Neve: l'oro bianco "che può far impazzire molte persone". L'industria sciistica degli Stati Uniti riflette un modello economico vorace
Traduciamo e raccontiamo un articolo pubblicato recentemente da The economist con il titolo "The economics of skiing in America", l'economia dello sci negli Stati Uniti, che racconta la recente evoluzione dell'industria dello sci alpino oltreoceano
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“White powder can drive many people mad”, "la polvere bianca può far impazzire molte persone", inizia così l’articolo recentemente pubblicato da The Economist sull’economia dello sci negli Stati Uniti, “the economics of skiing in America”.
L’articolo inizia con il resoconto della visita in una nota località montana del Colorado, Breckenridge, da parte del suo autore. Nelle stazioni sciistiche del Colorado, come racconta l’autore, essere veloci non significa solo arrivare per primi sulla montagna, ma anche pagare un prezzo molto diverso dagli altri per accedere agli impianti. “Il vostro corrispondente, un europeo poco esperto, ha pagato 260 dollari per un biglietto di risalita di un solo giorno. Quasi nessun'altra delle persone sedute in seggiovia con lui ha pagato altrettanto. Al giorno d'oggi, se si vuole sciare in America, la cosa più saggia da fare è acquistare il pass prima che cada la prima neve”. Addirittura, acquistandolo prima di novembre “potrete sciare senza limiti per tutta la stagione a meno del costo di qualche giorno prendendolo all’ultimo momento”.
L’argomento approfondito nell’articolo è proprio questo: come l’industria dello sci americana sia stata trasformata negli ultimi anni grazie a “una intelligente politica dei prezzi”.
Il resort in cui si trova il reporter, Breckenridge, è di proprietà di Vail Resorts, una società con sede nei pressi di Denver che opera in tre continenti. L’azienda nel 2008, quando ancora possedeva solamente 5 resort, ha lanciato un prodotto chiamato Epic Pass: con esso gli sciatori potevano (e possono) ottenere un numero di discese senza limiti in un intero gruppo di stazioni a basso costo, ma solamente acquistandolo prima dell’inizio della stagione. Prima di questa novità, gli abbonamenti stagionali erano un prodotto molto di nicchia, solitamente acquistato dai local a prezzi che potevano raggiungere anche i 1500 dollari, e l’industria dello sci si basava principalmente sugli skipass giornalieri.
A differenza di quanto accade in Europa, dove le stazioni sono spesso di proprietà dei governi locali o nazionali, in America lo sci non è mai stato un'attività stabile. La maggior parte delle montagne erano beni di prestigio di proprietà di famiglie ricche e le loro fortune aumentavano e diminuivano con il manto nevoso. Se la neve cadeva abbondantemente, i resort guadagnavano. In caso contrario, le località turistiche facevano fatica.
Introducendo l’Epic Pass, Vail ha cambiato l’offerta e come racconta Stuart Winchester, che gestisce lo Storm Skiing Journal, per la prima volta in decenni lo sci è redditizio in modo affidabile anche negli Stati Uniti. Chiaramente, a un costo per la concorrenza: "Tutti gli altri stanno nuotando. Vail sta comprando tutto", afferma nel podcast. Vail infatti possiede ora 41 stazioni, tra cui più di due dozzine di piccole colline sulla costa orientale e nel Midwest, che considera stazioni "feeder" che alimentano nuovi sciatori che alla fine possono venire a ovest. Nel 2018 è stato lanciato un pass concorrente, l'Ikon, dalla Alterra Mountain Company, di proprietà della famiglia miliardaria Crown di Chicago, che condivide le entrate con i resort indipendenti. E oggi la maggior parte delle aree sciistiche più grandi degli Stati Uniti sono iscritte all'uno o all'altro pass.
Nell’articolo si compie un ulteriore passaggio, riflettendo sull’efficienza dell’industria e sul suo potere di mercato, spiegando che, in generale, se un'impresa monopolistica può praticare prezzi diversi a clienti diversi, non ha bisogno di ridurre la produzione per aumentare il proprio profitto. E l'industria dello sci analizzata nell’articolo dimostra proprio la veridicità di questa affermazione: con il consolidamento dell'industria, i prezzi giornalieri sono aumentati, estraendo più denaro dagli sciatori. Però se si acquista uno skipass stagionale in anticipo si può ottenere un biglietto per molto meno, e quindi le piste sono ancora affollate. A conferma di questo, i dati: l'anno scorso 65 milioni di persone hanno visitato le stazioni sciistiche americane, il numero più alto di sempre, secondo la National Ski Areas Association. Le entrate di Vail sono aumentate del 14% e gli abbonamenti stagionali rappresentano il 61% dei ricavi dell'azienda.
