Tagliare alberi senza abbatterli: inaugurato a Edolo un nuovo “martelloscopio” per insegnare le migliori pratiche di gestione forestale sostenibile
L'Università della Montagna di Edolo ha inaugurato negli scorsi giorni una vera e propria “palestra formativa all'aperto” nel bosco del Faeto. Si tratta di una parte di foresta che è stata replicata digitalmente, in cui è possibile simulare gli interventi per imparare a mettere in pratica una Selvicoltura innovativa
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“La gestione delle foreste di montagna deve saper bilanciare la mitigazione climatica, l'economia locale e le esigenze di protezione del suolo e della biodiversità”, spiega Giorgio Vacchiano, docente di selvicoltura dell’Università di Milano. Le sfide del nostro tempo, in effetti, si rivolgono alle foreste con esigenze variegate e multiformi, talvolta anche in potenziale contrasto.
La crisi climatica ci obbliga a lavorare per rendere le nostre foreste più resilienti a siccità, incendi, attacchi di patogeni ed eventi estremi. La crisi ambientale ci impone una necessaria attenzione al mantenimento di habitat e specie a rischio. La transizione ecologica e la bioeconomia, tuttavia, richiedono anche più materia prima rinnovabile e soluzioni basate sulla natura. Infine, le politiche di sviluppo delle aree interne, per contrastare lo spopolamento, si rivolgono alle varie filiere forestali (legate al legno, ma anche al turismo, al benessere, ai prodotti selvatici, ai servizi ecosistemici in genere) per mantenere un tessuto socioeconomico vitale e attrattivo.
Ancora più che in passato, insomma, la parola chiave per le foreste del futuro, in particolare per quelle di montagna, dovrà essere “multifunzionalità”. Ma come fare a gestire le foreste per renderle resilienti, biodiverse, produttive e, di conseguenza, multifunzionali? Occorre indubbiamente ripartire dalla Selvicoltura (con la S maiuscola), riportandola al centro del dibattito politico e tecnico-scientifico. Parallelamente, però, occorre investire sulla formazione, rivolta in particolare alle giovani generazioni: i gestori forestali del futuro.
Su queste basi è nata l’idea, ormai da alcuni anni, di sviluppare in Italia una rete di “martelloscopi”, cioè di “palestre formative in bosco” dove è possibile simulare le cosiddette operazioni di “martellata”, in pratica la scelta degli alberi da tagliare e di quelli da mantenere durante un intervento selvicolturale.
Ma come è possibile simulare l’abbattimento di un albero senza tagliarlo davvero? Occorre, in pratica, digitalizzare un pezzo di foresta. Per farlo occorre conoscere esattamente dove sono posizionate le singole piante e misurare le loro caratteristiche principali, quali ad esempio la specie, il diametro del fusto, l’altezza e l’ampiezza della chioma. Una volta noti tutti questi parametri, è possibile creare una “foresta virtuale” parallela a quella reale. A questo punto, avendo in precedenza numerato ogni albero, si può testare cosa accade abbattendo alcuni singoli esemplari rispetto ad altri: quanta superficie rimarrebbe senza vegetazione? Su che esposizione? Che struttura assumerebbe il bosco dopo l’intervento? Come varierebbero gli indici di biodiversità?
Per facilitare il confronto tra tecnici e gestori forestali e la formazione degli studenti e delle studentesse dei Corsi di laurea in cui si insegna la Selvicoltura, l'Università della Montagna di Edolo ha inaugurato negli scorsi giorni un marteloscopio nel bosco del Faeto: una porzione di foresta in cui posizione, dimensioni, salute, valore economico e naturalistico di ciascun albero sono stati misurati e digitalizzati.
“Si tratta di una vera e propria aula all’aperto, nella quale studenti e operatori del settore possono simulare nuovi approcci alla gestione forestale”, spiega Vacchiano, “un'APP utilizzabile da mobile consentirà di simulare interventi selvicolturali e di verificarne l'esito direttamente sul campo, permettendo così un confronto in tempo reale con i docenti”.
Il nuovo “martelloscopio” di Edolo si inserisce in una rete europea di questi preziosi strumenti a servizio della gestione forestale sostenibile, la Rete Integrate (https://integratenetwork.org), promossa dall’European Forest Institute (EFI) che ha come obiettivo proprio la promozione di una gestione forestale integrata che concilia la conservazione della biodiversità con la Selvicoltura anche produttiva. In Italia, i martelloscopi sono stati sviluppati da progetti europei come GoProFor e SPAN e la collaborazione tra numerosi attori del settore forestale, dalle Università alle Regioni e Province Autonome, fino agli studi di progettazione. Ad oggi si contano in Italia ben 20 martelloscopi, distribuiti sia sulle Alpi che sugli Appennini, ma già altri sono in fase di realizzazione.
“Auspico che questi strumenti possano diventare spazi aperti di discussione, confronto e sensibilizzazione”, conclude Vacchiano, “aree di esercitazione per studenti universitari, ma al tempo stesso un punti d’incontro e confronto fra gli attori locali, gli studiosi di varie discipline connesse al bosco e gli operatori del settore, per favorire in particolare la divulgazione sulle migliori e più innovative tecniche connesse alla conservazione della biodiversità e alla mitigazione dei cambiamenti climatici”.
Tagliare alberi virtualmente, senza abbatterli, all’interno dei martelloscopi, per imparare a mettere in pratica una Selvicoltura innovativa nelle foreste realmente gestite: un passo in avanti verso quei boschi resilienti, biodiversi e multifunzionali che la Strategia Forestale Nazionale e i documenti europei dedicati alle foreste ci chiedono a gran voce.
C’è tanta strada da fare: proprio per questo occorre... iniziare ad allenarsi.