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Ambiente

"Se non serve più a proteggere o è in stato di abbandono, rimuoverla permette di riattivare processi naturali": le briglie fluviali, tra utilità e necessità di rimozione

Le briglie fluviali sono opere idrauliche molto utilizzate, specialmente nelle zone montane e collinari, progettate per stabilizzare l’alveo di un corso d’acqua. Costruite con l’obiettivo di ridurre la pendenza dei fiumi e contenere l’erosione del fondo e delle sponde, queste strutture rappresentano uno strumento cruciale per la gestione dei fiumi, tuttavia, la loro presenza può, a lungo andare, generare una serie di problemi ambientali e idrologici e in tali casi, la loro rimozione delle briglie diventa una soluzione vantaggiosa

di
Sofia Farina
13 ottobre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Le briglie fluviali sono opere idrauliche molto utilizzate, specialmente nelle zone montane e collinari, progettate per stabilizzare l’alveo di un corso d’acqua. Costruite con l’obiettivo di ridurre la pendenza dei fiumi e contenere l’erosione del fondo e delle sponde, queste strutture rappresentano uno strumento molto utilizzato nella sistemazione dei corsi d’acqua, in particolare nei tratti più ripidi. Tuttavia, la loro presenza può generare una serie di problemi ambientali, principalmente legati all'interruzione della continuità fluviale In alcuni casi, lo scopo originale delle briglie può venire meno:  ed è in tali situazioni che la rimozione di queste opere può rappresentare una soluzione vantaggiosa, favorendo il ripristino della naturale dinamica e continuità fluviale.

 

Per approfondire questo tema abbiamo intervistato Alessandro Errico, membro del direttivo del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (Cirf), abbiamo esplorato proprio questo tema, cercando di capire quando sia opportuno mantenere queste infrastrutture e quando, invece, rimuoverle risulti una scelta più sensata, inserendosi nel contesto più ampio della riqualificazione fluviale.

 

Cosa sono le briglie e perché vengono costruite?

 

“Le briglie sono strutture trasversali realizzate lungo i corsi d’acqua per diverse ragioni. Principalmente, esse hanno lo scopo di ridurre la pendenza dell’alveo, rallentare la velocità della corrente e di conseguenza stabilizzare il fondo, prevenendone l’incisione, un fenomeno tipico dei tratti montani - spiega Errico -. Quando un corso d’acqua si incide, tende a scavare il proprio letto, causando una progressiva instabilità delle sponde e potenzialmente dei versanti adiacenti”. Questi processi possono “mettere in pericolo infrastrutture critiche, come strade o edifici, situate nelle vicinanze” e dunque “le briglie servono a rallentare il flusso dell’acqua e a ridurre la sua capacità erosiva, riducendo il rischio di danni  per il territorio circostante”.

Errico spiega come: "Le briglie vengono costruite dove si vuole evitare che il fiume continui a scavare il proprio letto, perché c'è un bene da proteggere, come una strada o un'infrastruttura. Tuttavia, quando questi beni non esistono più o l’utilità delle briglie è venuta meno, ha senso valutarne la rimozione o la sostituzione con opere meno impattanti".

 

Gli effetti negativi delle briglie

 

Nonostante la loro utilità nella gestione delle acque, le briglie presentano anche aspetti negativi che, in alcuni contesti, rendono preferibile la loro eliminazione. Uno dei principali problemi è l’interruzione della continuità longitudinale del fiume, sia per quanto riguarda il trasporto dei sedimenti sia per la fauna ittica. Infatti, le briglie impediscono il naturale flusso dei sedimenti dalla parte alta alla parte bassa del bacino fluviale, con conseguenze significative a valle: "La mancanza di sedimenti nei tratti di fondo valle porta a problematiche di incisione degli alvei, con conseguenze per le infrastrutture come la scalzatura delle pile dei ponti e l’instabilità dei muri di sponda" osserva Errico.

 

Inoltre, le briglie costituiscono una barriera per i pesci, che non possono risalire il corso d’acqua per raggiungere le aree di riproduzione. In termini ecologici la loro presenza può interrompere i cicli vitali di molte specie e compromette l'equilibrio naturale dell’ecosistema fluviale.

 

Quando e perché rimuovere le briglie

 

La rimozione delle briglie è un'operazione da valutare e progettare attentamente e, come spiega Errico, non può essere considerata una scelta valida in ogni contesto. Essa risulta una scelta percorribile quando l'infrastruttura ha perso la sua funzione originaria o quando è talmente danneggiata da non poter più svolgere il suo compito in maniera efficace. "Se la briglia non svolge più la sua funzione, e se è in stato di abbandono o rovina, rimuoverla o sostituirla con opere meno impattanti permette di riattivare i processi naturali del fiume" sottolinea Errico.

La rimozione delle briglie consente al fiume di riprendere la sua dinamica naturale: erosione, sedimentazione e divagazione laterale. Questi processi, se lasciati liberi di avvenire, contribuiscono a ristabilire l'equilibrio geomorfologico e idraulico del fiume, migliorando anche la qualità ecologica dell’intero bacino. Questo tipo di intervento si inserisce nel concetto più ampio di riqualificazione fluviale, che ha come obiettivo il ripristino di condizioni naturali e sostenibili per i corsi d’acqua.

 

La riqualificazione fluviale come opportunità

 

La riqualificazione fluviale mira a riportare i fiumi e i loro corridoi in condizioni più naturali, migliorandone le caratteristiche geomorfologiche, chimico-fisiche e biologiche. Un fiume più naturale offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione del rischio di alluvioni, un miglioramento della qualità delle acque e della ricarica delle falde, e una maggiore resilienza agli eventi estremi. Inoltre, rivitalizzare un fiume permette di creare spazi fruibili per i cittadini, migliorando anche il valore paesaggistico e ricreativo dell’area.

 

L’eliminazione delle briglie obsolete rappresenta una delle possibili azioni di un progetto di riqualificazione fluviale, soprattutto quando il loro mantenimento comporta più svantaggi che benefici. Come sottolineato da Errico, "le briglie sono utili, ma devono essere giustificate da una reale necessità di stabilizzare il corso d’acqua. Altrimenti, rimuoverle significa restituire spazio al fiume, permettendogli di ritrovare il suo equilibrio naturale.

 

Un futuro sostenibile per i corsi d’acqua

 

Il futuro della gestione dei fiumi deve necessariamente passare da un approccio più olistico e integrato, che tenga conto dell’intero bacino fluviale e delle dinamiche naturali dei corsi d’acqua. È fondamentale che ogni intervento, sia la costruzione di nuove opere che la manutenzione o la rimozione di quelle esistenti, venga valutato nel contesto più ampio di un piano di gestione dei sedimenti e delle esigenze ambientali del territorio.

Il Cirf, di cui Errico fa parte, promuove attivamente questo approccio, invitando le autorità competenti a pianificare gli interventi con una visione di lungo periodo e a considerare sempre la riqualificazione fluviale come un’opportunità per migliorare l’equilibrio ecologico e idromorfologico del territorio.

Se le briglie hanno storicamente giocato un ruolo fondamentale nella gestione delle acque, oggi è necessario riconsiderare il loro impatto e valutare dove ha senso rimuoverle per favorire la rinaturalizzazione dei fiumi, portando benefici non solo ambientali, ma anche sociali e economici.

 

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