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Attualità

"Il bosco? È anche un luogo di cura, lo dice la scienza". Al via il progetto "For.sa - Foreste e Salute" sull'Appennino Toscano

For.sa, acronimo di “foreste e salute” è un nuovo progetto, capitanato dalla Foresta Modello delle Montagne Fiorentine e finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, che ha l’obiettivo di valorizzare i territori montani di Valdisieve e Valdarno fornendo luoghi idonei alle pratiche di “terapia forestale”. L’uso terapeutico della foresta è una disciplina in rapida espansione in tutto il mondo, che da pochi anni è stata studiata, con risultati positivi, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sarà proprio il Cnr, insieme alle comunità locali, a progettare i nuovi percorsi che saranno realizzati nella Montagna fiorentina: veri e propri luoghi di cura in grado, al tempo stesso, anche di rilanciare l’economia locale

di
Luigi Torreggiani e Andrea Barzagli
26 maggio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Da pochi mesi, uno studio scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, a cura di ricercatori italiani, ha dimostrato per la prima volta l'effetto specifico e significativo sull'ansia degli oli essenziali emessi dalle piante in ambienti forestali. Si è trattato di una scoperta importante, che tuttavia ha confermato una percezione assai comune: chi frequenta il bosco e ama gli spazi verdi conosce bene quelle sensazioni che si provano dopo una giornata tra gli alberi.

 

Le foreste, è indubbio, ci fanno “stare bene”. Lo fanno sia attraverso sostanze chimiche, sia attraverso un’atmosfera che ci aiuta a rilassarci e a connetterci con l’ambiente circostante. Questa caratteristica è conosciuta e utilizzata da tempo in Giappone, dove i “bagni di foresta” (“Shinrin-yoku” in lingua giapponese) sono oggi parte integrante dei programmi sanitari: un tema molto attuale e dibattuto anche in Italia

 

Viviamo in un mondo estremamente antropizzato, che ci ha spinti a perdere il legame con gli spazi naturali, un tempo giornaliero. In questo contesto, ogni iniziativa che promuove il contatto con la natura è da considerarsi positiva. Tuttavia, per meritarsi l’appellativo di “terapia” e poter ambire a diventare parte integrante del sistema sanitario pubblico, queste pratiche devono derivare da robuste conoscenze basate su evidenze scientifiche, fondarsi su criteri specifici ed essere somministrate da professionisti clinici.

 

È ciò a cui mira il metodo di Terapia forestale sviluppato da CNR, CERFIT (Centro di Medicina Integrativa per la Fitoterapia) e CAI: un protocollo semplice e interoperabile dai diversi conduttori clinici, articolato in 5 “passi” associati alla focalizzazione dei sensi sull’ambiente circostante, da svolgere durante sessioni guidate di 2-3 ore. Questo metodo ha già mostrato eccellenti risultati in diversi ambiti della salute psico-fisica.

Il territorio della Montagna fiorentina, grazie al progetto "FOR.SA - Foreste e Salute", si farà pioniere di questa nuova opportunità attraverso ben quattro itinerari, che saranno realizzati a San Godenzo (Castagno D’Andrea, in Località  Borbotto), Londa (nei pressi del Passo Croce a Mori), Reggello (tra i “Giganti di Vallombrosa”, gli abeti americani che formano il bosco più alto d’Italia) e Rufina (in località Moscia). Si tratterà di percorsi brevi e abbastanza pianeggianti, di qualche chilometro, che potranno essere utilizzati in vere e proprie sedute di terapia guidate da operatori sanitari. Tuttavia, attraverso vari cartelli esplicativi che saranno dislocati sul territorio, sarà possibile anche percorrerli in autonomia, facendo esperienza di alcune tecniche di concentrazione e rilassamento. Le esperienze preliminari condotte negli anni scorsi hanno dimostrato che l’aria forestale nel territorio della Montagna Fiorentina è particolarmente ricca di Composti Organici Volatili (COV), raggiungendo livelli di concentrazione tra i massimi in Italia. Questo grazie alla varietà di piante e alla notevole estensione delle foreste, che assicurano la funzionalità ambientale dell’area.

 

In particolare, il sentiero di Reggello a Vallombrosa e quello di Rufina, presso La Consuma, attraversano aree con alberi vetusti o monumentali offrendo scorci di particolare fascino. I percorsi selezionati a San Godenzo, tra Bivacco Borbotto e Gorga Nera, e quello di Rufina, presso La Consuma, prevedono l’attraversamento di corsi d’acqua e, alla Gorga Nera, l’avvicinamento ad un laghetto con biocenosi uniche: elementi di particolare efficacia rispetto agli effetti rilassanti. Il percorso selezionato a Londa, presso il Valico di Croce a Mori, offre invece ampi panorami caratteristici delle zone di crinale; tra tutti i percorsi, inoltre, è risultato quello con la massima concentrazione di COV.

 

“Tornare al bosco è essenziale per tanti motivi”, spiega Stefano Berti, Presidente della Foresta Modello delle Montagne Fiorentine, che coordina il progetto. “Lo è indubbiamente anche per curarci, per prevenire malattie, per ridurre lo stress e l’ansia, per trovare ispirazione, per ritrovare una parte di noi stessi che si sta perdendo tra asfalto e cemento. Valorizzare queste pratiche e, con esse, i territori forestali e montani, è possibile pur mantenendo tutte le altre funzioni del bosco, a patto di individuare con attenzione le aree idonee, progettando i percorsi e la loro manutenzione attraverso una specifica gestione forestale. Perché è nei boschi gestiti, non in quelli in stato di abbandono, che queste attività possono essere svolte al meglio e, considerando quanto può essere attivato a supporto, possono rappresentare anche un utile strumento a disposizione per la rigenerazione delle comunità”.

 

Il progetto FOR.SA e lo sviluppo delle attività di terapia forestale dimostrano una volta in più il bisogno, sempre più urgente, di fare rete tra i vari portatori di interesse legati alle foreste: gestori e operatori forestali, imprese della filiera legno, naturalisti, ma anche strutture sanitarie, guide e accompagnatori, associazioni e istituti di ricerca, operatori turistici e comunità locali. Questo è ciò che provano a fare, ogni giorno, le Foreste Modello come quella della Montagna fiorentina, un insieme biodiverso di interessi, sensibilità e punti di vista rivolto allo stesso territorio fortemente boscato e alle sue molteplici opportunità. 

 

In un'area forestale ben gestita e pianificata c'è spazio per tutti. Capirlo è relativamente semplice, metterlo in pratica meno, perché ci obbliga a cambiare prospettiva. Ma è una grande sfida di futuro, che vale la pena di cogliere.

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