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Ambiente

"Vogliamo valorizzare il paesaggio sonoro come un patrimonio da proteggere". Il progetto "Silenzi in Quota" e l'ascolto della montagna

In un mondo sempre più rumoroso, invaso dai suoni dell’attività umana, la necessità di preservare gli ambienti naturali e i loro paesaggi sonori diventa fondamentale. Silenzi in Quota, un'iniziativa nata nel 2021 a Trento e poi sviluppatasi grazie a prestigiose collaborazioni si pone l’obiettivo di tutelare il paesaggio sonoro montano, un bene intangibile che rischia di essere compromesso dall’inquinamento acustico antropico

di
Sofia Farina
22 ottobre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In un mondo sempre più rumoroso, invaso dai suoni dell’attività umana, la necessità di preservare gli ambienti naturali e i loro paesaggi sonori diventa fondamentale. Silenzi in Quota, un'iniziativa nata nel 2021 a Trento e poi sviluppatasi grazie alla collaborazione con l’Università di Trento, Montura e Head acoustics, si pone l’obiettivo di tutelare il paesaggio sonoro montano, un bene intangibile che rischia di essere compromesso dall’inquinamento acustico antropico. 

 

Giacomo Gozzi, laureato in musica elettronica al Conservatorio di Trento, ha gettato le basi di Silenzi in Quota tre anni fa. Appassionato di registrazioni ambientali, ha iniziato con l’idea di documentare i suoni delle montagne del Trentino-Alto Adige per il suo progetto di laurea, e in collaborazione con Mario Pedron, fotografo, Gozzi ha realizzato un contenuto multimediale proiettato poi in aula.

 

Le prime spedizioni del progetto hanno riguardato otto montagne, scelte sia sulla base della loro notorietà che, al contrario, del loro essere relativamente sconosciute. Le registrazioni sonore effettuate durante queste escursioni, inizialmente destinate a un pubblico limitato, hanno attirato l’attenzione di Simone Torresin, ricercatore in ingegneria acustica all’Università di Trento. Il suo interesse ha portato ad ampliare gli obiettivi e l’impatto del progetto, spostando il focus anche sulla ricerca scientifica e sull’interazione partecipativa con il pubblico.

 

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è rappresentato dalle passeggiate sonore (o, come le chiamano gli esperti, soundwalks), eventi in cui i partecipanti sono invitati ad ascoltare con attenzione i suoni dell’ambiente montano, spesso sopraffatti dal rumore antropico. Le passeggiate si svolgono in luoghi iconici e talvolta controversi dal punto di vista dell’impatto turistico, come il Lago di Braies e le Dolomiti, e utilizzano registrazioni binaurali che simulano l’ascolto umano. Torresin spiega come queste esperienze vadano oltre il semplice camminare: "Non siamo più abituati ad ascoltare con attenzione. Durante le passeggiate, invitiamo i partecipanti a concentrarsi sui suoni naturali, distinguendo quelli antropici e cercando di capire come l'ambiente sonoro influisce sulla percezione del luogo".

Grazie a manichini dotati di microfoni posti nelle orecchie, il team raccoglie dati acustici che vengono poi correlati con la percezione dei partecipanti, i quali compilano questionari di percezione sonora. Questo approccio scientifico si unisce a una dimensione artistica e immersiva, generando una riflessione profonda sull'impatto dell'uomo sui paesaggi naturali e sulle modalità di conservazione degli stessi.

 

Uno degli aspetti fondamentali di Silenzi in Quota è l’integrazione tra ricerca scientifica e sensibilizzazione pubblica. Il progetto non si limita a offrire un'esperienza sensoriale immersiva, ma punta anche a misurare e monitorare i cambiamenti nel paesaggio sonoro delle aree naturali. "La nostra missione", spiega Torresin, "è valorizzare il paesaggio sonoro come un patrimonio da proteggere, proprio come si fa con gli aspetti visivi o con la biodiversità".

 

Le passeggiate sonore hanno anche un forte impatto didattico e sociale. A ogni evento, i partecipanti possono osservare come il rumore antropico influenzi la qualità dell’esperienza naturale. Ad esempio, nelle registrazioni effettuate al Lago di Braies, un'area fortemente turistica, i suoni naturali come il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie vengono spesso coperti dai rumori degli aerei e dal vociare  delle persone. In contesti come le Highlands scozzesi, al contrario, la totale assenza di traffico aereo ha consentito registrazioni acusticamente "pulite", una differenza che ha sorpreso anche gli stessi ricercatori.

Negli anni, Silenzi in Quota ha esteso il suo raggio d’azione oltre i confini italiani, anche grazie alla collaborazione con Tin Oberman di University College London, con progetti di public engagement in Scozia e Norvegia, esplorando nuovi paesaggi sonori e coinvolgendo partecipanti locali e internazionali. L'obiettivo a lungo termine del team è quello di raccogliere un database di registrazioni sonore delle montagne e renderlo accessibile a tutti tramite piattaforme open access, permettendo a ricercatori e artisti di utilizzare questo materiale per nuovi progetti.

 

Il documentario su Silenzi in Quota, attualmente in fase di completamento, rappresenta il prossimo grande passo per il progetto. Il docufilm, che sarà presentato la prossima primavera al Trento Film Festival, racconterà le prime spedizioni e mostrerà come la ricerca scientifica e la sensibilizzazione artistica si siano intrecciate in un unico obiettivo: preservare le caratteristiche dell’ambiente sonoro montano. Il documentario sarà un'occasione per far conoscere il progetto a un pubblico più ampio e sensibilizzare ulteriormente sull'importanza di proteggere i suoni naturali dalle intrusioni antropiche.

 

Nonostante l’ampia risonanza e il crescente interesse internazionale, Silenzi in Quota rimane un progetto senza scopo di lucro, nato dalla passione di un gruppo di persone innamorate della montagna. Gozzi, Torresin e il resto del team dedicano il loro tempo libero a portare avanti questa iniziativa, cercando costantemente di coinvolgere il pubblico e promuovere una cultura di ascolto e rispetto per l’ambiente naturale.

Con zero finanziamenti iniziali, il progetto è riuscito a ottenere risultati significativi e a catturare l’attenzione anche di istituzioni scientifiche e culturali europee. Il progetto, infatti, ha ricevuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale e recentemente è stato insignito del prestigioso "Highly Commended John Connell Soundscape Award 2023", un premio che ha trovato spazio nella "Notte degli Oscar del rumore" (come ci spiega Torresin) al Palazzo di Westminster, Londra.

 

Il prossimo grande obiettivo è ottenere dei fondi europei per progetti di ricerca su scala più ampia, così da poter proseguire nel monitoraggio e nella protezione di un aspetto della natura che spesso viene trascurato: il suono.

Intanto, il gruppo sta preparando la prossima passeggiata (soundscape) che, come le altre, si svolgerà in un luogo controverso dal punto di vista del turismo di massa e del relativo impatto sul paesaggio sonoro e l'ecosistema nella sua interezza. L’appuntamento è a Carezza, l´8 dicembre, nel primo weekend di apertura degli impianti sciistici. Per registrarsi e ottenere maggiori informazioni: Lago di Carezza - Karersee - Silenzi in Quota (mypixieset.com).

 

In un mondo in cui rincorriamo lo scatto perfetto da postare sui social, Silenzi in Quota invita a chiudere gli occhi e a lasciarsi guidare dall’ascolto, riscoprendo la bellezza dei silenzi e dei suoni della natura.

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