Incastonato tra la Valle del Mignone e i monti della Tuscia e della Tolfa, al confine tra Toscana e Lazio, sta nascendo un cammino che si colloca fuori dalle tradizionali categorie del settore: né religioso né puramente turistico, un cammino di consapevolezza e rispetto. In un'epoca in cui il turismo a piedi è in crescita esponenziale, sarà a numero chiuso e percorribile soltanto per brevi periodi per permettere alla natura di rigenerarsi
Il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane - approvato dal Consiglio dei Ministri a metà febbraio e ora in attesa dell’iter parlamentare - ha catalizzato le attenzioni di chi si occupa di terre alte. Uncem ha realizzato un sondaggio pubblico sui temi principali e più importanti da inserire in una nuova strategia per la montagna. Da tutte le regioni italiane sono giunte oltre 300 risposte che puntano l’attenzione sui servizi (scuola, sanità, trasporti, commercio di vicinato), le agevolazioni fiscali, la manutenzione di boschi e pascoli, l’occupazione, la collaborazione tra Comuni ed enti superiori, il turismo, l’adattamento dei territori alla crisi climatica
In Piemonte, Chiusa di Pesio, all’imbocco della Valle Pesio, c'è un laboratorio speciale. È quello di Patricia Lamouroux, la perlera che dietro a un bancone colmo di piccoli tubi costruisce gioielli, o quadri, che raccontano storie in perle di vetro. Ha scelto questa valle venticinque anni fa, quando cercava un nido in cui crescere sua figlia. "Per me è sempre stata la più bella. Mi piace il fatto che non ci puoi capitare, devi venirci di proposito". A due portoncini di distanza, c’è il Complesso Museale e Centro Studi Cavalier Giuseppe Arena, che tiene memoria della Regia Fabbrica de’ Vetri e Cristalli impiantata dai Savoia nella metà del Settecento
Nelle terre alte lo sguardo delle donne porta lontano. Lo ha intuito, in alta Valle Maira in Piemonte, il Coordinamento Donne di Montagna. In vent'anni di attività ha raggiunto la Bolivia dall’altra parte del mondo, per poi tornare a casa, nelle Valli che si affacciano sul Monviso. Oggi punta a valorizzare le attività e le piccole aziende a conduzione femminile, a creare una rete di amministratrici dei Comuni delle aree interne, ma soprattutto a rendere la montagna un luogo animato da nuove comunità e da uno sviluppo sostenibile
La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo ma non si tratta di un elemento nostalgico. Può essere oggi lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi nelle aree interne. Dopo un primo anno tra Piemonte e Lombardia, la Scuola per Giovani Pastori è pronta a ripartire in primavera in un territorio dalle enormi potenzialità per lo sviluppo di un’attività di pastorizia: le Madonie in Sicilia
Le Valli valdesi del Piemonte sono il risultato dell’abbraccio fra storia e geografia. È una cultura complessa, che sta sempre sulla frontiera di qualcosa. Ogni anno, la notte tra il 16 e il 17 febbraio, si accendono i fuochi della libertà, ben visibili di valle in valle. Quest’anno i falò bruciano con un’intensità diversa. Tengono accesa la scintilla dei diritti civili con la forza di un anniversario che porta con sé una storia secolare: nel 2024 si celebrano gli 850 anni del movimento fondato nel 1174 da Valdo di Lione
In Valle Varaita c’è un rito dalle radici millenarie che culmina nei giorni di Carnevale ma non è Carnevale. Pochissimi Comuni ne hanno preservato la tradizione: la più importante Baìo dell’arco alpino si svolge a Sampeyre ogni cinque anni, me ce n’è un’altra, più piccola, che ha saputo tener salda la memoria. Ritorna a Bellino domenica 11 e martedì 13 febbraio dopo una lunga pausa che non ha scalfito nemmeno un millimetro del suo fascino
Cuneo è la Città Alpina 2024, un riconoscimento prestigioso che in qualche modo è parte del suo Dna per la posizione geografica, il patrimonio culturale e il ruolo di aggregatore di servizi, approvvigionamento e sviluppo per le vallate circostanti. Con i suoi 56mila abitanti, è capofila di un territorio che è stato definito mezzaluna alpina: un'area di 137 Comuni che circonda la città metromontana piemontese
Edificata su un crinale ripidissimo in alta Valle Grana in Piemonte, Narbona è stata abbandonata in modo improvviso nel 1960. La sua storia racconta uno degli insediamenti più audaci dell'intero arco alpino e di un legame indissolubile tra una comunità e la sua frazione più lontana. Grazie a un nutrito gruppo di volontari, si è trasformata in un laboratorio di recupero della memoria