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Ambiente

"Un mazzo di carte regionali per i boschi e per chi li anima": Le Bellunesi, un progetto di Dal Negro e Akqa

Presentiamo Le Bellunesi, un mazzo di carte nato dalla collaborazione tra Dal Negro e Akqa con l'obiettivo di finanziare due borse di dottorato all'Università di Padova per studiare il bostrico, della sua diffusione e del suo contrasto

di
Sofia Farina
17 marzo | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Un mazzo per i bellunesi e per i forestieri, per gli escursionisti e i tipi da baita, per chi vive in scarponi e per chi li indossa una volta l’anno. Un mazzo di carte regionali per i boschi e per chi li anima”. Così vengono descritte le Bellunesi, un mazzo di carte regionali prodotto dalla collaborazione tra Dal Negro e Akqa, dedicato a Belluno e mirato al sostegno della protezione delle foreste dall’epidemia di bostrico. 

 

Il nuovo mazzo di carte, in vendita dallo scorso dicembre, è il risultato di un progetto che mira a raccogliere fondi per la ricerca destinati allo studio del bostrico, della sua diffusione e del suo contrasto. L’obiettivo è raggiungere la cifra di 150.000 euro di ricavato che, come spiegano le aziende, “verrà interamente devoluta per finanziare due dottorati di ricerca presso l’Università di Padova - con il dipartimento di Scienze Forestali e quello di Entomologia - per combattere il parassita che sta distruggendo intere foreste nel bellunese e in altre zone del Nord Italia”.

 

Solamente in Veneto, infatti, in soli tre anni il volume di legname morto a causa dell’attacco del bostrico tipografo ha già superato la metà di quello danneggiato dalla tristemente nota tempesta Vaia, che a cavallo tra ottobre e novembre 2018 colpì più di 16 milioni di alberi. Come spiegano Dal Negro e Akqa: “L’emergenza fitosanitaria legata alla pullulazione del bostrico, stimolata dalla grande quantità di legno a terra e favorita dagli andamenti meteorologici degli ultimi anni, sta provocando danni importanti ai popolamenti di abete rosso, sia a quelli sopravvissuti che a quelli ripiantati”. 

 

Nelle Bellunesi, l’intero seme di bastoni è rappresentato come infestato dal coleottero, mentre le figure diventano un omaggio alla comunità scientifica che sta riforestando la regione e studiando il fenomeno.

 

“Vedere un territorio a noi così caro come la provincia di Belluno affrontare le sfide del bostrico, ci ha spinto a un impegno concreto nei confronti dell’ambiente e della comunità locale” ha spiegato Andrea Compiano, export manager di Dal Negro “la storia delle carte da gioco risale a tempi antichi, quando le civiltà le utilizzavano per narrare storie, rappresentare personaggi e diffondere idee. Le carte da gioco hanno attraversato epoche e culture, ma soprattutto sono state portatrici di significati profondi”.

Con il progetto de le Bellunesi le aziende stanno “modellando un messaggio che va oltre il tavolo da gioco” e che costituisce “un atto di amore e restituzione verso il proprio territorio di origine e la sua comunità”.

 

Raffaele Cavalli, professore ordinario nel dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali dell’Università di Padova, spiega così l’importanza del destinare questi fondi alla ricerca: “Limitati sono gli interventi che si possono porre in atto per contenere il fenomeno, il cui andamento segue la tipica distribuzione normale, con un massimo che si raggiunge non meno di 5-6 dopo l’insorgere del fenomeno”. Inoltre “i dati disponibili dal monitoraggio avviato in Italia nord-orientale a partire dal 2000 lasciano intravedere un progressivo incremento degli insetti presenti, legato anche all’aumento del numero di generazioni per anno”. 

 

Finanziare la ricerca sulla limitazione e la prevenzione della diffusione di questo coleottero nelle fasi successive a eventi come la tempesta Vaia, infatti, non ha solo l’intento di “preservare le risorse forestali, ma anche una componente importante dell’economia dei territori montani”.

 

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