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Attualità

"Nel giro di un anno e mezzo le stesse zone sono state colpite da tre sistemi simili fra loro": il meteorologo Giulio Betti sull'alluvione in Emilia Romagna

Il ciclone Boris ha portato quantità di pioggia comprese tra i 280 e i 350 millimetri in 48 ore nella zona nell'alta Romagna, riportando paesi e città all'incubo dell'alluvione di maggio 2023. Il peggio è passato e le condizioni meteo sono destinate a migliorare, ma rimane che è tornato a piovere su una zona che era già stata messa a dura prova poco più di un anno fa

di
Sofia Farina
19 settembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In Emilia Romagna, nelle ultime 24 ore, sono stati effettuati oltre 500 interventi di soccorso. La situazione è più critica nel territorio della provincia di Ravenna, e mentre arrivano i rinforzi dalle Alpi, con squadre operative partite in mattinata da Veneto e Trentino Alto Adige, gli aggiornamenti della Protezione Civile non sono confortanti e invitano la popolazione, in diverse aree, a evacuare le proprie abitazioni.

 

"Il peggio è passato" commenta Giulio Betti, meteorologo professionista e divulgatore scientifico "ci saranno ancora delle precipitazioni, soprattutto tra Romagna, Meridionale, Alte Marche, possibili rovesci, ma molto meno intense". Anche in termini di livello di criticità idraulica "il peggio è passato, anche perché peggio di così non è che si potesse andare". Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, per fortuna: "Le condizioni meteo sono destinate a migliorare e non pioverà, nelle zone alluvionate, almeno almeno fino a lunedì sera".

 

"Sono caduti quantità di pioggia compresi tra i 280 e i 350 millimetri in 48 ore nella zona dell'alta Romagna, nell'Appennino Romagnolo - spiega Betti -. Rispetto al 2023, l'area colpita è meno vasta, quindi abbiamo assistito, nelle ultime ore, a un fenomeno simile in termini di quantitativi di pioggia ma più circoscritto".

 

"Questo non toglie il fatto che nel giro di un anno e mezzo le stesse zone sono state colpite da tre sistemi depressionari simili fra loro - spiega l'esperto -. Sono sempre configurazioni che hanno come caratteristica comune il fatto di essere bloccate, e cioè a scarsa evoluzione e quindi, rimanendo intrappolate all'interno di un sistema circolatorio piuttosto complesso, scaricano grandi quantitativi d'acqua nelle stesse aree".

 

Anche in questo caso, la situazione che caratterizza il Mar Mediterrano rappresenta un fattore importante: "In tutti e tre i casi, la temperatura del mare, e quindi l'eccesso di vapore acqueo in atmosfera, soprattutto in questo caso, è molto più alta del normale, e questo probabilmente ha favorito precipitazioni più consistenti". E' anche bene sottolineare che "è piovuto su una zona che era già stata messa a dura prova dall'alluvione di un anno prima, non esiste il sistema idrogeologico fluviale che possa reggere una frequenza di perturbazioni estreme come queste, anche perché queste perturbazioni si dovrebbero osservare molto più raramente".

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