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Attualità

Verso una nuova legge sulla montagna. Bussone: "Auspichiamo che il provvedimento possa dare delle risposte concrete alle esigenze dei territori"

Il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane - approvato dal Consiglio dei Ministri a metà febbraio e ora in attesa dell’iter parlamentare - ha catalizzato le attenzioni di chi si occupa di terre alte. Uncem ha realizzato un sondaggio pubblico sui temi principali e più importanti da inserire in una nuova strategia per la montagna. Da tutte le regioni italiane sono giunte oltre 300 risposte che puntano l’attenzione sui servizi (scuola, sanità, trasporti, commercio di vicinato), le agevolazioni fiscali, la manutenzione di boschi e pascoli, l’occupazione, la collaborazione tra Comuni ed enti superiori, il turismo, l’adattamento dei territori alla crisi climatica

di
Daria Capitani
12 marzo | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Agevolazioni per piccole e microimprese con titolari under41, valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità, sostegno ai giovani che scelgono di acquistare o ristrutturare l’abitazione principale in un Comune montano, bonus per investimenti green. Sono soltanto alcune delle anticipazioni diffuse nelle ultime settimane sul ddl Montagna. Inutile dire che il disegno di legge - approvato dal Consiglio dei Ministri a metà febbraio e ora in attesa dell’iter parlamentare - ha catalizzato le attenzioni di chi si occupa di terre alte.

 

 

Il motivo principale (ne avevamo parlato anche qui) è ben sintetizzato in un documento pubblicato sul sito ufficiale di Uncem - Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani: «Il 31 gennaio 1994 veniva approvata in Parlamento l’ultima legge organica sulla Montagna della Repubblica italiana. La 97 del 1994 è rimasta “iconica” e purtroppo per gran parte inattuata. Muoveva dall’articolo 44 della Costituzione e conteneva molti articoli lungimiranti e ai quali si è guardato in tre decenni con troppa poca attenzione». A trent’anni di distanza, il disegno di legge depositato dal Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli riapre la discussione sulla necessità di dare alla montagna una legge che guardi lontano. «Va ricordato che oggi vi sono altri disegni di legge depositati in Parlamento relativi alla montagna e alle aree interne - sottolinea  Marco Bussone, Presidente Uncem - . Di certo, una nuova legge deve nascere con una ampia convergenza parlamentare, con una buona e intensa azione del Governo sui temi legati a cosa sono i territori, a come stanno in relazione, a come sono organizzati a livello istituzionale. E una nuova legge deve nascere coinvolgendo tutti coloro che intendono partecipare al dibattito». È a partire da questa convinzione che Uncem ha realizzato un sondaggio pubblico sui temi principali e più importanti da inserire in una nuova strategia per la montagna. Da tutte le regioni italiane sono giunte oltre 300 risposte: è ancora possibile contribuire al dibattito (il questionario è disponibile a questo link) e Uncem ha diffuso in un dossier una prima sintesi dell’indagine.

 

 

La stragrande maggioranza dei partecipanti (93,4 per cento) ritiene importante la stesura e approvazione di una legge nazionale sulla montagna, così come l’83,4 per cento considera non sufficiente per le esigenze delle aree montane italiane il fondo nazionale per la Montagna, che ammonta a 200 milioni di euro annui. I messaggi in risposta alla domanda “Cosa scriveresti in una legge sulla montagna?” puntano l’attenzione sui servizi (scuola, sanità, trasporti, commercio di vicinato), le agevolazioni fiscali finalizzate al ripopolamento o alla possibilità di garantire un futuro a chi desidera restare nelle terre alte, la manutenzione dei boschi e dei pascoli, l’occupazione, la collaborazione tra Comuni ed enti superiori, il turismo, l’adattamento dei territori alla crisi climatica, la gestione della risorsa idrica.

 

 

 

«Auspichiamo che il nuovo provvedimento possa dare delle risposte concrete alle esigenze della montagna - continua Bussone -. Per questo abbiamo trasmesso al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie un documento contenente considerazioni e proposte. Il mondo della montagna è ampio e variegato: il nostro obiettivo è quello di attivare un dialogo efficace che unisca e non divida». Gli elementi imprescindibili? «L’organizzazione dei servizi pubblici e il rafforzamento del tessuto istituzionale: enti grandi e piccoli che lavorano insieme, mantenendo identità e storia, mettendo insieme servizi, funzioni, dati, personale, competenze, visioni. La fiscalità per le imprese e per chi vive in montagna, ma anche per gli enti locali. La relazione tra chi produce e chi consuma le risorse, ma anche le modalità con cui innestare meccanismi virtuosi a fronte del cambiamento climatico. Infine, come sostenere, formare e accompagnare il capitale umano che sceglie la montagna come luogo in cui vivere. Avere strategia significa puntare sulle istituzioni che generano insieme coesione e opportunità, fanno investimenti perché sono prima di tutto comunità».

 

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