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Ambiente

Temperature fortemente sopra la media sulle montagne della penisola, con zero termico a 3300 metri: cosa ci aspetta per la fine di ottobre?

Il piovoso ottobre di quest'anno si avvia alla sua conclusione con una settimana tendenzialmente asciutta su Alpi e Appennini e caratterizzata da temperature fortemente sopra la media

di
Sofia Farina
28 ottobre | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il piovoso ottobre di quest'anno si avvia alla sua conclusione con una settimana tendenzialmente asciutta su Alpi e Appennini e caratterizzata da temperature fortemente sopra la media.

 

La maggior parte delle cime italiane si presenta attualmente priva di neve, nonostante l'intensità delle precipitazioni delle settimane precedenti, a causa delle alte temperature che hanno impedito il formarsi della precipitazione solida e, in alcune zone, sia nell'Appennino che nelle Alpi, ha provocato eventi alluvionali più o meno gravi, costringendoci a riportare nella conversazione pubblica il tema del dissesto idrogeologico nella penisola.

 

Con previsioni di zero termico al di sopra dei 3300 metri su tutta la catena alpina, i prossimi giorni continueranno a essere caratterizzati da una vasta area di alta pressione che, stazionando sull’Europa centrale e meridionale, continua a trasportare masse d’aria calda di origine subtropicale fino alle nostre catene montuose. 

 

I modelli meteorologici non indicano cambiamenti significativi nelle condizioni termiche della penisola, che continuerà a essere caratterizzata da giornate autunnali insolitamente miti (ma in linea con quanto osservato lo scorso anno).

Infatti, l’anomalia meteorologica che stiamo osservando (e vivendo) non è un evento isolato, ma si inserisce in una tendenza a cui ormai ci siamo abituati, dopo più di 12 mesi di seguito in cui sia le temperature medie globali che quelle nazionali si attestano notevolmente sopra le medie di riferimento (in tutte le stagioni).

 

Il cambiamento climatico sta alternando il ciclo delle stagioni a cui siamo abituati, con degli impatti particolarmente intensi sull'innevamento delle alte quote: non per niente, questi temi sono oggetto di studio di decine di enti di ricerca e Università sparse in tutti i paesi alpini (e non solo), ma anche di preoccupazione per settori che trainano l'economia di questi paesi, come quello degli sport invernali. 

 

Solo pochi giorni fa è stato pubblicato un articolo su Euronews che si interroga sulla stagione invernale in arrivo, dal titolo: "Quest'inverno sarà buono per lo sci?". Infatti, come emerge nell'articolo, anche ipotizzando delle buone condizioni per questo inverno, sarà troppo tardi per alcune località che stanno soffrendo a causa di anni di innevamento ridotto. Comprensori come Grand Puy e Alpe du Grand Serre, in Francia, hanno già dovuto chiudere quest'anno a causa delle perdite economiche accumulate nelle stagioni passate.

 

L'articolo suggerisce agli sciatori di optare per stazioni ad alta quota come Avoriaz, Tignes, Val d'Isère e Val Thorens in Francia, che dovrebbero aprire a fine novembre, mentre un inizio anticipato sarà disponibile nei comprensori finlandesi di Levi e Ruka, che hanno aperto il 4 ottobre, o sul ghiacciaio austriaco di Kitzsteinhorn a Zell am See, che ha inaugurato la stagione invernale il 5 ottobre. Gli impianti di Diavolezza, in Svizzera, e Cervinia, a 2.050 metri di altezza, considerate una scommessa “a prova di neve”, sono già riusciti ad aprire la scorsa settimana.

 

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