Perché in Italia non utilizziamo lo spray anti-orso? Una domanda diffusa, che lascia molti perplessi, ma c'è una risposta
Si tratta di una domanda molto comune, scritta e detta spesso in seguito a segnalazioni di presenza dell'orso tra strade di paesini montani, sui sentieri o tra i campi coltivati. L'utilizzo dello spray anti-orso è concepito in modo molto differente in Europa e in Nord America, complici i diversi contesti sociali e ambientali, ma anche le diverse caratteristiche delle popolazioni di orsi. In ogni caso, la sua regolamentazione è sempre il risultato di un bilancio tra la sua pericolosità e la sua efficacia nel determinare l'allontanamento dell'animale in condizioni di stress
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il governatore della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha recentemente condiviso l'idea di dotare la cittadinanza degli spray anti-orso al momento in dotazione solo ai forestali, in seguito all'aumento di presenze dei plantigradi sia nella provincia trentina, che nel vicino Alto Adige, come emerge dal rapporto grandi carnivori redatto dalla Provincia di Trento e dalla statistica di tracce e avvistamenti aggiornata dalla Provincia di Bolzano. In generale, capita spesso di sentire chiedere come mai non utilizziamo gli spray anti-orso, e in effetti la domanda può sorgere spontanea. Proviamo allora a rispondere, dando spazio alle opinioni degli esperti sul campo.
Innanzitutto, cosa intendiamo quando parliamo di spray anti-orso? Si tratta di uno spray urticante che rientra negli strumenti di difesa, come anche lo spray al peperoncino che viene solitamente utilizzato per difesa personale.
Tutti gli spray urticanti sfruttano il medesimo principio chimico e il medesimo ingrediente: l’Oleoresin capsicum, un composto che si trova nei frutti delle piante del genere Capsicum, a cui appartiene anche il peperoncino. Questa sostanza contiene i capsacinoidi, principi attivi vasodilatatori che causano effetti istantanei e a breve termine come l’irritazione degli occhi, della pelle e delle mucose, ma anche effetti più invasivi dovuti ad una esposizione prolungata delle vie respiratorie come tosse, conati e paralisi temporanea della laringe.
A distinguere il classico spray al peperoncino che possiamo tenere in borsa e quello che viene utilizzato in altri paesi per difendersi dagli orsi sono sia la concentrazione del principio attivo che il volume, la distanza e le modalità di emissione. Infatti mentre gli spray disponibili sul commercio in Italia sono pensati per l’autodifesa da persone malintenzionate, quelli anti-orso sono progettati per agire su animali selvatici di grossa taglia e comportamento potenzialmente pericoloso per l'uomo.
Gli spray per uso civile o da parte delle forze dell’ordine contengono una percentuale compresa tra lo 0,18% e l’1,33% di capsaicinoidi, mentre gli spray anti-orso variano tra l’1,0% e il 2,0% (dati Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti - Epa, 2020). Inoltre questi devono contenere almeno 225 grammi di prodotto e raggiungere distanza molto maggiori di quelli pensati per uso civile: dai 6 fino ai 9 metri.
Ora, la risposta breve al perché non utilizziamo gli spray anti-orso in Italia, nelle zone in cui avviene una convivenza più o meno pacifica tra i plantigradi e gli umani, è semplice: perché il suo possesso, in italia, è equivalente alla detenzione di un’arma da fuoco. Quindi, così come non possiamo detenere una pistola, se non con un apposito porto d’armi e rispettando rigide normative, allo stesso modo non possiamo avere e utilizzare lo spray anti-orso. Il suo uso è stato recentemente concesso al Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Trento, e deve sottostare al regolamento contenente le “regole d’ingaggio” per gli agenti, ovvero l’insieme delle disposizioni che regolano la dotazione e l’impiego dello spray, i servizi per i quali può essere portato, la formazione e l’addestramento all’utilizzo.
D'altra parte, l’utilizzo dello spray anti-orso è molto comune in Nord America, ed è per questo motivo che ci chiediamo spesso come mai da noi non venga utilizzato, ma nel nostro continente la questione è più articolata, non essendoci una normativa comunitaria ed essendo la sua regolamentazione definita dai singoli stati membri.
Per comprendere quanto questa assenza di una direzione comune lasci spazio a delle situazioni estremamente differenti basti sapere che in Norvegia anche il solo possesso dello spray al peperoncino è considerato un reato, mentre in Slovacchia l’acquisto di entrambe le tipologie di spray sono legali.
