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Ambiente

"Non c'è nessuna diga", iI ponte lungo 975 metri sul Tagliamento terreno di scontro tra politica, cittadinanza e scienza

Quella che viene raccontata come un'opera di mitigazione per le piene del fiume Tagliamento sembra in realtà un terreno di scontro politico. L'Università di Stoccolma: "Questo fiume è un fiume che sappiamo può convogliare una grande quantità di acqua molto bene, ed è per questo che è studiato all'estero da tante università, perché è un modello come tipologia anche per quei fiumi che sono stati cambiati, hanno avuto dighe o traverse, e che adesso queste dighe o traverse vengono tolte perché sappiamo che si può fare di meglio"

di
Michele Argenta
26 giugno | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Non c'è nessuna diga", taglia corto l'assessore all'ambiente di Regione Friuli Venezia Giulia Fabio Scoccimarro di fronte ad alcuni attivisti a Trieste durante un sit-in contro la traversa sul fiume Tagliamento. Di cosa si sta parlando questi giorni in regione e come si è arrivati a questo scontro tra la politica regionale e la cittadinanza?

 

Il progetto della traversa

Il progetto della traversa sul fiume Tagliamento prevede un ponte di traversa lungo 975 metri tra i comuni di Dignano e Spilimbergo e permetterebbe, tramite paratie mobili, di mitigare le piene eccezionali del Tagliamento superiori a 4000 mc/s. Le paratie, azionandosi, porterebbero alla creazione di un invaso a quota +145 metri per un volume di 18 milioni di metri cubi. Il ponte traversa, realizzato in cemento armato, sarebbe largo 5 metri per un’altezza di 11 metri e l’invaso si formerebbe in area non vincolata. Dalla scheda di sintesi della Regione si legge come in caso di piene ordinarie, l’alveo del fiume non sarebbe modificato e le paratie contenitive non entrerebbero in funzione. Il costo previsto dell’opera si aggira intorno ai 200 milioni di Euro ed è ritenuta essenziale dall’attuale giunta regionale per la mitigazione del flusso delle acque e prevenire potenziali allagamenti.

 

Nel 2005 uno studio commissionato dai comuni di Spilimbergo, San Daniele del Friuli,  Dignano, Pinzano e Ragogna studiò il comportamento il comportamento del fiume durante una piena eccezionale. Lo studio prevedeva già l’inserimento di casse di espansione per limitare le piene e concludeva che anche con la laminazione attiva era essenziale la calibratura del basso Tagliamento per evitare staripamenti. Si concludeva indicando soluzioni alternative alla costruzione di una infrastruttura per la laminazione tra cui opere sul canale Cavrato e del basso Tagliamento.

Il progetto della traversa sul Tagliamento

 

Le proteste

Già nel novembre 2022 la Regione FVG si era mossa per coinvolgere attivamente nel processo le comunità locali. I tentativi e le decisioni prese in Piazza Oberdan non sono state ritenute sufficienti dai cittadini che hanno visto in pochi mesi aumentare i costi dell'opera senza includere la società civile nel processo di delibera del progetto.

Il comitato “Tiliment Libar (Tagliamento Libero)” raggruppa la cittadinanza preoccupata per l’impatto ambientale della traversa, la quale lamenta la mancanza di trasparenza nel processo progettuale. Durante il sit-in a Trieste degli scorsi giorni i cittadini hanno espresso la loro preoccupazione: “manifestiamo contro un’opera che è uno scempio, prevede costi elevati e possibili danni ambientali” sentendosi ricevere in risposta dall’assessore all’ambiente Scoccimarro un esemplare “fategli un TSO”. 

I sindaci dei comuni interessati, Dignano e Spilimbergo, restano abbastanza silenti riguardo l'opera con il solo sindaco di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, che a seguito delle proteste cittadine si è detto dubbioso sull’opera. Entrambi però sembrano avere le idee chiare su una cosa: negare le sale comunali al comitato a difesa del Tagliamento per le assemblee pubbliche. La tanto richiesta trasparenza e partecipazione sembra trovare uno scoglio proprio nelle amministrazioni locali che dovrebbero essere le prime interessate dagli impatti di quest’opera e alle quali i cittadini si rivolgono senza trovare un vero riscontro. 

 

Render della traversa (a sinistra) con il ponte esistente di Spilimbergo (a destra)

 

Dov'è la scienza?

Quella che viene raccontata come un'opera di mitigazione per le piene del fiume Tagliamento sembra in realtà un terreno di scontro politico. Se l'assessore regionale rivendica trasparenza verso le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto c'è da chiedersi in base a quali motivazioni tali amministrazioni sono propense alla costruzione della traversa. Il ruolo di guida che potrebbe avere la scienza in questo percorso (l'essenzialità dell'opera, quali sono i rischi, quali invece i vantaggi) è relegato ad un secondo piano per dare rilievo alle decisioni di tipo politico ed economico.

 

Una voce flebile della scienza esiste, e risale ad un convegno di fine maggio ad Udine dedicata alle acque interne organizzata dall'Università di Udine, con oltre 70 studiosi (antropologi, geografi, sociologi, urbanisti, architetti, paesaggisti) da tutto il mondo. In questa sede si è parlato anche della traversa e del Tagliamento, fiume studiato a livello internazionale in quanto uno dei pochi fiumi al mondo rimasti a scorrimento libero, senza sbarramenti, in un contesto antropizzato.

 

Anna Scaini dell'Università di Stoccolma riassume in un'intervista al TGR FVG: "questo fiume è un fiume che sappiamo può convogliare una grande quantità di acqua molto bene, ed è per questo che è studiato all'estero da tante università, perché è un modello come tipologia anche per quei fiumi che sono stati cambiati, hanno avuto dighe o traverse, e che adesso queste dighe o traverse vengono tolte perché sappiamo che si può fare di meglio, e che quindi diciamo hanno bisogno di un modello, e questo è il Tagliamento in generale". Non ci resta che sperare nell'incontro tra politica e scienza.

 

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