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Attualità

"La montagna lo fa, facciamolo insieme": proposte e idee di Uncem per le elezioni amministrative di giugno

Uncem, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani ha elaborato un documento destinato ai candidati e alle candidate alle elezioni amministrative di giugno, che contiene proposte, impegni, punti e opportunità che possono essere unite ai programmi in fase di elaborazione

di
Sofia Farina
30 aprile | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) ha elaborato un documento destinato ai candidati e alle candidate alle elezioni amministrative di giugno.

 

Il documento contiene proposte, impegni, punti e opportunità che l'Unione suggerisce di unire nei "programmi in fase di elaborazione e poi utilizzati negli incontri con cittadini e comunità dei territori". Uncem confida nell'utilità dello strumento per una campagna elettoriale "bella e vivace, di dialogo e scambio" che sia occasione per "guardare al futuro e cambiare paradigma".

 

"La montagna lo fa" è il nome del documento redatto da Uncem, ispirato al film "Un mondo a parte", di Antonio Albanese e Virginia Raffaele, che poche settimane fa ha portato nelle sale con ironia e profondità il tema delle aree interne e delle difficoltà che queste affrontano.

 

Marco Bussone, presidente dell'Unione, commenta: "La Montagna non fa da sola. Fanno insieme i Sindaci, fanno insieme i Comuni, fa insieme la Montagna in relazione con le aree urbane e non solo. Aperta all'Europa e al mondo. Crediamoci".

 

Riportiamo di seguito le proposte, le idee e i punti presentati da Uncem.

 

"I Comuni montani, tutti i Candidati e poi gli eletti, si impegnano per:

1. Una Politica che promuova il diritto al lavoro e la sua qualità, assicuri la parità dei servizi, realizzi un  significativo riequilibrio dei redditi a favore delle zone montane, rurali, interne del Paese.

2. Una Politica di promozione e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, delle foreste e delle risorse naturali, fondata sulla ricerca di un’elevata qualità della vita. 

3. Una Democrazia sostanziale e partecipata, in cui le scelte siano libere, i Sindaci valorizzati nelle loro  funzioni e ruolo, in cui sia reale la possibilità della rappresentanza politico-istituzionale di tutte le  aree del territorio montano alpino e appenninico – il 54% del Paese - e in cui l’azione politica sia  riconosciuta da tutti come un servizio reso alla collettività. Un nuovo Patto tra territori, anche urbani  con quelli montani. 

4. Una Società che, valorizzando la propria identità, accolga tutte le differenze e promuova una cultura plurale che non si riduca al solo attuale modello urbano-centrico. I territori sono diversi e insieme  crescono.

5. Un’Economia dinamica e solida che sappia valorizzare e promuovere, con spirito cooperativo,  l’iniziativa e lo spirito d’impresa – a partire dal settore agricolo e forestale - delle realtà montane  attraverso una diversificazione legislativa che tenga in considerazione l’alterità delle zone montane.

 

I Comuni montani - con tutti i Candidati e le Candidate – operano, anche nei loro programmi  elettorali, in dialogo con tutti i Cittadini, stringendo nuovi legami tra loro, riconoscendosi nei  seguenti punti chiave per i programmi e le iniziative verso il voto e dopo le elezioni: 

 

Autonomia: che significa responsabilità civile e amministrativa, sobrietà, cooperazione, solidarietà.  Autonomia nelle forme di autogoverno, che partendo dal diritto di esistenza delle municipalità, favorisce la  crescita di forme sovracomunali di collaborazione e pianificazione, il Noi, l’operatività e la programmazione,  strumenti per le politiche di sviluppo montano – anche con una vera riorganizzazione nazionale degli Enti  locali, con una fiscalità che dia vera autonomia alle Autonomie, secondo lo spirito della Costituzione – e di  ottimizzazione ed efficienza dei servizi ai cittadini.  

 

Libertà: nel costruire un progetto d’insieme per il proprio territorio. Temi come ambiente, agricoltura,  allevamento, forestazione declinati alle specificità montane devono essere elementi centrali di un piano  strategico che riporti economia e comunità vive nelle terre alte, anche attraverso un “neopopolamento”.  Libertà culturale, sociale e identitaria (con lingue e tradizioni) sono decisive per ricostruire un processo  politico collettivo, nuova “coscienza di territorio”, impegno pubblico, partecipazione, sinergie, flussi. 