In Europa, la detenzione e l’utilizzo dello spray anti-orso sono legali in Romania, Polonia e Slovacchia, caratterizzate dalla presenza della popolazione di orsi Carpatica, in Slovenia e Croazia, dove si trova la popolazione Pindo-Dinarica e in Austria, dove si trova la popolazione Alpina. In Svezia e Finlandia è invece disponibile con restrizioni.
In Paesi come Canada, Stati Uniti e Russia, ove sono presenti il grizzly/orso bruno, l’orso nero e/o l’orso polare, l’utilizzo dello spray anti-orso rappresenta uno strumento di mitigazione dei conflitti uomo-orso che permette di salvare la vita sia delle persone che degli orsi coinvolti. Oltreoceano, nei parchi naturali americani e canadesi, la dotazione diffusa di spray anti-orso è incentivata, e i frequentatori delle aree di presenza dell’orso vengono formati tramite seminari e materiali informativi che hanno l’obiettivo di stimolare più persone a portarlo con sé.
All’interno della comunità scientifica, lo spray anti-orso è considerato uno strumento molto efficace (parliamo del 94% di efficiacia per l'orso bruno e 95% per l'orso polare e nero) per fermare orsi aggressivi, molto più che le armi da fuoco, da due studi svolti su orsi grizzly e su orsi neri tra il 1986 (anno in cui è stato messo in commercio) e oggi.
D’altra parte, come risulta evidente dal contesto normativo descritto sopra, in molti paesi europei il bilancio tra la pericolosità intrinseca degli spray urticanti e i benefici derivanti dal loro utilizzo come arma di difesa penda fortemente verso prima, di fatto perché le popolazioni di orsi in Europa sono molto limitate rispetto al Nord America.
A preoccupare resta il fatto che lo spray possa essere utilizzato come arma impropria, come d’altronde è accaduto stando a fatti di cronaca dove lo spray è stato usato per rivolte, proteste, scontri personali e furti d’auto in Nord America. Se utilizzato contro le persone, infatti, può causare danni permanenti agli occhi e problematiche respiratorie.
Per quanto concerne la sua effettiva efficacia, in alcuni isolati episodi degli studi svolti sul bear-spray, questo non è riuscito a scoraggiare gli attacchi degli orsi o a modificarne il comportamento. Questo può essere dovuto a diversi fattori che possono ostacolare l’efficacia dello spray come la temperatura, il vento, l’uso ripetuto della stessa bomboletta oltre che l’età della bomboletta stessa.
Chiaramente, questo fa emergere dubbi circa i possibili scenari e le possibili dinamiche che possono verificarsi negli istanti concitati che seguono un incontro più o meno ravvicinato con un orso in stato di stress. In particolare, i ricercatori evidenziano il rischio di un cattivo utilizzo dello spray, l’impossibilità di raggiungerlo in tempi rapidi perché tenuto nello zaino o in posizione errata o la mancanza di tempo di reazione della persona che lo ha con sé a seguito della rapidità con cui spesso si svolgono le aggressioni.
Ad ogni modo, è bene sottolineare che al momento non esistano approfondimenti scientifici sull’utilizzo dello spray anti-orso nei paesi europei, probabilmente proprio a caso della frequente impossibilità legale del suo utilizzo o alla mancanza di interesse dove ne è permessa la commercializzazione: la quasi totalità della bibliografia attualmente disponibile si riferisce al Nord America, un contesto culturalmente differente dalla realtà europea.
Oltreoceano, l’utilizzo dello spray è considerato importante ma è anche contestualizzato in massicce campagne di informazione su come limitare le possibilità di un’aggressione da parte di un orso evitando comportamenti “a rischio”. Infatti, la gestione degli orsi problematici, la prevenzione dell’assuefazione degli orsi alla presenza dell’uomo tramite, ad esempio, la corretta gestione rifiuti, l’informazione capillare nei confronti delle persone che frequentano gli ambienti nei quali è possibile l’incontro di un orso in merito a come comportarsi per la propria tutela, restano comunque prioritari ed è solo in questa cornice che trova spazio l’utilizzo dello spray anti orso.
Infine, un utilizzo esteso dello spray anti-orso espone anche ad un maggiore rischio di utilizzo non corretto. Senza una formazione efficace e approfondita, è possibile che persone impreparate siano maggiormente inclini a commettere degli errori in un momento delicato e repentino quale l’incontro con un orso, e per questo anche nei paesi dove è consentita la libera vendita dello spray ne viene sempre sottolineata la pericolosità e la necessità di utilizzarlo solo come ultima risorsa.
In conclusione, come affermano Nicolò Santoni e Andrea Mustoni, senza un’informazione approfondita e capillare e un’educazione all’uso dello strumento, esiste un concreto rischio che lo spray possa indurre una falsa sicurezza e tradursi paradossalmente in un aumento del rischio.