Una cittadina di montagna "completamente cancellata" dall'uragano Helene: "La nostra chiesa trasformata in una stazione di soccorso"
Il brutale attacco dell'uragano Helene, che da giovedì scorso ha messo in ginocchio il sud-est degli Stati Uniti, ha lasciato la piccola città di montagna di Swannanoa, nella Carolina del Nord, completamente rovina, tanto che la gente del posto (e i media statunitensi) descrivono la comunità come “completamente cancellata”
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il brutale attacco dell'uragano Helene ha lasciato la piccola città di montagna di Swannanoa, nella Carolina del Nord, completamente rovina, tanto che la gente del posto (e i media statunitensi) descrivono la comunità come “completamente cancellata”. L'omonimo fiume, infatti, come riporta l'amministrazione locale, ha raggiunto livelli di piena mai visti dal 1791.
Da quando giovedì si è abbattuto sulla costa del Golfo della Florida, l'uragano Helene ha tracciato una linea di distruzione muovendosi attraverso il sud est degli Stati Uniti, distruggendo strade, danneggiando case e interrompendo le linee di comunicazione. Lungo il suo percorso, la tempesta ha ucciso più di 100 persone in cinque stati e secondo le autorità locali bilancio delle vittime è destinato a salire quando le squadre di soccorso raggiungeranno le città isolate e i mezzi di telecomunicazione di emergenza saranno in funzione.
In tutta la Carolina del Nord, circa 300 strade sono state chiuse, più di 7.000 persone si sono registrate per ricevere assistenza dall'Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze degli Stati Uniti (in americano, la Fema), e la Guardia Nazionale stanno trasportando 1.000 tonnellate di cibo e acqua in aree remote con aerei ed elicotteri, come hanno dichiarato i funzionari.
Nella cittadina montana di Swannanoa, mentre il bilancio delle vittime nella sola contea di Buncombe, è arrivato addirittura a 30, i sopravvissuti sono alle prese con scene di devastazione e con la disperata mancanza di beni di prima necessità. Le foto che arrivano da oltreoceano mostrano auto appese ai rami degli alberi lungo il fiume in piena, case danneggiate dalle fondamenta o spaccate a metà e uno spesso strato di fango che ricopre l'intera area.
E così da domenica il parcheggio della First Baptist Church, a Swannanoa, si è trasformato in una stazione di soccorso, e il consueto servizio di culto è stato sostituito da uno spazio di condivisione del dolore e di sostegno reciproco.
Il pastore Jeff Dowdy, 48 anni, e sua moglie Melody hanno trascorso più di quattro ore a farsi strada a colpi di motosega fuori dal loro quartiere per aiutare a creare un centro di soccorso di fortuna, come ha raccontato la coppia al Washington Post. Dustin Ebert, un altro residente, ha invece raccontato la sua esperienza al Charlotte Observer: la sua casa, completamente allagata, si trova a pochi metri da una delle strade principali che è ridotta in frammenti. Sempre allo stesso giornale Shemsuddin Millard ha spiegato che "la tempesta non ha distrutto solo le proprietà, ma ha cancellato i suoi sogni", devastando il suo teatro di improvvisazione, prossimo all'apertura.
E mentre le truppe della Guardia Nazionale procedono con le missioni di ricerca e salvataggio, molti residenti si chiedono dove sia l'aiuto federale. Come Angela McGee, che ora vive in macchina con i suoi figli dopo un avviso di evacuazione tardivo, ha chiesto, intervistata dal Charlotte Observer: “Dov'è la Fema quando ne abbiamo bisogno? Siamo qui in un disastro e nessuno ci aiuta”.
Il governo federale, intanto, ha dichiarato la situazione di emergenza per 25 contee della Carolina del Nord, promettendo aiuti più rapidi e rimborsi, ma per chi è sul posto, gli aiuti non arriveranno mai abbastanza presto.