Sabotaggio della pista da bob di Cortina? "Ennesima strumentalizzazione di un fatto che deve ancora essere chiarito nel suo svolgimento"
La consigliera comunale di Cortina Roberta De Zanna ha commentato l'episodio: "Il voler esasperare a tutti i costi i toni parlando di 'attacco all’Italia', 'intimidazione allo Stato', è molto più dannoso del fatto in sé perché si vuole criminalizzare che la pensa diversamente. Da parte nostra abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine attendiamo l’esito delle indagini, sperando che si riesca ad appurare come si sono svolti i fatti"
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Sabotaggio della pista da bob di Cortina? La consigliera comunale di Cortina Roberta De Zanna ha commentato l'episodio:
"In questi giorni il nome di Cortina è salito alla ribalta della cronaca per un fatto accaduto alla pista da bob in corso di realizzazione: un tubo di refrigerazione del peso di 500 chilogrammi, è stato secondo alcuni divelto secondo altri fatto rotolare in mezzo alla strada causando grave ostacolo al transito dei mezzi addetti ai lavori".
"La frammentarietà delle informazioni - prosegue De Zanna - non ha impedito di gridare al 'sabotaggio' scatenando sui social la caccia al colpevole che, non potendo essere al momento ancora identificato, è stato indicato nelle categorie di volta in volta degli 'ambientalisti', dei 'no a tutto', dei 'nemici del progresso'.
E pazienza se questo accade sui social ma quando le stesse parole escono dalla bocca di un ministro della repubblica e di un senatore che accusano apertamente di 'odio e livore i no a tutto', confondendo volutamente il sacrosanto diritto al dissenso con gli atti di violenza, allora si affossa il confronto democratico".
"Questa ennesima strumentalizzazione - continua la consigliera - di un fatto che deve ancora essere chiarito nel suo svolgimento, per polarizzare ancora di più lo scontro e gettare discredito su chi democraticamente esprime le proprie idee, il voler esasperare a tutti i costi i toni parlando di 'attacco all’Italia', 'intimidazione allo Stato', è molto più dannoso del fatto in sé perché si vuole criminalizzare che la pensa diversamente".
"Da parte nostra - conclude - abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine attendiamo l’esito delle indagini, sperando che si riesca ad appurare come si sono svolti i fatti, e alla fine, da una parte o dall’altra, qualcuno dovrà chiedere scusa e assumersi le proprie responsabilità per procurato allarme, rivendichiamo però il diritto di poter dire di no ed esprimere il dissenso verso quello che non condividiamo perché è sul confronto delle idee che si basa una sana democrazia".