 

Partecipazione: le comunità delle zone montane del Paese devono poter prendere parte al processo di  crescita del proprio territorio ed essere parte di una comunità attiva in questo impegno. Per poter fare questo  si deve pervenire a una rappresentanza politica che consideri che, oltre agli abitanti, pure il territorio va  governato in tutte le sue specificità fisiche, a vantaggio anche delle aree urbane, in un nuovo “patto urbano-montano”. La condivisione di strategie è essenziale per generare coesione. La montagna non è parco giochi  delle città. Il turismo non basta. Non c’è turismo senza comunità vive, senza abitanti, bambini, giovani. 

 

Energia: la valorizzazione delle risorse endogene (acqua, legno, aria, clima) della montagna deve passare  attraverso le Istituzioni della montagna, declinata in concetti di sostenibilità economica, sostenibilità  ambientale e prossimità territoriale. Gli strumenti istituzionali che governano la montagna devono essere  messi nelle condizioni di poter costruire il proprio sviluppo. Comunità e unioni montane siano sostenuti dalle  Regioni e dallo Stato: Governo e Parlamento legiferino per garantire valorizzazione delle risorse dei territori. 

 

Sussidiarietà: secondo il dettame costituzionale della leale collaborazione tra gli Enti attraverso la  costruzione di un sistema di interazione nel quale non vi sia nessun atteggiamento egemone da parte delle  Istituzioni sovraordinate ma un rapporto funzionale che permetta di rispondere al meglio alle esigenze dei  cittadini – a partire da efficace organizzazione scolastica, sanitaria, della mobilità - all’interno di un costante  rapporto con gli stessi, specie in fase decisionale. Sussidiarietà è far crescere e formare il “capitale umano”.

 

È urgente, come Comuni insieme, promuovere un grande progetto nazionale di rigenerazione e  neopopolamento della montagna quale condizione fondamentale per rendere concrete nuove prospettive di  sviluppo, che devono coinvolgere tutte le Regioni, non solo con investimenti, bensì con specifiche soluzioni  strategiche che attuino la legge per il sostegno e la valorizzazione dei Piccoli Comuni, la Strategia delle Green  Communities, la legge forestale e la Strategia forestale nazionale, la Strategia delle aree interne e montane,  la valorizzazione dei servizi ecosistemici ambientali. Fronti sui quali Governo e Parlamento, con tutte le  Regioni, devono essere più incisivi nelle scelte, in dialogo costante con i Comuni. 

 

Una montagna disabitata e solamente frequentata, per motivi di svago, turismo, sport o di tele-lavoro non  può assicurare un efficace contributo nel contrasto alla crisi climatica e demografica, riducendosi così a oggetto delle politiche di mitigazione e non soggetto sia di queste che di quelle legate all’adattamento, che  pretende la presenza di comunità e Istituzioni locali in grado di svolgere le funzioni di vigilanza, monitoraggio,  cura e manutenzione territoriale. Comunità vive, presenti, impegnate, che i Comuni contribuiscono a  generare 

 

La montagna lo fa. Insieme. Mai da soli, neanche come singoli Comuni all’ombra del nostro  campanile, bello e generoso.

 

Lavoriamo insieme. Politica è programmare e decidere insieme,  valorizzando le identità. La Montagna che insieme fa, con i suoi Comuni insieme, è il nostro  impegno di Candidati e Candidate, di Amministrazioni dei Comuni montani per il fare e per il dare,  per il “Noi” dei territori, dei Comuni, delle comunità che scelgono di costruire presente e futuro  non da soli, ma più uniti con tutte le Istituzioni della Repubblica italiana. Uncem sostiene questi  processi. Propone a tutte le Candidate e a tutti i Candidati, Sindaci e Consiglieri, nei Comuni al  voto a giugno 2024 un nuovo “patto”, un’azione forte, un protagonismo decisivo, una  comunicazione chiara e un programma con questi e altri punti che richiamano unità dei territori".

 

 

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