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Attualità

Prenotazioni online dei rifugi, pro e contro del progetto Cai: esperimento interessante ma (forse) di difficile realizzazione

E' stato da poco annunciato dal Club Alpino Italiano il Portale Cai dell'escursionista, con cui si potrà prenotare il pernottamento nei rifugi del Cai, in quelli privati e in altre foresterie lungo itinerari escursionistici e alpinistici. L'annuncio ha generato una discussione sfaccettata, che va da opinioni molto positive a un grande scetticismo

di
Sofia Farina
26 marzo | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Per quanto possa essere un bel progetto, che tutti i rifugi d'Italia possano essere collegati mi sembra davvero difficile perché non è detto che tutti i gestori si vogliano collegare e soprattutto non tutti i rifugi hanno una buona connessione a internet” commenta Roberta Silva, presidente dei rifugi del Trentino, che gestisce il rifugio Roda di Vael.

 

Quello che è stato definito dal presidente del Club Alpino Italiano come “il progetto più importante dei Cai negli ultimi anni” perchè ad “oggi nel nostro paese non esiste nulla di simile”, come ha affermato in occasione della sua presentazione alla fiera Fa’ la cosa giusta! a Milano lo scorso weekend, consiste proprio nell’apertura, a breve, del Portale Cai dell’escursionista. Grazie al portale si potrà prenotare il pernottamento nei rifugi del club alpino, in quelli privati, nelle foresterie e nei punti di interesse lungo itinerari escursionistici e alpinistici, tramite un sistema multilingue e accessibile da diversi dispositivi. L’annuncio ha generato una discussione molto sfaccettata, con reazioni estremamente positive di chi la vede come un’ottima opportunità di ammodernamento della gestione delle strutture montane e un aiuto agli stessi gestori e quelle negative di chi, più scetticamente, vede delle difficoltà tecniche e umane nella sua effettiva attuazione. 

 

Un elemento che emerge subito dalla conversazione sull'introduzione della nuova piattaforma è quello dei problemi tecnici, prevalentemente relativi alla connessione internet.  “Ci sono strutture dove internet non arriva o dove magari saltano i collegamenti - commenta Silva - quindi per una settimana non ce l'hai lì bisogna capire come gestire la situazione, perchè può succedere che le persone entrano, vedono le stanze libere e prenotano ma il rifugista non lo può vedere”. Infatti, ci possono essere “dei problemi tecnici non indifferenti per certe strutture, perché a valle succede qualcosa arriva subito il tecnico, ma se salta un ponte radio in quota può volerci molto tempo a sistemarlo, soprattutto in caso di maltempo”.

 

Non si tratta di rendere i rifugi degli alberghi - come ad esempio si legge in numerosi commenti sui social network - quello è l'ultimo dei problemi” commenta Silva e anche Alberto Bighellini, il gestore del rifugio Stivo, condivide la linea: “Un rifugio, per quanto sia bello, per quanto abbia le sue peculiarità, è un'impresa con problemi burocratici. Quella della poesia del rifugio secondo me è una retorica che dobbiamo abbandonare”. Anzi, aggiunge Silva: “Avere un sistema di prenotazione online può aiutare molto i rifugi, perché il questo boom di frequentazione della montagna degli anni post covid io sono la prima che passa tantissimo tempo al computer per rispondere a mail di richiesta di prenotazione”. Il tempo che bisogna passare a rispondere alle mail, ai messaggi sulle pagine sui diversi social network, che “è in media due ore al giorno” per la rifugista di Roda Di Vael è tutto tempo tolto “da quella che vorresti essere la tua attività principale, proprio quella fare il gestore, di essere a contatto con la gente, di aiutarla nella scelta delle escursioni, di  aiutarla quando arriva al rifugio, insomma dal fare presenza attiva in rifugio attiva”. In questi termini, secondo la rifugista “può essere molto utile” anche se è bene sottolineare che in questo modo si perde il “contatto diretto con la persona perché avendo un sistema di prenotazione non ti interfacci subito con chi vuole frequentare la struttura e magari in un secondo momento arriveranno comunque delle email con delle domande aggiuntive”. 

