fine della propria era sciistica negli anni Novanta del secolo scorso per i soliti motivi - cambiamenti meteoclimatici, insostenibilità economica, concorrenza di altre stazioni - nel corso degli ultimi lustri si è rilanciata alla grande e in maniera sostanzialmente spontanea come luogo montano ideale a una frequentazione turistica sostenibile e non meccanizzata (salvo che per la funivia di arroccamento da Moggio, il comune nel cui territorio sono situati i Piani di Artavaggio, e per quattro brevi tapis roulant che servono un campo scuola sci per bambini). Un pubblico articolato e crescente che ha letteralmente riscoperto il luogo quasi solo grazie al passaparola, e ha preso a frequentarlo per praticare le numerose attività che la montagna consente anche senza impianti di risalita – anzi, proprio grazie alla loro assenza e a quanto ne giova il luogo e la sua fruibilità. Per tutto questo oggi i Piani di Artavaggio vengono frequentati non solo nei mesi estivi e invernali ma tutto l’anno da moltissimi escursionisti che sull’altopiano valsassinese possono godere di quella dimensione di ritrovata armonia con il territorio naturale altrove soggiogata alla presenza e all’impatto delle infrastrutture turistiche (come per gli adiacenti Piani di Bobbio, totalmente asserviti al comprensorio sciistico attivo in loco). La storia della rinascita ecoturistica di Artavaggio appare così interessante da essere citata in numerosi saggi sulla montagna contemporanea – come Assalto alle Alpi di Marco Albino Ferrari da cui proviene il brano in testa a questo articolo - diventando persino un caso di studio per il CAST, il Centro di Studi Avanzati del Turismo dell’Università di Bologna che li cita come esempio nelle Alpi italiane di località mirata "al potenziamento di forme di turismo diverse".

 

Nonostante siano numerose le fonti (anche prestigiose) che attestano il successo dell'attuale fruizione e situazione climatico-ambientale della località, ecco che nel corso del 2022 è saltato fuori il progetto – con ben 11 milioni di Euro di finanziamenti pubblici erogati da Regione Lombardia – relativo all’installazione di una nuova seggiovia ai Piani per riportarvi lo sci su pista oltre che delle solite opere annesse - innevamento artificiale, manufatti al servizio delle piste, parcheggi a valle, eccetera. Un progetto simile a molti altri dei quali, e dato il contesto al quale viene riferito, che stimola la denuncia della sua illogicità e del suo anacronismo. Un progetto che calpesterebbe il successo e il valore della rinascita turistica sostenibile dei Piani di Artavaggio per inseguire un modello di sviluppo obsoleto e, nel contesto specifico, fallimentare prima ancora di nascere.

Sono risultate allora inevitabili le proteste di numerosi appassionati  frequentatori del luogo e della montagna in generale. Nel mentre, a seguito dei dibattiti pubblici durante lo scorso inverno e di una discreta risonanza mediatica, da parte degli enti pubblici coinvolti sul progetto è formalmente calato il silenzio. Come mai, se i giornali davano per assodato lo stanziamento degli 11 milioni da parte di Regione Lombardia? Perché nessuno della società civile o delle associazioni che si sono attivate sulla questione riesce a saperne di più?


Veduta dei Piani di Artavaggio del 3 febbraio 2024 tratta dalla webcam del Rifugio Sassi Castelli, fonte https://www.pianidiartavaggio.it/webcam/

Del progetto dei Piani di Artavaggio, in effetti, non è facile trovare informazioni, cosa singolare considerato che si tratta di una proposta sostenuta da enti pubblici – con il Comune di Moggio come capofila – per la quale pare sia previsto uno stanziamento di fondi della comunità. Essendo dunque un'opera di carattere collettivo, sarebbe necessario da parte dei promotori un approccio votato alla divulgazione per permettere alla società civile di comprendere a pieno il progetto e i suoi sviluppi.

 

Sorgono pertanto spontanei i seguenti quesiti: che fine ha fatto il progetto della nuova seggiovia ai Piani di Artavaggio? Perché non se ne dice più nulla? È stato sospeso o forse annullato?

 

Quello che si sta andando a creare è una sorta di giallo montano. Dinamica non certo insolita per i territori alpini dove sono in programma di realizzazione interventi di questa natura. In ottica futura, al fine di programmare una pianificazione turistica e territoriale più vicina alle caratteristiche climatiche del presente e alle esigenze di chi abita il territorio, è necessario coinvolgere maggiormente la popolazione.

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