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Ambiente

“Per la prima volta nella storia dell’umanità, il ciclo dell’acqua non è in equilibrio”: la crisi idrica sta accelerando e il tempo di agire è ora

Più della metà della produzione alimentare mondiale rischierà di fallire entro i prossimi 25 anni, a causa della rapida accelerazione della crisi idrica che colpisce il pianeta, a meno che non si intervenga con urgenza per conservare le risorse idriche e porre fine alla distruzione degli ecosistemi da cui dipende l'acqua dolce. Questo è il principale messaggio lanciato dalla Commissione Globale sull’Economia dell’Acqua nell’ultimo report sullo stato delle risorse idriche del pianeta, intitolato "The Economics of Water"

di
Sofia Farina
20 ottobre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Più della metà della produzione alimentare mondiale rischierà di fallire entro i prossimi 25 anni, a causa della rapida accelerazione della crisi idrica che colpisce il pianeta, a meno che non si intervenga con urgenza per conservare le risorse idriche e porre fine alla distruzione degli ecosistemi da cui dipende l'acqua dolce. Questo è il principale messaggio lanciato dalla Commissione Globale sull’Economia dell’Acqua nell’ultimo report sullo stato delle risorse idriche del pianeta, intitolato "The Economics of Water", pubblicato pochi giorni fa. 

 

Metà della popolazione mondiale deve già fare i conti con la scarsità d'acqua e il numero è destinato ad aumentare con l'aggravarsi della crisi climatica. Per questo motivo, il rapporto della Commissione identifica in modo inequivocabile le azioni necessarie per generare cambiamenti radicali nel modo in cui l’acqua viene gestita, usata e valutata a livello globale. 

 

“Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale, e l'obiettivo è chiaro: riportare stabilità al ciclo globale dell'acqua, realizzare il diritto umano all'acqua sicura, raggiungere la sicurezza alimentare e uno sviluppo che vada bene per tutti, e mantenere il nostro pianeta per le generazioni a venire” dichiarano i rappresentanti della Commissione.

Il pianeta sta attraversando una grave crisi idrica 

 

“Per la prima volta nella storia dell’umanità, il ciclo dell’acqua non è in equilibrio” si legge nel rapporto “e questo mette a rischio un futuro equo e sostenibile per tutti”. 

 

Infatti, come emerge, più di 2 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile e 3,6 miliardi di persone - il 44% della popolazione - non hanno accesso a servizi igienici sicuri. Ogni giorno, 1.000 bambini muoiono per mancanza di accesso all'acqua potabile. Si prevede che la domanda di acqua dolce supererà l'offerta del 40% entro la fine di questo decennio. 

 

La crisi si sta aggravando: se non si interviene, entro il 2050 i problemi idrici ridurranno di circa l'8% il Pil mondiale, con una perdita del 15% per i Paesi poveri. Oltre la metà della produzione alimentare mondiale proviene da aree che registrano tendenze instabili nella disponibilità di acqua.

 

Non c'è uno sforzo globale coordinato per affrontare questa crisi

 

Nonostante l'interconnessione dei sistemi idrici globali, non esistono strutture di governance globale per l'acqua. Le Nazioni Unite hanno tenuto una sola conferenza sull'acqua negli ultimi 50 anni e solo il mese scorso hanno nominato un inviato speciale per l'acqua.

 

Inoltre, l’approccio attuale alla gestione dell’acqua sul pianeta continua ad essere focalizzato sulle risorse idriche e non sui fattori economici che danno forma e modificano il ciclo stesso dell’acqua. Inoltre, la governance globale dell’acqua tende a concentrarsi principalmente sulla cosiddetta “acqua blu”, quella che possiamo vedere, quella che costituisce i fiumi, i laghi e i mari, e trascura invece quella che è conosciuta come “acqua verde”, che è immagazzinata nell’umidità del suolo e nella vegetazione, che torna poi all’atmosfera tramite i processi di evaporazione di traspirazione. 

 

Inoltre, l’approccio corrente, secondo gli esperti, troppo spesso assume che i pattern di disponibilità idrica per gli anni a venire rimangano stabili, ma questo non è vero se includiamo nell’equazione il cambiamento climatico in corso. 

La crisi climatica sta intensificando la scarsità d'acqua

 

Gli impatti della crisi climatica si fanno sentire innanzitutto sui sistemi idrologici mondiali, che in alcune regioni stanno subendo gravi interruzioni o addirittura il collasso. 

 

La siccità in Amazzonia, le inondazioni in Europa e in Asia e la fusione dei ghiaccia, che provoca sia inondazioni che siccità a valle, sono tutti esempi di impatti di fenomeni meteorologici estremi che probabilmente peggioreranno nel prossimo futuro. 

 

Inoltre, oltre ad essere vittima del cambiamento climatico, la degradazione dei sistemi acquiferi globali (che include la perdita di umidità nel suolo) è diventata a sua volta un acceleratore di surriscaldamento e di perdita di biodiversità. Qual è il risultato? Un aumento della frequenza e dell’intensità delle siccità, delle alluvioni, le ondate di calore e gli incendi, oltre che, chiaramente, degli impatti sostanziali sulla capacità di produzione di cibo per diverse regioni del globo.

 

L'acqua è artificialmente a buon mercato per alcuni e troppo costosa per altri

 

I sussidi all'agricoltura in tutto il mondo hanno spesso conseguenze indesiderate per l'acqua, fornendo incentivi perversi agli agricoltori per irrigare eccessivamente le loro colture o usare l'acqua in modo sprecato. In molti Paesi, inoltre, le industrie sovvenzionano l'uso dell'acqua o ignorano il loro inquinamento. Nel frattempo, popolazioni dei Paesi in via di sviluppo si trovano spesso a pagare un prezzo elevato per l'acqua o possono accedere solo a fonti non potabili. Una tariffazione realistica dell'acqua, che elimini i sussidi dannosi e protegga i poveri, deve essere una priorità per i governi.

L'acqua è un bene comune

 

Tutta la vita umana dipende dall'acqua, ma non viene riconosciuta per la risorsa indispensabile che è. Gli autori del rapporto sollecitano un ripensamento del modo in cui l'acqua viene considerata, non come una risorsa rinnovabile all'infinito, ma come un bene comune globale, con un patto globale sull'acqua da parte dei governi per garantire la protezione delle fonti idriche e la creazione di una “economia circolare” per l'acqua, in cui essa viene riutilizzata e l'inquinamento ripulito. I Paesi in via di sviluppo devono avere accesso a finanziamenti che li aiutino a porre fine alla distruzione degli ecosistemi naturali che sono una parte fondamentale del ciclo idrologico. 

 

Le cinque missioni proposte dalla Commissione 

 

Il rapporto si conclude con una chiamata all’azione, nella forma di raccomandazioni su come agire nel presente e nel futuro, fondando il nuovo approccio alla gestione dell’acqua su delle collaborazioni tra i diversi stakeholder a tutti i livelli, dal locale al globale. 

 

Le cinque missioni individuate dalla commissione sono le seguenti: lanciare una rivoluzione nei sistemi alimentari, che aumenti la produttività dell’acqua nell’agricoltura; conservare e ripristinare gli habitat cruciali per la protezione della riserva idrica; stabilire una economia dell’acqua circolare, che includa anche i processi industriali; dare avvio a una nuova era basata sull’energia pulita e far sì che nessun bambino al mondo muoia per colpa di acqua inquinate entro il 2030, assicurando l’accesso a delle fonti di acqua potabile e sana a tutte le comunità.

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