 

Quello del contatto diretto con chi arriverà in rifugio è un tema fondamentale anche per Bighellini: “Spesso mi è successo che persone mi chiamassero e mi dicessero che pensavo di venire in macchina perché era l’opzione suggerita da maps, e magari era inverno e c’erano metri di neve. Ecco, se una persona prenota automaticamente e pensa di arrivare in macchina, blocca un posto, che non sarà disponibile per qualcun altro, e non riesce neanche ad arrivare, perchè non mi ha contattato e non ho potuto spiegare la situazione”. 

 

Il caso del Rifugio Stivo è emblematico per le considerazioni di cui sopra, infatti il suo gestore spiega di preferire “un contatto col cliente” tramite una prenotazione telefonica visto che non ha molti posti letto. Per lui “il contatto telefonico è più semplice da gestire e permette già di capire chi arriverà, scambiare informazioni”, essere una presenza attiva, appunto.

 

La problematica più evidente a tutti i rifugisti intervistati risulta essere quella di una possibile “imposizione di questo sistema di prenotazione a tutti i rifugi” come commenta il gestore dello Stivo, infatti sarebbe meglio una situazione in cui “chi lo trova comodo può usarlo, se un rifugista lo trova impossibile da mettere in pratica, poco utile o addirittura contrario alla propria filosofia, no”. La possibile (e probabile) contrarietà all’utilizzo del sistema di diversi rifugisti è evidenziata da Carlo Alberto Zanella, presidente dei Cai Alto Adige che la ritiene di per sè molto interessante per diversi motivi, tra cui anche la più facile raccolta delle caparre in caso di mancato arrivo degli ospiti, la promozione di strutture e zone meno frequentate e la più semplice organizzazione dei concatenamenti: “Io non sono scettico sulla piattaforma ma sulla sua accettazione da parte dei gestori”.

 

Il tema della possibile resistenza alla presenza obbligatoria di tutte le strutture sulla piattaforma si ricollega a quella delle loro specificità (e dei luoghi in cui si trovano). Sempre Zanella commenta: “La prenotazione con questa piattaforma sarebbe molto utile per chi fa le Alte Vie, chi fa i giri lunghi, concatenamenti di diversi giorni, che avrebbe la sicurezza di un posto letto a ogni tappa del percorso”. Infatti se una o più strutture lungo un’Alta Via o un cammino costituito da diverse tappe scelgono di non utilizzare la piattaforma, l’Alta Via o il cammino risulterebbero scollegati, come fa notare Silva. 

 

Ad ogni modo, quel che emerge oggi dal dialogo con i gestori dei rifugi è un dato preliminare, perchè ci sono ancora diversi dettagli di cui essi stessi non sono a conoscenza e che verranno probabilmente spiegati e chiariti in una apposita riunione che avrà luogo giovedì. Tra i vari punti critici, oltre alle peculiarità delle strutture, i problemi tecnici della connessione a internet, della gestione stessa della piattaforma, è emerso anche quello della sovrapposizione con sistemi di prenotazione regionali e/o già esistenti. Questo è infatti il caso sia dell’Alto Adige, in cui alcune strutture sono giù inserite dentro un’altra “associazione di prenotazione alberghiera gestita dall’Alpenverein che rientra in un circuito germanico austriaco e svizzero” come spiega Zanella, che del Trentino, in cui è stata annunciata una piattaforma apposita per le strutture del Cai Sat (Società Alpinisti Tridentini).

 

Di certo, l’aumento sostanziale dei frequentatori delle montagne italiane in seguito alla pandemia e gli evidenti problemi dovuti al turismo di massa in alcune zone, che hanno stimolato la creazione di questo sistema, obbligano tutti, dai gestori delle strutture ai loro frequentatori, a ulteriori riflessioni sul nostro modo di frequentare le terre alte. Nel portale presentato dal Cai sarà anche presente un sistema cartografico con le tracce dei sentieri e dei cammini, che così "oltre a facilitare l'utente, lo renderà un potente sistema di promozione di sentieri, cammini e interi territori montani" ha affermato il presidente del Cai.

 

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