Per Copernicus è certo che il 2024 supererà il riscaldamento di 1.5°C rispetto al periodo pre-industriale. Burgess: "Aumentino le ambizioni di Cop29"
Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dal Copernicus Climate Change Service, ottobre 2024 si conferma il secondo ottobre più caldo mai registrato a livello globale, dopo il record di ottobre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 15,25°C, ben 1,65°C al di sopra dei livelli preindustriali. Questo rappresenta il quindicesimo mese degli ultimi 16 in cui la temperatura media globale ha superato il limite di +1,5°C rispetto al periodo preindustriale, un segnale allarmante che potrebbe avere gravi ripercussioni sui delicati ecosistemi montani e sull’ambiente globale
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), l’ottobre 2024 si conferma come il secondo ottobre più caldo mai registrato a livello globale, dopo il record di ottobre 2023. La temperatura media globale dell’aria superficiale ha toccato i 15,25°C, ovvero 0,80°C sopra la media del periodo 1991-2020, e ben 1,65°C al di sopra dei livelli preindustriali.
In questo modo, ottobre diventa il quindicesimo mese (degli ultimi sedici) in cui la temperatura media globale ha superato il limite di +1,5°C rispetto al periodo preindustriale, un segnale allarmante che potrebbe avere gravi ripercussioni su tutto il pianeta.
Per le aree montane, già particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, si tratta di una pessima notizia. In Europa, dove la temperatura media di ottobre ha raggiunto i 10,83°C (+1,23°C sopra la media), si osservano variazioni significative che potrebbero influire sulla stabilità del manto nevoso e sui ghiacciai alpini. Il riscaldamento globale provoca infatti una maggiore fusione del ghiaccio e nevicate più sporadiche, alterando il regime idrico delle regioni montane e minacciando la biodiversità unica di questi ambienti.
L’Europa non è stata l'unica a sperimentare temperature anomale: anche vaste aree del Canada settentrionale, degli Stati Uniti centrali e occidentali, del Tibet settentrionale e di Australia e Giappone hanno visto valori ben al di sopra della media stagionale. Tuttavia, alcune regioni come la Groenlandia centrale e l’Islanda hanno registrato temperature più basse rispetto alla media, evidenziando l’imprevedibilità delle variazioni climatiche su scala globale.
Anche la temperatura della superficie del mare ha mostrato una tendenza al rialzo, registrando 20,68°C in media su una vasta area (tra i 60°S e i 60°N) nell'ottobre 2024, la seconda temperatura più alta mai misurata per il mese. Come abbiamo imparato analizzando e raccontando gli eventi estremi che hanno riempito le prime pagine dei giornali, acque marine troppo calde sono pericolose, essenzialmente, perché rendono i mari delle "bombe ad orologeria" pronte, quando si verifica la "giusta" combinazione di fattori, a rilasciare immense quantità di energia in breve tempo, intensificando i fenomeni precipitatori nel continente. In generale poi la persistenza di temperature marine elevate può influire sui cicli meteorologici globali, alterare le correnti oceaniche e sconvolgere gli ecosistemi marini da cui dipendono molte comunità costiere.
Il rapporto mensile di Copernicus contiene sempre anche degli aggiornamenti sullo stato del ghiaccio marino globale (che chiaramente risente del trovarsi immerso in acque sempre più calde): ebbene, la copertura glaciale nell'Artico ha raggiunto la quarta estensione mensile più bassa per il mese, del 19% al di sotto della media, mentre quella del ghiaccio antartico è stata la seconda più bassa del mese di ottobre, con l'8% al di sotto della media, dopo l'ottobre 2023 (-11%), continuando una serie di grandi anomalie negative osservate per tutto il 2023 e il 2024.
Gli scienziati di Copernicus spiegano che "è virtualmente certo che la temperatura annuale per il 2024 sarà superiore di oltre 1,5°C rispetto al livello preindustriale", con un aumento medio delle temperature di circa 1,62°C rispetto ai livelli preindustriali. Samantha Burgess, vice-direttrice di Copernicus, ha sottolineato che questo dato dovrebbe stimolare azioni concrete a livello politico: “Questa nuova pietra miliare nei record di temperatura globale dovrebbe servire da catalizzatore per aumentare le ambizioni per la prossima Conferenza sui cambiamenti climatici, la Cop29”.
Le proiezioni di Copernicus ci ricordano che il riscaldamento globale è una sfida che riguarda non solo gli ecosistemi e la biodiversità ma anche l’equilibrio socio-economico di regioni intere, con le montagne che, ancora una volta, appaiono tra le aree più esposte e vulnerabili a questo cambiamento.