Tuttavia, commenta il reporter “la trasformazione non è del tutto popolare”. Infatti l’aumento delle persone sulle piste non è molto apprezzato dalla "gente del posto”. Uno sciatore che frequenta l’area dagli anni ottanta, intervistato dal reporter, ha definito Vail “l'impero del male": con il netto aumento degli sciatori, le code agli impianti di risalita sono aumentate, soprattutto nelle giornate con neve migliore e una cultura sciistica che si rivolgeva ai locali si è trasformata in un business di massa. Il valore degli immobili è aumentato e con esso le tasse di proprietà. In più, andare a sciare è sempre più stressante: grandi ingorghi si snodano lungo la montagna e il parcheggio non è più gratuito.
Si intravede all’orizzonte, forse, il raggiungimento di un limite anche per l’azienda statunitense. Infatti, spiega l’articolo, se anche gli skipass possono essere acquistati a basso prezzo (in anticipo), lo stesso non vale per gli alloggi, il cui costo è salito alle stelle, cosa che impatta non solo gli sciatori ma anche i lavoratori della zona. L'anno scorso Vail ha aumentato il salario minimo a 20 dollari l'ora, ma la carenza di personale rimane un problema: in città dove le case costano ormai milioni di dollari.
Inoltre, relativamente al turismo di massa, nelle giornate migliori e quindi con afflusso previsto maggiore, l'azienda ha dovuto ricorrere al razionamento, limitando il numero di skipass disponibili e aumentando drasticamente il costo del parcheggio, per “fermare la folla”. Queste giornate sono addirittura già incluse in alcune varianti dei pass Epic e Ikon e sono definite "date di blackout", in cui i titolari non possono sciare. Questi metodi hanno certo permesso di controllare la folla nei momenti peggiori, ma chiaramente al costo di infastidire i clienti.
Chiaramente, il sovraffollamento delle stazioni sciistiche ha avuto a sua volta degli effetti, principalmente in termini di modifica delle aree sciistiche frequentate dai più ricchi (che evitano ormai tutte le aree con i pass) e di una nuova proposta di turismo da parte di alcuni resort (che ora puntano sul fornire uno sci “privato senza la folla”). Degli esempi di questo modello, riportati nell’articolo, sono quello di Powder Mountain, nello Utah, che lo scorso dicembre ha annunciato il passaggio a un modello in cui solo i proprietari di immobili locali sono autorizzati a sciare su alcune seggiovie" e quello (più estremo) dello Yellowstone Club, in Montana, che offre la possibilità di sciare in esclusiva a chi può permettersi una quota iniziale di 400.000 dollari, una quota annuale di 40.000 dollari e di acquistare o costruire una proprietà di 3 milioni di dollari nella zona.
“Frustrati dall'affollamento e dall'impennata dei prezzi, molti americani vanno a sciare in Europa, dove gli skipass possono ancora essere acquistati a basso costo il giorno stesso, i treni e gli autobus trasportano le persone dagli aeroporti e le stazioni di risalita sono circondate da condomini anziché da parcheggi” spiega l’articolo.
A conclusione del pezzo, una riflessione su come quel che sta succedendo all’industria dello sci rifletta in realtà il cambiamento dell'economia americana, tramite un paragone con l’industria aerea. Questa, infatti, un tempo era notoriamente poco redditizia, mentre oggi lo è molto. “Come per lo sci, la stabilità deriva dal potere di mercato e dalla discriminazione dei prezzi. I voli sono costosi e scomodi, ma chi accumula i punti della giusta carta di credito ed è fedele a una particolare compagnia aerea può ottenerli a prezzi più bassi, e gli aerei non decollano quasi mai con molti posti vuoti”.
“Those who play the game can get fresh tracks for cheap. But everyone else is left struggling with the moguls”, ovvero “Chi sta al gioco può ottenere tracce fresche a poco prezzo. Ma tutti gli altri sono lasciati a lottare con i magnati" conclude il giornalista.