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Ambiente

Il futuro delle aree interne in una Scuola per Giovani Pastori

La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo ma non si tratta di un elemento nostalgico. Può essere oggi lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi nelle aree interne. Dopo un primo anno tra Piemonte e Lombardia, la Scuola per Giovani Pastori è pronta a ripartire in primavera in un territorio dalle enormi potenzialità per lo sviluppo di un’attività di pastorizia: le Madonie in Sicilia

di
Daria Capitani
24 febbraio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La pastorizia per dare un futuro ai propri sogni e al territorio che si è scelto come casa. È ciò che accomuna Desiré, Agnes e gli altri 13 partecipanti alla prima edizione della Scuola itinerante per Giovani Pastori nata dalla collaborazione tra il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi di economia agraria), nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale e l’Associazione Riabitare l’Italia. Storie diverse, percorsi di vita anche molto distanti fra loro, ma lo stesso interesse per un mestiere antico ed essenziale che oggi rischia di finire in disuso. Eppure, potrebbe essere la chiave per ripopolare le aree interne.

Dopo un primo anno tra Piemonte e Lombardia (Cuneese, Bresciano e Oltrepò Pavese), la Scuola è pronta a ripartire in primavera, in un territorio dalle enormi potenzialità per lo sviluppo di un’attività di pastorizia: le Madonie, regione montana protetta a 70 km. da Palermo che compare tra le 72 aree pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).

 

La prima intuizione nasce dall’indagine Giovani Dentro realizzata nelle aree interne dello Stivale da Riabitare l’Italia, Crea e altri partner. Ne è emerso un quadro per certi aspetti sorprendente: il 67 per cento dei giovani tra i 18 e i 39 anni vorrebbe rimanere nel territorio in cui vive. Soltanto il 9 per cento considera il lavoro agricolo e di pastorizia un ripiego in mancanza di alternative lavorative, mentre il 94 per cento vede almeno un motivo valido per lanciarsi in questo campo.

Daniela Storti, direttrice scientifica della Scuola Giovani Pastori, si occupa da sempre di politiche agricole: ai numeri ha dato un volto. "Tra il 2014 e il 2020, come membro del Comitato Tecnico Aree Interne, ho girato i territori marginali dell’Italia per portare supporto nell’impostazione delle strategie territoriali: ho avuto l’opportunità di andare oltre le statistiche, interagendo con gli attori dei luoghi - spiega -. Nelle aree interne, che in Italia spesso sono anche montane, c’è una matrice culturale forte legata alla pastorizia. Non si tratta soltanto di un’attività imprenditoriale: certamente l’aspetto economico conta, ma quello che spinge i giovani verso questo mestiere è una scelta di vita, un ancoraggio a ciò che questi territori offrono in termini di biodiversità e relazioni. Abbiamo pensato di lanciare una scuola che servisse principalmente loro".

Un desiderio in particolare ha segnato la direzione. "Se chiedi a un giovane agricoltore o allevatore perché ha scelto questa professione, spesso ti risponde: perché voglio fare qualcosa di bello per il mio territorio", continua Storti. Ma le difficoltà non mancano: "A volte si ha bisogno di un rinforzo su aspetti tecnici e pratici, di un confronto con una struttura di riferimento. La nostra Scuola prova a mettere dentro tutto questo: i fabbisogni dei giovani e un modello diverso di formazione e accompagnamento, più flessibile e mirato, interattivo e itinerante. La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo ma non si tratta soltanto di un elemento nostalgico. Anzi, può essere oggi lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi qui: l’obiettivo è trovare giovani davvero motivati per cominciare un percorso reale di vita".

 


La prima edizione della Scuola per Giovani Pastori.

 

La nuova pastorizia è fatta di consapevolezza e legame con il paesaggio, amore per gli animali e anche fatica. Desirè Ferrero è nata e cresciuta nella cintura di Torino, oggi vive in Val Susa, sopra Caprie. Ha 24 anni e un interesse spiccato per le piccole produzioni locali: "La Scuola per Giovani Pastori mi ha insegnato che c’è un gran bisogno di persone che portino avanti questo mestiere, soprattutto quassù. Senza il settore primario non esistono né quello secondario né quello terziario". In Val Grana, Agnes Garrone, 28 anni e una laurea in Linguistica, si prende cura del suo gregge di 60 pecore: "Ho iniziato ad andare al pascolo quando avevo 9 anni, nella mia stalla gli agnelli hanno tutti un nome. Non so se riuscirei a rinunciare a tutto questo".

 


Agnes Garrone al pascolo con le sue pecore.

 

Una Scuola non convenzionale, ma non per questo meno virtuosa: nel 2022 è stata premiata nella categoria “Innovazione nel cibo” ai Food&Wine Italia Awards e nel 2023 l’Unione Europea l’ha inserita tra i progetti virtuosi in ambito rurale. Le iscrizioni alla prossima edizione sono aperte: il bando prevede una selezione di 15 persone che tra maggio e luglio avvieranno il percorso professionale gratuito, con priorità ai candidati più giovani e a quelli intenzionati ad avviare attività nel territorio madonita. Gli studenti saranno ospitati nel suggestivo ex Convento dei Padri Riformati nel Comune di Petralia Sottana. La formazione prevede lezioni pratiche e teoriche su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime per le quali la Scuola gioverà del supporto di Agenform, altro partner del progetto. Sono previsti approfondimenti online su varie tematiche con la possibilità di confrontarsi con aziende e realtà del territorio secondo il metodo didattico della peer education.

L’attività della Scuola si aprirà con il Festival della pastorizia “Dove vai, pastore? Festival della Pastorizia, dell’Erranza e del Ritorno nelle Madonie”. Si svolgerà a Petralia Sottana, organizzato da Riabitare l’Italia, in collaborazione con Crea e SO.SVI.MA SpA - Agenzia di Sviluppo locale delle Madonie: dal 10 al 12 maggio il Comune siciliano sarà teatro di un confronto tra studiosi e attori del territorio con l’obiettivo di sviluppare una riflessione costruttiva su aree interne e attività pastorale.

 


I monti delle Madonie.

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